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Afghanistan, persona non binaria accoltellata per 18 volte e data per morta dai talebani

Prosegue l’incubo quotidiano degli afgani queer, cacciati dai talebani con l’unico intento di eliminarli.

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Dinanzi all’invasione russa dell’Ucraina non si parla più di Afghanistan, ma l’inferno per le persone queer nel Paese prosegue. I talebani continuano a cacciarle con l’unico intento di sterminarle, con tanto di kill list a disposizione, con un’ultima terrificante storia che ha coinvolto una persona non binaria, e omosessuale, accoltellata per 18 volte dai talebani, che l’hanno poi lasciata lì in terra, in totale solitudine, perché convinti fosse morta. Ma Sara, che non ha voluto rivelare il proprio cognome, era ancora viv*.

I talebani, ha confessato Sara ad un’agenzia di stampa, volevano ucciderlo. “Vergognati, è arrivato il momento di finire persone come te”, hanno urlato i suoi assalitori, che si sono così avventati sul 23enne. 18 le coltellate inferte, su gambe, stomaco, schiena.

Nemat Sadat, attivista gay afgano-americano, ha aiutato Sara pagandogli cibo e ostello. Sadat, che vive in California, ha aperto una pagina GoFundMe per salvare gli afgani LGBT+: “Prima che i talebani salissero al potere, c’erano così tante persone transgender e non binarie. Molte lavoravano   in tv, facevano sfilate di moda, concerti: era tutto così visibile”. Nemat ha aggiunto che la comunità queer afgana si sente ormai persa, sconfitta, “perché anche i loro alleati li hanno abbandonati e hanno voltato loro le spalle”.

Un rapporto di Human Rights Watch e OutRight Action International ha affermato a inizio 2022 che gli afgani LGBT+ si trovano ad affrontare una “situazione sempre più disperata”, dopo il ritorno al potere dei talebani. Il report di 43 pagine, intitolato “Anche se andrai nei cieli, ti troveremo”, presenta interviste a 60 afgani queer condotte tra ottobre e dicembre dello scorso anno, con terrificanti dettagli che abbracciano minacce, violenze e aggressioni sessuali.

È difficile sopravvalutare quanto devastante – e terrificante – sia stato il ritorno del governo talebano per gli afgani LGBT+“, ha affermato J Lester Feder, ricercatore di OutRight Action International. “Abbiamo parlato con afghani LGBT+ sopravvissuti a stupri di gruppo, attacchi di massa, braccati dai loro stessi familiari che si sono uniti ai talebani. Persone che non hanno più speranza nelle istituzioni. Per quelle persone LGBT+ che vogliono fuggire dal paese ci sono poche buone opzioni; la maggior parte dei Paesi vicini all’Afghanistan criminalizza le relazioni omosessuali“.

 

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