Sull’ultimo numero de IlVenerdì di LaRepubblica c’è un pezzo a firma Michele Ainis intitolato “la dura legge dell’Omofobia“. Un lungo e assai discutibile articolo in cui il 65enne giurista e costituzionalista si chiede se questa legge non finirà per rendere ‘più vulnerabile chi si vuole proteggere’. Esatto, avete capito bene.
Ainis sottolinea in primis come sia ‘falso‘ sostenere che i diritti LGBT alle nostre latitudini ‘non siano tutelati’. Anzi, rilancia. “In Italia gli omosessuali hanno gli stessi diritti degli eterosessuali, benché non possano sposarsi”, precisa.“Dal 2014 i nostri tribunali consentono la stepchild adoption (l’adozione dei minori”), scrive Ainis, facendo sobbalzare chissà quante famiglie arcobaleno. Perché non è propriamente così, come ben sanno mamme e papà che da anni combattono tra tribunali e sindaci. Poi ecco arrivare il tema del giorno, ovvero il DDL Zan. Soppesando “svantaggi e vantaggi” di questo “nuovo reato”, probabilmente “i primi surclasserebbero i secondi”, scrive il giurista. E qui snocciola 3 ragioni.
La prima, sostiene Ainis, è che “se pesti un gay c’è già l’aggravante per futili motivi, non occorre forgiarne una nuova di zecca” , se non fosse che l’aggravante per futili motivi sia soggetta a interpretazione del giudice. Abbiamo già “35.000 fattispecie di reato, meglio sfoltire anziché rinfoltire la matassa”, continua il giurista. La seconda ragione guarda al “valore pedagogico della tolleranza”, che a suo dire “si esercita verso le opinioni sgradevoli e sgradite, non certo verso i bei sermoni”. Peccato che l’eventuale incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza, perché questo andrebbe a punire il DDL Zan (che ricordiamolo non guarda solo alla parte penale bensì anche a politiche attive e di sostegno alle vittime), non si possano propriamente definire ‘opinioni sgradevoli e sgradite’. La terza, infine, guarda alla trasformazione eventuale degli omosessuali in “soggetti vulnerabili con tutti i crismi”. “Sicuri che si tratti di un favore”, si chiede l’editorialista. “Avrebbe fatto piacere a Giulio Cesare questa qualificazione? Sarebbe calzante su Nerone, che sposò due uomini?”. Come se vivessimo ancora ai tempi dell’antica Roma, e non nell’Italia di Salvini, Meloni, Adinolfi, Galdonfini, Pillon, Fontana, e via discorrendo.
“Ma in generale, le misure di speciale protezione verso questa o quella minoranza possono abbassare l’autostima, e in conclusione alimentarne il senso d’inferiorità sociale”, conclude Ainis, cedendo ad un ancor più incredibile finale. “Sicché la legge in difesa dei gay rischia di rivelarsi una legge contro i gay“.
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Sua zia Pina Celona si starà rivoltando nella tomba!
E' incredibile come l'omofobia interiorizzata riesca a sovvertire perfino il rigore logico che un costituzionalista dovrebbe possedere. Pur di portare avanti idee omofobe si arriva a negare le basi del diritto e del buon senso.
A questo punto e mi prendo la responsabilità di quanto scrivo , rompere qualche naso a togati o tunicati od a portatori di cravattini , non farebbe malissimo alla nostra comunità!