Marco Dianda è un ragazzo che con impegno e dedizione ha studiato a testa bassa per anni per diventare educatore di bambini dai zero ai tre anni. E’ un ottimo insegnante, preparato e serio. Ma Marco Dianda è anche omosessuale. E quando è così, la bravura va in secondo piano. Improvvisamente, diventa scomodo.
E Marco si è sentito dire: “Sarà anche bravo. Ma un lavoro così non lo può fare. È contronatura“. Perché in Italia, nel 2020, se sei gay, non puoi lavorare con i bambini.
La storia di Marco, che non può fare l’educatore perché gay
A rendere noto quanto successo è lo stesso Marco Dianda tramite il suo profilo Instagram. A fianco di una sua foto, Marco spiega che tra pochi giorni concluderà la sua attività, dopo 4 anni. Si concederà un po’ di riposo, per poi riprendere gli studi per la laurea magistrale, che stava portando avanti assieme al lavoro da educatore.
A chi diceva “peccato sia finocchio”, nonostante la sua bravura con i bambini, Marco ha voluto rispondere spiegando che un orientamento sessuale non porta a fare bene o male un lavoro, a un omosessuale non è proibito di fare certi lavori, solo perché contro natura o considerato un pedofilo. E certo, è saltata fuori anche la pedofilia. Lo dice lo stesso Marco, nel suo post.
Essere omosessuale non significa essere un pedofilo, un maniaco, un manipolatore di menti o altro… significa solo una cosa: portarsi sulle spalle l’ignoranza altrui, quell’alone di stupidità che se non si ha forza a sufficienza finisce per ridurci ai minimi termini.
Marco se ne va felice, ma anche con po’ di amaro in bocca. Perché se per molti genitori lui è un educatore competete e bravo nel trattare con dei bambini così piccoli, altri non lo vorrebbero nemmeno vedere vicino ai figli:
Sono stati quattro anni sicuramente densi di emozioni positive ma anche di qualche retrogusto amaro… in primis mi sono reso conto che il settore educativo 0-3 anni è sempre più sacrificato, sottopagato e ignorato dalla politica che non ne coglie l’importanza… in seconda battuta me ne vado con la consapevolezza che per la quasi totalità dei genitori sono stato un buon educatore ma che per pochi altri, a causa del mio orientamento sessuale, non lo avrei mai dovuto/potuto fare… e a questo punto mi voglio togliere un bel macigno dalla scarpa una volta e per tutte.
Se un omosessuale non può fare l’educatore di nido perché “contronatura” (cit.), allora ditemi, essere eterosessuale è la condizione base per trattare bene i bimbi? ogni eterosessuale diventerà sicuramente un buon educatore o genitore?
Ma il ragazzo non si arrende di certo:
No, non permetto a nessuno di mettere in dubbio la mia professionalità e l’amore per i bimbi e per le loro famiglie, non permetto a nessuno di continuare a portare avanti questa campagna d’odio che riduce la mia persona ad un’etichetta che eclissa tutto quello che di buono faccio ogni giorno… “è un bravo educatore ma è FINOCCHIO”… io sarò anche “finocchio” ma fortunatamente la gente sopra questo dettaglio sorvola e vede molto altro in me.
Ed è anche per quest’ultima esperienza che si comprende l’importanza di una legge contro l’omotransfobia, forse inutile in questo caso particolare, ma che potrebbe sensibilizzare un po’ di più l’intera società nei confronti di una comunità bistrattata, ignorata e attaccata da ogni parte.
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Chi crede che un omosessuale in qaunto tale non possa occuparsi dei bambini è malato.