La bandiera trans* sfregiata da una svastica a tre giorni dalla Giornata Mondiale contro l’Omobilesbotransfobia. Basterebbe questo per far suonare qualche campanello d’allarme in coloro che oggi si ostinano a minimizzare l’ormai pervasivo problema della discriminazione e della violenza sistemica contro la comunità LGBTQIA+ in Italia.
È successo ieri a Roma, e questa volta a finire nel mirino dei vandali sono state le varie locandine che promuovevamo la manifestazione del 18 maggio per l’autodeterminazione delle persone trans, non binarie e intersex contro la violenza istituzionale.
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La stessa che, a inizio anno, ha portato questo governo ad eliminare ogni riferimento all’omocausto in una circolare ministeriale durante le celebrazioni per la Giornata della Memoria. A quanto pare, alcune persecuzioni nazifasciste furono ritenute più rilevanti di altre.
Alcune locandine sono state strappate, mentre sull’ultima è stato inciso – probabilmente con un coltello – il simbolo più greve e inquietante possibile. Un messaggio chiaro e diretto, per far sapere alla comunità LGBTQIA+ che non è più la benvenuta.
Sarà difficile individuare il singolo colpevole, e forse non sarà nemmeno necessario, poiché i veri responsabili sono coloro che permettono a questo clima di violenza, paura e repressione di prosperare, quando non sono i primi ad incoraggiarlo.
La candidatura di Roberto Vannacci alle elezioni europee, i continui attacchi istituzionali contro le famiglie arcobaleno e le persone trans*, l’uso del linguaggio d’odio come strumento per raccogliere consensi e infine la strumentalizzazione delle identità LGBTQIA+ per instillare paura e intolleranza verso tutto ciò che si discosta dallo status quo. Tutto questo viene fatto in nome di una presunta libertà di opinione che, in realtà, non è altro che sdoganamento dell’odio – e i segnali sono ormai ben evidenti.
L’unico modo per contrastare questo disturbante trend è oggi quello di rimanere visibili e resistenti.
“Questo è un grave atto transfobico, nonché violenza sistemica, che deve farci riflettere su quanto la partecipazzione di tuttx sia necessaria alla manifestazione del 18 maggio a Roma” – si legge nel post Instagram di Elia Bonci, che ha denunciato l’accaduto ieri sera.
L’appuntamento è quindi fissato per il 18 maggio alle 14:30 in Piazzale Ostiense. Sarà un’occasione per far sentire la voce della comunità trans* e rispondere con determinazione a chi vorrebbe relegarci all’angolo.
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