Donald Trump, pluri-indagato e condannato, punta a tornare alla Casa Bianca nel 2024. Le primarie repubbicane che ad oggi lo vedrebbero sfidare Ron DeSantis parrebbero una formalità. Gli ultimi sondaggi danno il governatore della California staccato di 42 punti da Trump, che guida con il gruppone con il 55% dei consensi, rispetto al 13% di DeSantis. Più emergono scandali nei confronti e processi del tycoon (è in arrivo per lui una quarta incriminazione), più gli elettori repubblicani si stringono attorno a lui.
Nel corso dell’ultimo comizio in New Hampshire, Trump è tornato ad attaccare la comunità transgender, promettendo che se sarà rieletto presidente riprisinterà il bando nei confronti dei militari trans, da lui voluto e da Joe Biden cancellato una volta arrivato alla Casa Bianca.
“Vieterò al Department of Veterans Affairs di sprecare un solo centesimo per finanziare interventi chirurgici transgender o procedure di cambio di sesso“, ha urlato alla folla del New Hampshire. “Quei preziosi dollari dei contribuenti dovrebbero servire per prendersi cura dei nostri veterani bisognosi, non rimborsare esperimenti di genere radicali per la sinistra comunista. Ripristinerò anche il divieto dei transgender nell’esercito… L’avevamo già banditi“.
Trump ha poi affermato che ai generali dell’esercito americano “non piacciono” le persone transgender che prestano servizio nelle forze armate. L’ossessione dell’ex presidente nei confronti delle persone trans nell’esercito è iniziata nel 2017. Inizialmente i tribunali avevano bocciato la sua norma, poiché visibilente discriminatoria. Nel 2019 la legge è però entrata in vigore, negando la possibilità di ricoprire incarichi militari ai soldati e alle soldatesse trans. Nel 2020, appena eletto presidente, Biden ha rimesso le cose apposto. E ora Trump è ripartito alla carica.
Si tratta dell’ennesima minaccia omobitransfobica del tycoon, che già nei mesi scorsi aveva annunciato l’intenzione di vietare a tutte le donne trans di poter prendere parte a sport professionistici da un punto di vista agonistico., per poi sostenere che “la follia trans preoccupa più delle tasse” e la volontà di “vietare la transizione di genere per i minori”.
L’amministrazione Trump, andata avanti dal 2016 al 2020, è stata la più dichiaratamente omobitransfobica di sempre, per quanto Ron DeSantis, in un surreale video elettorale di inizio estate, ha definito l’ex presidente un “amico della comunità”.
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