Niente gay, testimoni di Geova e poveri nell’esercito cileno

Circolare shock del generale di brigata Chateau inviata ai reclutatori per "stabilire criteri di sicurezza". Le scuse del ministro e del comandante in capo. Le associazioni: "Rimuovetelo"

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Nell’esercito cileno non c’è spazio per i gay, per i testimoni di Geova, per i tossicodipendenti, per le persone con disabilità e per i poveri. A stabilirlo è una direttiva shock firmata dal generale di brigata Cristian Chateau (in foto, qui accanto) e inviata ai reclutatori, incaricati di cercare, per le forze armate cilene, persone "moralmente e intellettualmente" adatte a èrestare servizio nell’esercito.
La polemica è scoppiata immediatamente e l’eco della vicenda è stata talmente vasta che perfino il Ministro della Difesa Andres Allamand e il comandante in capo hanno dovuto scusarsi ufficialmente per l’accaduto.

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“Oggi noi chiediamo al ministro di rimuovere il generale Chateau dalla sua posizione – ha dichiarato Rolando Jimenez, presidente del Movimento per la Liberazione e l’Integrazione degli Omosessuali -. Chiediamo alle autorità di promuovere una cultura della non-discriminazione nelle forze armate” perché, ha continuato "non è possibile che una persona così classista e omofoba sia a capo di un’unità militare così importante come la prima divisione dell’Esercito".
E proprio il generale Chateau ha tentato di difendersi sostenendo che la circolare è già stata annullata e che, comunque, non sarebbe stata applicabile per via della legge contro l’omofobia. Il generale ha poi precisato che l’intenzione era quella di “stabilire criteri di sicurezza per orientare le commissioni di selezione”.

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A seguito del brutale omicidio a sfondo omofobo del giovane Daniel Zamundio, infatti, il Cile ha recentemente approvata una legge contro le discriminazioni e l’omofobia.
"Porgo le mie scuse più sincere a tutti coloro che si sono sentiti colpiti da queste espressioni infelici – ha dichiarato il comandante in capo, generale Fuente-Alba (in foto qui accanto) -. Voglio che il popolo cileno abbia fiducia nel suo esercito, e voglio che abbia la certezza che nell’esercito non esistono discriminazioni di nessun tip. Come comandante in capo mi oppongo in modo categorico a ogni documento, disposizione, regolamento o istruzione interna che discrimini arbitrariamente a qualsiasi persona”. Il generale ha poi garantito che saranno presi tutti i provvedimenti disciplinari del caso.

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