Free to read: What happened when Qatar World Cup security detained me for 25 minutes for wearing a t-shirt supporting LGBTQ rights, forcibly took my phone and angrily demanded that I remove my t-shirt to enter the stadium. (I refused.) Story: https://t.co/JKpXXETDkH pic.twitter.com/HEjr0xzxU5
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Il campionato del mondo più contestato di sempre continua a far parlare di sè, nel peggiore dei modi. Dopo l’incredibile decisione FIFA, che ha vietato alle nazionali di scendere in campo con una fascia rainbow contro l’omotransfobia, diversi tifosi hanno denunciato quanto avvenuto all’ingresso degli stadi. Tutto ciò che è arcobaleno viene fatto buttare dagli addetti ai controlli. Cappellini, bandiere, t-shirt.
Su Twitter il giornalista Grant Wahl ha rivelato che gli è stato chiesto di cambiarsi maglietta, perché arcobaleno, prima di vedere la partita USA-Galles, lunedì sera, aggiungendo di essersi rifiutato e per questo “detenuto per 25 minuti“.
“Sto bene, ma è stato del tutto inutile. Sono al centro multimediale, ancora indosso la mia maglietta. Sono stato trattenuto per quasi mezz’ora”. In seguito Wahl ha aggiunto di essere stato in contatto con “rappresentanti sia della FIFA che degli Stati Uniti” che “mi hanno pubblicamente detto che i colori dell’arcobaleno su magliette e bandiere non sarebbero stati un problema ai Mondiali del Qatar”. Verissimo, c’erano state ampie rassicurazioni in merito.
Anche ITV News ha riportato incidenti simili, twittando un video dell’ex capitana del Galles Laura McAllister, oggi 57enne alla quale è stato chiesto di “togliersi il cappello arcobaleno“, prima di entrare all’interno dello stadio. “Hanno insistito sul fatto che se non mi fossi tolta il cappello non mi avrebbero fatta entrare”.
Secondo quanto emerso, la FIFA avrebbe chiesto urgenti spiegazioni agli organizzatori del Qatar. Parola del Guardian. Questo perché il Qatar aveva assicurato che le bandiere rainbow avrebbero potuto sventolare negli stadi del mondiale. Ma così non è. Anzi, la censura avrebbe coinvolto non solo le bandiere bensì tutto ciò che ha i colori dell’arcobaleno.
Nei giorni scorsi il massimo organismo del calcio internazionale è stato ampiamente criticato per aver minacciato quei capitani disposti a scendere in campo con una fascia rainbow OneLove, contro l’omotransfobia. Se l’avessero fatto sarebbero andati incontro ad un’ammonizione. Sette nazionali, che avevano precedentemente annunciato l’intenzione di indossare la fascia, hanno fatto marcia indietro. Un ricatto vero e proprio, il più incredibile e inaccettabile degli autogoal.
© Riproduzione RiservataFootage appears to show security ask former Wales captain Laura McAllister to take her rainbow hat off at the Ahmed bin Ali Stadium.
Wales’ Rainbow Wall, a group of LGBTQ+ supporters, said the hats were taken from women ahead of entryhttps://t.co/Bbmn2b4T0N pic.twitter.com/Caz0cGzZy6
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