Domenica pomeriggio alle ore 16:00 andrà in scena la finalissima della coppa del mondo di calcio tra Argentina e Francia. Si chiuderanno così i mondiali più contestati di sempre, tra scandalo FIFA, diritti negati, morti sul lavoro e mazzette elargite all’europarlamento. Ad ospitare la finale sarà lo stadio Lusail di Doha, meraviglia architettonica da 80mila posti e i colori sabbia e oro ad illuminare seggiolini e tetto. A 5 minuti dallo stadio si trova il Wifaq Family Consulting Center, centro in cui si praticano le abominevoli terapie di conversione, come denunciato dalla Fondazione LGBTQI+ Peter Tatchell.
Wifaq è finanziato dal governo del Qatar come Centro di protezione e riabilitazione sociale (AMAN) e a loro dire diffonderebbe “consapevolezza” ed “educherebbe” alle cosiddette “pratiche di riabilitazione sociale”.
Sul sito ufficiale, Wifaq si vanta della sua dichiarata capacità di “mitigare gli effetti dei rapidi cambiamenti nella famiglia in Qatar”, aumentando anche “l’efficienza dei membri della famiglia per gestire una vita familiare stabile e coesa”.
Una criptica formulazione che allude semplicemente alle barbariche pratiche di conversione, puro e semplice “lavaggio del cervello psicologico e religioso” fatte dai consulenti Wifaq, come denunciato dall’attivista LGBTQ+ Peter Tatchell.
“La maggior parte dei trattamenti di conversione LGBT+ prendono forma da riferimenti familiari nel tentativo di convertire i membri della famiglia“, ha spiegato Tatchell, arrestato lo scorso mese in Qatar per aver protestato contro l’omotransfobia istituzionale del Paese. “Tuttavia, sul sito Wifaq c’è anche un riferimento a casi giudiziari famigliari, e questo può includere richieste specifiche ad un tribunale per il trattamento di conversione obbligatoria“.
Questi trattamenti obbligatori di solito comportano sessioni settimanali di consulenza e orientamento, con annessa “pressione” psicologica e religiosa che può durare per mesi. “Un giovane qatariota gay mi ha confessato di essere stato sottoposto a un programma di conversione gay“, ha detto Tatchell. “Era così traumatizzato dall’esperienza e dalla pervasiva omofobia vissuta in Qatar, che in seguito si è suicidato“.
L’ONU ha paragonato le terapie di conversione alla tortura. L’omosessualità è punibile in Qatar fino a sette anni di carcere. Secondo la legge della Sharia, fino alla morte per lapidazione. Nell’ultimo anno diversi Paesi hanno vietato per le legge le terapie di conversione, come ad esempio Belgio, Messico, Grecia, Israele e Francia. In Italia tutto tace. Nel 2016 l’ex senatore Lo Giudice aveva avanzato una proposta per rendere la terapia di conversione illegale, ma non è mai arrivata a essere discussa.
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