Non è un caso che al governo del paese sia stato chiamato un tecnico, un uomo di alto profilo come Mario Draghi. Perché l’evidenza di un Parlamento completamente scollegato dalla realtà emerge ogni giorno di più. Un Parlamento che non solo non è stato in grado di esprimere un esecutivo di governo, e da qui la chiamata di un esterno come Draghi. Anche dal punto di vista legislativo, le due camere che dovrebbero legiferare si dimostrano incapaci di ascoltare il respiro profondo del popolo sovrano. Torniamo al DDL Zan: gli Italiani sconfessano completamente le scelte del Senato. Ma andiamo con ordine.
È passata quasi una settimana dall’indecente tagliola che ha ammazzato il DDL Zan in Senato, con 154 senatori nascosti dal voto segreto che hanno voluto affondare la legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo ad un anno dalla sua approvazione alla Camera. Una settimana in cui tutti i partiti si sono accusati a vicenda, al cospetto di una parte di popolazione ancora una volta discriminata, offesa, stritolata tra giochini di palazzo certificati da quell’indecente e indimenticato applauso.
Eppure la maggioranza degli italiani era favorevole all’approvazione del DDL Zan. Nell’ultimo anno non è stato pubblicato un solo sondaggio che dicesse il contrario, con l’ultimo, realizzato da Demos & Pi per LaRepubblica, a ribadirlo. Il 60% degli italiani intervistati si è detto molto favorevole / favorevole al DDL, con il 25% contrario / molto contrario. Una vittoria schiacciante. Ma è tra gli elettori dei vari schieramenti che emerge una verità che rimarca la gigantesca distanza tra società civile e parlamento. Anche tra gli elettori di centrodestra, infatti, sono i favorevoli al DDL a prevalere. Il 57% degli intervistati di Forza Italia (il 27% contrari); il 49% degli elettori di Fratelli d’Italia (il 40% contrari) e il 48% degli elettori della Lega (il 37% contrari). Tra gli elettori di centrosinistra abbiamo invece un parere favorevole / molto favorevole dal 76% degli elettori Pd (contrari il 10%) e dal 76% degli elettori 5 Stelle (contrari il 17%), così come oscillano tra il 70% e l’80% di sostegno al DDL gli elettori di Italia Viva.
Interessanti anche i dati relativi alle fasce d’età. Tra i 18 e i 29 anni di tutti gli schieramenti si assiste ad un 82% di favorevoli al DDL, contro un 14% di contrari. Più si avanza con l’età e più diminuisce la quota di sostenitori. Tra i 30 e i 44 anni scende al 70% (20% contrari); tra i 45 e i 54 anni scende al 58% (33% contrari); tra i 55 e i 64 anni scende ancora fino al 55% (28% contrari); mentre al di sopra dei 65 anni si scende sotto il 50% di consensi, ovvero al 45%, contro il 27% di contrari.
Ultima tabella relativa a chi frequenta la messa. Coerentemente con quanto scritto e detto dalla Chiesa cattolica negli ultimi 18 mesi, tra gli assidui praticanti ‘solo’ il 40% si dice favorevole / molto favorevole al DDL Zan, contro il 37% dei contrari. Ma è da notare come anche in questo caso i sostenitori siano maggioritari. Tra i saltuari della messa i favorevoli salgono al 68%, contro il 19% dei contrari, mentre tra i non praticanti il 61% dei cattolici intervistati si è detto favorevole, contro il 26% dei contrari.
Complessivamente, anche l’ultimissimo sondaggio sul DDL Zan, affossato a palazzo Madama tra esultanze e applausi da parte dei banchi di centrodestra, rimarca le enormi differenze di posizioni tra la società e il parlamento.
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