Un anno senza Michela Murgia: il mondo che sognava è ancora possibile

Manca il faro nel mare in tempesta, ma lei ci ha lasciato la bussola con cui orientarci.

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Un anno senza Michela Murgia: il mondo che sognava è ancora possibile - Michela Murgia - Gay.it
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Il 10 agosto 2023 si spegneva all’età di 51 anni Michela Murgia. Impossibile incasellare una personalità così unica e variopinta in una singola etichetta: autrice, filosofa, attivista, divulgatrice sono tutti termini che non rendono giustizia all’impatto di Michela sulle vite di innumerevoli persone che nel corso della loro vita hanno osato, e ancora oggi osano sognare un mondo gentile, libero, amorevole e consapevole.

Sono stati innumerevoli gli omaggi a quella sua maestria nella scrittura e nel dialogo, tramite i quali sapeva dare forma alle idee di una collettività ai margini, diventando la sua voce determinata e inarrestabile davanti all’odio cieco dell’ignoranza. Lo ha fatto fino all’ultimo, anche quando il cancro non le aveva dato più alcuna via di scampo.

E lo ha fatto anche dopo, con la pubblicazione postuma del suo ultimo manoscritto, “Dare la vita, che sovverte il senso della genitorialità e della parentela come la conosciamo, parlando di queerness, famiglia e GPA, mentre questo governo lavorava per rendere quest’ultima un reato universale. Un preludio di una situazione che di lì in poi sarebbe solo peggiorata.

Michela Murgia, il queer, la famiglia, le relazioni, le madri, la GPA. Abbiamo letto “Dare la vita”

Cosa daremmo oggi per avere ancora la grazia e la potenza di Michela come faro a illuminare questi tempi bui, dove il sonno della ragione ha saputo generare mostri spaventosi, e la voce della saggezza è sempre più soffocata dal clamore dell’ignoranza e dell’intolleranza.

A una settimana dalla sua scomparsa, debuttava il famigerato libro di Roberto Vannacci. Come avrebbe risposto? Come avrebbe risposto allo spettro dell’estrema destra sulle elezioni europee e quelle statunitensi, al subdolo e malcelato ritorno dei neofascismi nelle nostre piazze, alla continua violenza verso le minoranze inermi e all’attacco spietato a tutto ciò che non è conforme alle Olimpiadi di quest’anno?

Potremmo passare giorni a pensarci, a rimuginare sui suoi scritti sempre attuali per trovare un senso a tutto ciò che accade in questo mondo ostinato nel calpestare i diritti umani, che sprofonda nel nero inquietante della sopraffazione e del controllo.

Ad adagiarci su una forza instancabile e intrepida nello sbugiardare i forti e nell’elevare i deboli, grazie alla sua capacità di affrontare temi complessi e controversi con una chiarezza e una passione rare, senza mai indietreggiare di un passo.

Ciao Michela: le lotte, i libri e le battaglie di una scrittrice libera

 

Controversa, irriverente e impegnata, Michela ha messo a nudo le esagerazioni del nostro ambiente politico e culturale, evidenziando l’attrattiva persistente di un fascismo che continua a influenzare e definire le nostre vite e azioni.

Fin dai suoi primi lavori agli ultimi discorsi, ha adottato un approccio obliquo, cercando di descrivere la realtà con un’onestà rigorosa, rimanendo coerente con i suoi ideali e la sua visione dell’amore. Attraverso una prospettiva femminista, antifascista e queer, ha scovato e sfidato l’autoritarismo radicato nella società, cercando di liberare i nostri corpi e le nostre menti da quelle strutture di potere oppressive che, sebbene rifiutate, spesso ci sostengono inconsciamente.

Intervista a Michela Murgia: “Il patriarcato protegge, per questo cambiare è difficile”

Se Michela ci ha incoraggiato a “ricordarla come vogliamo“, nella mia presunzione, allora sono certǝ che il suo desiderio fosse vedere dinamismo nell’interpretazione dei suoi scritti, che noi utilizzassimo la sua infinita saggezza per evolvere concetti nuovi in risposta alle vecchie retoriche che ci hanno portato dove siamo, perché lei stessa, in “Dare la vita” ci esorta a esercitare la nostra libertà di pensiero: “quando qualcosa non vi torna datemi torto, dibattetene, coltivate il dubbio per sognare orizzonti anche più̀ ambiziosi di quelli che riesco a immaginare io… fate casino”.

Con il suo ultimo scritto, Michela ci spiega anche che non dobbiamo per forza essere solǝ a pensare, lottare né a gioire, perché tuttǝ possiamo introiettare ed espandere il suo concetto di famiglia queer – così antico eppure così moderno – ai massimi livelli, condividendo, facendo affidamento sull’altrǝ ed operando secondo il concetto di cura.

Del resto “la famiglia è di tutti”, e io voglio aggiungere che il villaggio è quello che creiamo. Lei ci ha dato gli strumenti, e ora tocca a noi volere quel mondo che lei ha immaginato a tal punto da dargli la vita.

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Stella cometa 13.8.24 - 0:47

Michela Murgia❤️ vivrà sempre nel cuore delle persone intelligenti❤️. Le sue opere e il suo pensiero libero e pulito sono un dono che ci ha lasciato e che la renderanno eterna. Lei vivrà sempre attraverso il suo messaggio d' amore e rispetto verso il prossimo chiunque esso sia che l' ha sempre contraddistinta. Era una donna meravigliosa. Io sono fiero e orgogliosissimo di essere di origini sarde come lei! Senza ombra di dubbio è stata un' intellettuale libera, bella e onesta, un faro di luce in questa nostra Italia. Ciao Michela, un bacione grandissimo ovunque tu sia! E grazie per tutto quello che hai fatto per noi e per la società! ️‍❤️

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