L’ILGA (International Lesbian and Gay Association) è un’associazione internazionale che riunisce più di 400 gruppi LGBTQI+ di tutto il mondo. Nel pieno dei mondiali di calcio in Qatar, travolti dalle polemiche per l’omotransfobia di Stato e il divieto FIFA all’utilizzo di fasce rainbow da parte dei capitani di 8 nazionali, ILGA ha scritto una lettera aperta al presidente Gianni Infantino, 6 giorni fa andato incontro a discutibili e discusse dichiarazioni solo apparentemente concilianti.
“Gentile Presidente della Fédération Internationale de Football Association, Mr. Infantino“, hanno scritto Giulia Ehrt, direttrice esecutiva ILGA World, ed Henry Ko, direttore esecutivo ILGA Asia. “Il Mondiale di calcio maschile in Qatar è appena iniziato e la credibilità della FIFA nel suo impegno per i diritti umani è già del tutto discutibile. Mancano ancora 28 giorni e ILGA World ILGA Asia ti chiedono di rettificare questo problema e di cambiare rotta. Molti tifosi di calcio LGBTQ in tutto il mondo si sono chiesti se avrebbero mai potuto godersi le partite in totale sicurezza. Ci sono voluti solo pochi giorni affinché tutte le contraddittorie e ambigue rassicurazioni del passato – fatte sia dalla FIFA che dal Comitato Supremo del Qatar – si sgretolassero sotto il peso di dichiarazioni e azioni spaventose“.
Va ricordato che l’ambasciatore dei mondiali ha definito l’omosessualità un “danno mentale”, mentre a molti tifosi è stato negato l’ingresso negli stadi se provvisti di cappelli, magliette e bandiere arcobaleno.
“A tre giorni dall’inizio della Coppa del Mondo, abbiamo già visto giocatori minacciati di sanzioni per le fasce One Love, messi in una posizione difficile nel dover scegliere tra solidarietà o correttezza del gioco”, hanno proseguito i due direttori di ILGA. “Abbiamo visto guardie di sicurezza violare la libertà di stampa e la libertà di espressione, impedendo a un giornalista di entrare in uno stadio perché indossava una maglietta con un arcobaleno, prima di lasciarlo finalmente entrare. Un destino simile ha riguardato anche altri tifosi. Nel frattempo, l’eco del tuo discutibile discorso che cerca di difendere il primato dei diritti umani del Qatar non si è ancora disperso. La FIFA ha sviluppato una strategia di sostenibilità per la Coppa del Mondo, che tuttavia non riesce a menzionare in modo significativo i diritti delle persone LGBTQ. Nonostante la presenza di un gruppo di lavoro indipendente sui diritti umani, le domande sono rimaste senza risposta. E ora, le azioni parlano più delle parole e delle precedenti assicurazioni: la libertà di espressione e la non discriminazione non vengono rispettate durante questo Mondiale”.
Parole dure, che vanno a puntare il dito proprio contro il massimo organo calcistico. “Questo va ben oltre il Paese ospitante: si tratta anche della FIFA e del suo impegno per i diritti umani per tutti. L’organizzazione riconosce la non discriminazione come elemento centrale sia nei suoi statuti che nella politica sui diritti umani, ma manca continuamente il passo sulla sua applicazione. Nonostante i numerosi incontri che la FIFA ha tenuto negli anni con le organizzazioni per i diritti umani e gli impegni presi, ciò che sta accadendo è estremamente preoccupante e dovrebbe essere affrontato con la massima urgenza. Se lo sport ha il potere di unire le persone, questa Coppa del Mondo maschile sta fallendo in modo spettacolare. Confidiamo che la FIFA possa cambiare rotta, d’ora in poi, che possa fare tutto ciò che è in suo potere per impegnarsi in modo significativo per i diritti umani per tutti, ricostruendo la fiducia che questi giorni e questi mesi hanno così seriamente offuscato”.
E non solo l’ILGA, ha deciso di scrivere alla FIFA. Anche l’Europarlamento ha condannato il massimo organismo del calcio, parlando di “corruzione dilagante, sistemica e profondamente radicata“, ma soprattutto di aver “gravemente danneggiato l’immagine e l’integrità del calcio” nell’affidare i mondiali di calcio al Qatar. Il Parlamento di Strasburgo si è detto “sgomento per la decisione della Fifa sulle fasce OneLove“, vietate a tutti i calciatori, oltre a chiedere ai principali campionati d’Europa, ovvero Italia, Germania, Spagna e Francia, di “commissariare” la Fifa, “esercitando pressioni affinché si impegni a introdurre procedure trasparenti per l’assegnazione dei Mondiali“. A correre per l’edizione del 2030 troviamo infattianche l’Arabia Saudita, Paese in cui negli ultimi 12 giorni ci sono state 17 esecuzioni capitali.
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