Spesso si legge di 40 o 50enni che decidono di uscire dall’armadio e vivere la loro omosessualità senza problemi. E spesso, sono molti coloro che si stupiscono, perché dopo decenni “nascosti” hanno deciso di fare coming out. Ma lo sappiamo, oramai: non c’è un’età giusta o sbagliata per questo passo, così come non c’è una finestra temporale da rispettare, oltre la quale non è più possibile farlo. Ma in certi casi, si parla anche di rimpianto.
Solo la settimana scorsa avevamo parlato di Megan, una ragazza lesbica che a 20 anni ha deciso di uscire dall’armadio, dicendolo alla madre. Per la sua difficoltà ha anche perso la sua compagna, la quale non poteva portare avanti una relazione con una ragazza che non era sé stessa fino in fondo.
Il rimpianto nell’essere usciti “tardi”
Tramite Reddit, un ragazzo 29enne parla proprio del rimpianto nell’aver fatto coming out tardi, ripensando a tutte quelle cose che si è perso. L’evento in un locale queer a cui sarebbe voluto andare. Il ragazzo perfetto che però desiderava vivere la storia alla luce del sole. I pride a cui non ha mai partecipato.
Soprattutto durante questi lunghi giorni di isolamento COVID, sono gravato da tutto questo rimpianto per gli anni in cui sono stato chiuso nel mio armadio. Continuo a pensare a tutti i ragazzi con cui ho perso le opportunità, a tutti i ricordi divertenti che ho perso e agli anni di odio per sè stessi.
Abituati in una società etero-normativa, il fatto di essere omosessuali per alcuni può portare a chiedersi “perché sono sbagliato?“. E questo, ovviamente, allontana il coming out. E si chiede, in particolare, come superare questo rimpianto?
Le risposte alla sua domanda
Recuperare gli anni persi. Allontanare questo senso per aver rinunciato a troppe cose che gli avrebbero cambiato la vita. Il ragazzo scrive che a 29 anni gli sembra di aver perso parte della sua vita a fingere di essere etero. E ora, gli rimane solo il rimpianto.
Dalle risposte ricevute, si nota come sono molti coloro che hanno deciso di fare coming out intorno ai 23-25 anni, ed è comune il rimpianto nel non averlo fatto prima. E solo per il fatto che avrebbero avuto un rapporto diverso con la famiglia, con gli amici. E con la loro vita in generale.
Poi, arrivano le risposte da alcuni uomini gay più maturi, che spiegano il loro concetto di rimpianto. Uno spiega che è stato meglio, in un certo senso, perché è uscito con più conoscenza e saggezza:
Ci è voluto molto tempo, e suppongo che ci sia un vantaggio nel fatto che essere un po’ più maturo quando ho iniziato a farmi coinvolgere mi ha aiutato a tenermi fuori dai guai.
Il rimpianto, certo, è presente, come spiega un altro utente:
Anche se ogni tanto ritornano questi rimpianti, è anche quasi difficile ricordare com’era la mia vita prima di uscire a causa di quanto è successo e di quanto è cambiato da allora.
A 23 anni, 29 o 50, un rimpianto ci sarà. Ma a cosa serve pensare a quanto si è perso, quando c’è ancora tutta una vita davanti?
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