Qatar: “L’omosessualità è un danno mentale”, bufera sull’ambasciatore del Mondiali di Calcio

Il tema dei diritti LGBTQIA+ in Qatar continua ad essere la questione più dibattuta intorno a Fifa 2022.

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“L’omosessualità è un danno mentale” e “l’omosessualità è haram“, cioè proibita secondo l’Islam.

Lo ha dichiarato Khalid Salman, ex calciatore, oggi ambasciatore dei Mondiali di Calcio 2022 in Qatar durante un’intervista alla tv tedesca Zdf che andrà in onda stasera.

“Arriveranno molte cose in Qatar durante i Mondiali. Per esempio, parliamo di gay – ha argomentato Salman “- la cosa più importante è che tutti quelli che accettino di venire qui accettino anche le nostre regole”. Quindi ecco l’ambasciatore di Fifa 2022 prendersela con i bambini: secondo Salman ci sono “problemi con i bambini che vedono i gay”, perché “imparerebbero qualcosa che non va bene”.

A quel punto l’intervista è stata interrotta dal Comitato Organizzatore della Coppa del Mondo, e sull’ambasciatore Salman si è scatenata la bufera mediatica (oltre alle ire funeste degli esperti di marketing e comunicazione di Fifa 2022).

Come abbiamo argomentato in questo articolo, i Mondiali di Calcio in Qatar offrono l’occasione di far emergere le contraddizioni sui diritti umani e civili in un paese islamico come il Qatar.

È di qualche giorno fa la notizia di un ragazzo gay vittima di un pestaggio della polizia.

Human Rights Watch ricorda che ci sono stati casi di persone LGBTQ+ detenute e sottoposte a “maltrattamenti” in Qatar fino al mese scorso, e almeno sei casi di percosse gravi e ripetute, e cinque casi di molestie sessuali, ai danni di persone LGBTQ+ detenute in custodia dalla polizia, tra il 2019 e il 2022. È vero che sono stati compiuti passi in avanti sui diritti dei lavoratori, ma il bilancio di HRW sui diritti civili nel paese arabo è ancora molto pesante.

L’omosessualità maschile in Qatar è perseguita penalmente, con pene fino a 5 anni. L’omosessualità femminile è taciuta, perché le donne in quanto tali sono considerate cittadine di serie B.

David Beckham è stato recentemente accusato dalle associazioni LGBTQIA+ britanniche di prestare il volto come testimonial a un paese nel quale la nostra comunità è perseguitata. La stessa cosa è accaduta a Robbie Williams, Maroon 5 e Post Malone, che si esibiranno durante i campionati.

Oliver Bierhoff, ex calciatore noto in Italia, oggi direttore sportivo della federazione calcio tedesca, si è recentemente scagliato contro la decisione della Fifa di portare i mondiali di Calcio nel paese arabo: “Paese omofobo, assurdo assegnargli il mondiale di calcio” ha dichiarato l’ex juventino.

La calciatrice inglese Beth Mead ha anch’ella preso posizione contro contro i mondiali: “Nessun rispetto per i diritti LGBTQI+”.

Grottesca la recente dichiarazione del ministro degli esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, che davanti all’ipotesi del boicottaggio dei Mondiali di Calcio, ha accusato i paesi occidentali di provare invidia per l’assegnazione di Fifa al paese arabo. Non solo, Al Thani, a proposito della questione specifica della comunità LGBTQIA+, ha detto: “Tenersi per mano non è una dimostrazione pubblica di affetto, per quanto ne sappia”. Il risultato è che nessuno potrà tenersi per mano in Qatar? La farsa è soltanto all’inizio.

Resta immutato il dubbio se questi Mondiali di Calcio non siano l’occasione per portare all’attenzione del mondo intero la questione dei diritti umani e civili nei paesi arabi e nello specifico in Qatar. Grazie a Fifa 2022, davanti a miliardi di telespettatori, per la prima volta in un paese arabo, sventoleranno con orgoglio le bandiere arcobaleno negli stadi. Non solo. Alcuni calciatori hanno annunciato il gesto importante di indossare la fascia con cuore rainbow OneLove durante le partite. Harry Kane, capitano dell’Inghilterra, e i capitani di altre nazionali, come Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Svizzera, Paesi Bassi e Galles, indosseranno la fascia OneLove durante l’intera manifestazione. Così come i calciatori del Galles hanno deciso di indossare in campo la fascia rainbow e di parlare di diritti LGBTQI+. E ancora, il ct della nazionale inglese Gareth Southgate auspica che i calciatori gay facciano coming out: sarebbe magnifico se lo facessero proprio in Qatar.

Soltanto i petroldollari hanno convinto Fifa ad assegnare i Mondiali di Calcio 2022 al Qatar, ma per la comunità LGBTQIA+ è una buona occasione per far emergere le macroscopiche violazioni su diritti civili e umani nel paese arabo. Con buona pace dell’ambasciatore Khalid Salman che ritiene l’omosessualità un problema psichico, ai Mondiali di Calcio molti calciatori europei indosseranno al braccio la fascia “One Love”.

 

 

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ragazzoqualunque 15.11.22 - 19:14

è davvero una decisione orribile quella della fifa ed è incredibile che non si sia parlato tanto di questo prima, sia quando c'è stata la candidatura sia quando c'è stata la sceltà, la vita delle persone vale più dei soldi.

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