1017 emendamenti, la stragrande maggioranza a firma Lega e Fratelli d’Italia, con l’unico obiettivo di fare puro e semplice ostruzionismo. Il DDL Zan è andato oggi incontro ad una prima importante decisione, perché in Commissione Giustizia si è deciso il contingentamento degli emendamenti. I gruppi potranno segnalarne al massimo 10 per ciascuno degli articoli presenti nel testo (inizialmente erano 5, poi si è giunti ad un compromesso), in modo da accelerare i tempi e arrivare alla Camera dei Deputati il 27 luglio, come previsto.
Come segnalato nei giorni scorsi, nulla di clamoroso visto e considerato che la maggior parte degli emendamenti leghisti e di Fratelli d’Italia sono totalmente privi di contenuti, demenziali nel loro spaziare tra calvizie, nanofobia e l’istituzione della Giornata contro Eterofobia, come solo pochi giorni fa si vantava il senatore Simone Pillon, che oggi neanche a dirlo grida alla censura, al bavaglio.
“Indegno colpo di mano della maggioranza alla camera”, scrive Pillon su Facebook aizzando i propri follower. “Viene imposto il limite di 5 emendamenti a gruppo per ogni articolo. Si riempiono la bocca di democrazia e poi discriminano le opposizioni scavalcando i regolamenti parlamentari. Per fortuna che il relatore Zan diceva di non voler imbavagliare nessuno. Se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo prepararci tutti alla galera. Vergogna!!! Non ci fermerete“.
Orgogliosamente autore di 232 emendamenti, Pillon voleva evidentemente discutere del niente, visto e considerato che il niente riecheggia in quei pezzi di carta, facendo perdere tempo a quel parlamento che lui stesso definisce ‘occupato’ dalla lobby gay. Un cortocircuito che va ben al di là di qualsivoglia buon senso, con l’unico ormai dichiarato obiettivo di ‘buttarla in caciara’. Al senatore Pillon, ai leghisti tutti e ai compari di Fratelli d’Italia basterà semplicemente scegliere gli emendamenti più concreti, quelli che ritengono più importanti, sensati, scritti meglio. Riusciranno a trovarne 10 per articolo? Questo è il vero dilemma.
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