Stamattina sulla rampa d’ingresso della sede del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, storica associazione LGBT+ romana, è stato lasciato un volantino, a firma di Azione Frontale, che definisce il ddl Zan “dittatura LGBT”. Come da loro rivendicato, lo stesso è accaduto da altre realtà romane e di tutta Italia, a ognuna delle quali il circolo ha espresso la propria solidarietà.
Lasciare questo messaggio davanti al Circolo è un atto chiaramente intimidatorio da parte di Azione Frontale, che si descrive come “movimento politico rivoluzionario fascista e di ispirazione cattolica”. Un gesto che colpisce non solo il CCO Mario Mieli ma tutta la comunità chiamata in causa nel messaggio. Tale operato, svolto nella notte, è figlio di una cultura della discriminazione, dell’insulto e della violenza che si oppone all’obiettivo del ddl Zan che è quello di tutelare ogni persona proprio da atti di questo tipo. Dittatura è quando una data autorità si arroga il diritto di impedire l’emancipazione e intimidire l’opinione contraria, ed è del tutto opposto a quello che il ddl Zan propone.
“Noi non ci lasciamo intimorire – ha dichiarato Claudio Mazzella, presidente del Circolo Mario Mieli – né nei nostri spazi né in nessun altro luogo. Chiediamo sicurezza perché questi atti non si trasformino in violenza e andiamo avanti con orgoglio. La violenza non è opinione, è reato. Il pregiudizio non è opinione, va combattuto. Lo stigma non è opinione, va cancellato. Per questi motivi è importante esserci tutt* sabato 15 maggio a Piazza del Popolo, affinché la nostra voce non sia messa a tacere.”
Al Circolo, e a tutte le altre realtà LGBT prese di mira da Azione Frontale, va la nostra vicinanza.
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L'omofobia è pura e semplice ignoranza.