A inizio luglio Cathy La Torre ha annunciato la sua candidatura a sindaca di Bologna. Con lo slogan “Tutta tua la città“, l’avvocato e attivista LGBT aveva così deciso di scendere in campo. Non c’è ancora la certezza nella sua candidatura, ma come confessato a suo tempo c’è “una voce dentro” che glielo chiede.
Purtroppo, se in molti hanno accolto positivamente l’idea, alcuni hanno reagito malamente. E hanno dimostrato tutto il loro odio attraverso i social. Al sicuro dietro uno schermo del computer.
Insulti, violenze verbali. Questo deve subire Cathy La Torre, a seguito della sua candidatura. Una vera e propria campagna d’odio. I messaggi e i commenti la definiscono come z*ccola, str*nza, cestino dell’immondizia. Altri le dicono, “sparati”, la definiscono una “povera idiota” oppure un “pezzo di m*rda grande grande” e “povera deficiente”. A queste, si aggiungono le offese per il suo orientamento sessuale, ed ecco arriva “cesso” e “lesbica di m*rda“. Ma non solo: a tutto questo si aggiungono anche degli account falsi che si spacciano per lei. Questi, da quanto riportato dalla stessa legale, promettono premi e soldi e ai follower.
Un odio che Cathy La Torre si aspettava. Ma non così
Se l’annuncio della candidatura è stata una vera sorpresa per tutti, per lei la sorpresa è stata l’ondata di odio che ha ricevuto. Se lo aspettava: è una donna, è lesbica, è un’attivista. Ma non pensava si arrivasse a tanto.
Ma saranno forse proprio questi commenti che potrebbero portare Cathy La Torre ad eliminare qualsiasi dubbio sulla sua discesa in campo.
Ma proprio quest’odio, sappiano costoro, mi spinge con ancora maggiore forza a proseguire lungo la strada che ho imboccato. Perché evidentemente ve ne è bisogno, e non saranno insulti e minacce a farmi retrocedere. Anzi.
E sebbene la corsa per il nuovo sindaco di Bologna sia ancora lunga (si voterà il prossimo anno), gli ingranaggi hanno iniziano a lavorare, per arrivare pronti nel 2021 per combattere odio, discriminazioni, e per regalare a Bologna una sindaca capace e coraggiosa.
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