Il consigliere di Luigi Di Maio e sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità Spadafora va all’attacco della Lega di Matteo Salvini.
Vincenzo Spadafora ha voluto dire la sua, dopo il decreto Sicurezza proposto da Salvini e il clima di razzismo ed omofobia che ormai da mesi si sta respirando in Italia. Pentastellato di prim’ordine, il sottosegretario ha spiegato al Corriere della Sera che le differenze tra 5s e leghisti ci sono. Con sensibilità culturali molto diverse tra i due partiti.
“Il contratto di governo non prevede un arretramento culturale sui diritti. Il M5S deve assumersi la responsabilità fortissima di tenere alta l’attenzione su questi temi” afferma. Poi, ha lanciato una leggera critica anche al ministro Fontana: “Non possiamo cadere nella trappola di alimentare un clima di discriminazione verso chi è considerato diverso, immigrati, persone di colore, omosessuali. Non possiamo non vedere che esistono le famiglie arcobaleno“. Poi, espone tutta la sua perplessità al disegno di legge del senatore Pillon, leghista omofobo, classificando il testo come un episodio che desta allarme. “Una proposta antistorica, perché non tiene presente l’interesse dei bambini e riduce tutto a chi è a favore dei padri e chi delle madri” ha spiegato.
Spadafora e Fico uniti contro la linea dura sui migranti
Non si risparmia nemmeno sul leader leghista, affermando che per temi complessi come quello dei migranti si richiede il tempo dell’analisi, e non delle comunicazioni social, tanto care al vice-premier. Preoccupato per quanto accaduto a Lodi e a Riace, critica pesantemente gli ultimi provvedimenti adottati dal Viminale, mostrando il Movimento Cinque Stelle come un’alternativa della Lega. E non un unico partito.
Una critica, dunque, senza mezze misure alla Lega, e a Salvini: “Non mi sentirei così tranquillo di questo 34% (l’apprezzamento degli italiani sulla Lega, ndr). Poi la Lega da sola non è autosufficiente. Con questa legge Salvini finirebbe di nuovo in braccio alla Meloni e a Berlusconi, di cui oggi si è liberato grazie a noi“.
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Vai ministro!
Caro Spadafora, finalmente sei venuto fuori. I pugni, però, non vanno sbattuti attraverso il Corriere della Sera ma pubblicamente in televisione e nelle piazze proprio come fa il Signor Salvini ininterrottamente dall'ultima campagna elettorale