Pochi giorni dopo aver nuovamente associato il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli alla pedofilia, Lucio Malan ha abbandonato Forza Italia per passare a Fratelli d’Italia. 60 anni all’anagrafe e in parlamento dal lontanissimo 1994 grazie alla Lega, Malan è diventato berlusconiano nel 1996. Da allora non si è mai negato attacchi alla comunità LGBT, il più delle volte offensivi, segnati da fake news. Nel 2015 paragonò Arcigay alla mafia, mentre l’anno dopo, approvate le unioni civili, si spese per la raccolte firme per un referendum abrogativo, lentamento abbandonato da tutto il centrodestra vista la misera quantità di firme rastrellate.
Lo scorso febbraio, dinanzi ad un Nicola Zingaretti che chiedeva una rapida approvazione del DDL Zan, Malan cavalcò l’arte del benaltrismo, parlando di una “legge che colpirebbe gravemente la libertà di espressione, la libertà religiosa e la libertà educativa. Una legge che equiparerebbe chi si oppone alle adozioni per le coppie omosessuali a chi fa propaganda nazista, una chiesa al Ku Klux Klan”. Immancabile, tra la quantità di menzogne puntualmente sbandierate, la follia dei bambini piegati “all’indottrinamento delle associazioni Lgbt nelle scuole“. Persino Francesca Pascale, ex di Silvio Berlusconi, reagì aspramente alle parole di Malan, chiedendogli sui social se non provasse ‘vergogna’. Evidentemente no, visto e considerato che il senatore si è concesso un agghiacciante discorso di 20 minuti in aula solo pochi giorni fa.
Ad accogliere Malan tra le proprie fila, incredibilmente entusiasta con tanto di conferenza stampa ad hoc, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, che ha così descritto l’ultimo acquisto di partito.
Malan si batte per la libertà educativa, per la vicenda di Bibbiano ed è uno dei più attivi ‘combattenti’ contro il Ddl Zan, una norma che secondo noi non ha nulla a che fare con la lotta contro la discriminazione verso gli omosessuali ma che serve a fare ben altro, introdurre una serie di reati d’opinione, devastare i diritti e le conquiste delle donne, portare la teoria gender all’interno scuole. In questi giorni Lucio si sta distinguendo per la sua capacità di argomentare questi temi così importanti per noi.
Bugie su bugie su bugie. Come si suol dire, chi si somiglia si piglia. Virale il commento social dell’ex collega di partito Elio Vito.
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