Fabio Canino, intervista: “Scandaloso che nessun vip difenda le famiglie arcobaleno. Terrorizzati dal governo Meloni”

Venerdì ospite del Lovers Film Festival di Torino, Canino ha tuonato: "Alzano la voce solo quando devono promuovere un disco, un film, un libro. In quel caso sono tutti amici della comunità. Quando c'è veramente da dare una mano, stanno tutti zitti".

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Fabio Canino, intervista: "Scandaloso che nessun vip difenda le famiglie arcobaleno. Terrorizzati dal governo Meloni" - Fabio Canino - Gay.it
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Prende vita oggi la 38° edizione del Lovers Film Festival di Torino, il più antico festival italiano sui temi LGBTQI+ diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio Mai, che si terrà fino al 23 aprile presso il Cinema Massimo, la multisala del Museo Nazionale del Cinema.

Tra i tantissimi ospiti di questa edizione anche Fabio Canino, che venerdì parteciperà alla consegna del premio di 500 euro “Riflessi nel Buio“, dedicato a un film realizzato in un Paese dove la condizione omosessuale è un pericolo e un rischio a volte per la vita. L’ingresso sarà gratuito, alle ore 18:15, con proiezione di tre cortometraggi. Per l’occasione abbiamo intervistato Fabio.

fabio canino ballando con le stelle 2022


Tra pochi giorni sarai al Lovers Film Festival di Torino per un premio molto importante. Vuoi parlarcene?

“È uno dei premi più importanti, a mio avviso, in questo preciso momento storico. Perché va a premiare registi e autori che vivono in Paesi dove ci sono dittature che riescono comunque a far sentire la voce della comunità. Ho grande ammirazione per chi vive in questi Paesi, riuscendo a ribellarsi, a dire la sua, con grandi difficoltà. Far parte di questo panel mi rende molto orgoglioso. La parola orgoglio prende finalmente una piega che mi piace”.

Anche perché ricordiamo che nel mondo ci sono circa 60 Paesi dove l’omosessualità è ancora illegale, e uno dei Paesi d’Europa, l’Ungheria di Orban, si sta pericolosamente avvicinando a queste estremizzazioni omotransfobiche.

Non solo, è anche appoggiata dal governo di questo Paese. Vorrebbero anche loro e spero non ci riusciranno, ma la presidente Meloni è molto amica e molto d’accordo con quello che fa Orban. Più che mai adesso alzare la voce è importante, bisogna farsi sentire“.

Non a caso Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, ha chiesto alle celebrità d’Italia di esporsi, di proferire parola, dinanzi agli attacchi del governo Meloni alle coppie omogenitoriali.

Io trovo scandaloso che nell’ambiente dello spettacolo non ci sia stato uno che abbia alzato la voce, dicendo intanto “non solo queste sono tutte bugie, falsità”, ma soprattutto che è pericoloso. Non ce n’è uno perché adesso hanno tutti il terrore di questo cambio ai vertici, cambi in Rai. Hanno tutti paura e stanno tutti zitti. Alzano la voce solo quando devono promuovere un disco, un film, un libro. In quel caso sono tutti amici della comunità. Quando c’è veramente da dare una mano, stanno tutti zitti“.

Credi quindi che questo silenzio sia legato a tornaconti personali, più che a tanta ignoranza su determinati argomenti?

C’è sempre un ternaconto”. “Credo che ci si nasconda dietro l’ignoranza, ma se sei interessato a scoprire la verità basterebbe informarsi. Se non ti informi vuol dire che non ti interessa“.

Anche tu sei un personaggio Rai, dal 2007 giudice di Ballando con le Stelle, ma ci metti la faccia. Non ti sei mai posto ‘freni’ e/o ‘censure’, in considerazione anche del governo appena insediatosi.

Ci ho fatto i conti da sempre, mi sono sempre esposto ma non la considero nemmeno un’esposizione. Non credo ci siano altre possibilità se non dire la verità. Parlare a nome di coloro che non possono parlare. Ci ho rimesso, avrei potuto fare tutt’altro tipo di carriera, sfolgorante, come tanti miei colleghi che stanno zitte e zitti. Ma io trovo fondamentale dire le cose, perché a forza di stare zitti si arriva alla Meloni. “Ci sono artisti che hanno un agente omofobo al mille per mille, e nessuno di loro, che fanno tanto i fighi, quelli moderni e  progressisti, ha detto una parola”. “Qui non c’è bisogno di fare il commento a latere. Qui ci sarebbe bisogno di dire “state facendo una cazz*ta, siete fuori dal mondo e dal tempo”. Ma questo non lo dirà mai nessuno“.

Questo Governo ha già messo e sta mettendo le mani in Rai, con nuovi ingressi e altri personaggi forse presto cacciati.

“Le hanno già messe le mani in Rai, basta guardare i programmi in onda”.

E tu non hai paura di finire nella lista nera?

“Quello che dovevo fare l’ho fatto. Il mio percorso è segnato, so di essere un privilegiato. Poi sono molto furbi, non è che ti spostano, in modo tale che tu possa lamentarti. È una cosa lenta, ti lavorano ai fianchi”.

Fabio Canino, intervista: "Scandaloso che nessun vip difenda le famiglie arcobaleno. Terrorizzati dal governo Meloni" - Ballando con le Stelle Alex Di Giorgio - Gay.it

A settembre si riparte con Ballando con le Stelle, con una stagione passata molto fortunata e molto chiacchierata. Anche sul piano dell’inclusione LGBTQIA+, con Alex Di Giorgio abbiamo visto la prima coppia same-sex composta da due uomini gay. Quanto è ancora oggi importante mostrare simile rappresentazione nel prime time Rai?

“Ballando è sempre stato un programma inclusivo. Abbiamo avuto la prima concorrente transessuale, Lea T. Abbiamo avuto vari personaggi di varie diversità e con molta serenità sono sempre stati presentati, senza voler scavare nel torbido. Milly e tutti gli autori sono sempre stati molto corretti e onesti. E’ importantissimo che nel principale show del sabato sera di Rai1 si rappresentino tutti. Come è nella realtà. Se in alcuni programmi si vuole fingere che il mondo sia fatto in un certo modo, ci sono altri che grazie a Dio mostrano come sia fatto in maniera diversa. È importantissimo, ora più che mai”.

Proprio restando su Alex Di Giorgio, c’è chi ti ha criticato perché in una puntata non lo hai ‘difeso’ solo in quanto omosessuale, dandogli un brutto voto.

“E mi ha anche molto colpito. In una puntata mi sono anche commosso davanti ad Alex, perché mai avrei pensato nella mia vita di vedere una cosa del genere. Ma non siamo una razza protetta, quando in un’altra sua esibizione non mi è piaciuto non gli ho dato un buon voto e si sono scatenati una serie di personaggi contro di me ad urlarmi “non l’hai difeso, era gay”. Ma che siamo una razza da proteggere? Io l’ho trattato come ho trattato tutti gli altri concorrenti, perché è così che funziona. Non è che se sei gay hai un punto in più. Se non ti reputo bravo come un altro non ti do un buon voto. Invece di apprezzare il fatto che non ho votato in funzione del suo orientamento sessuale, alcuni mi hanno criticato. E mi è sembrato folle”.

Fabio Canino, intervista: "Scandaloso che nessun vip difenda le famiglie arcobaleno. Terrorizzati dal governo Meloni" - Ballando con le Stelle Alex Di Giorgio e Moreno Porcu commuovono Fabio Canino - Gay.it

 

Anche in giuria ci sono state non poche polemiche. Dall’esterno è apparso incrinato il rapporto tra voi giurati, soprattutto nei confronti e da parte di Selvaggia Lucarelli. Cosa è successo?

“Se nelle altre edizioni ogni giudice dava un suo voto e la cosa finiva lì, quest’anno alla fine di ogni giudizio c’era Selvaggia che dava il giudizio sul giudizio del collega. Stiamo comunque parlando di una giuria fatta da persone diverse, che vengono da esperienze diverse, quello che si vede è vero, è proprio quello che succede, non c’è niente di finto. Se una sera ti girano le scatole si vede che ti girano le scatole”.

Pensi che la ritroverai in giuria, l’anno prossimo?

“Non ne ho la più pallida idea, te lo dico sinceramente. Ho altro a cui pensare”.

E allora concentriamoci su questo “altro”. Che progetti ci sono in vista? Nuovi libri, spettacoli teatrali?

“Io non sono uno scrittore, sono uno che scrive. Scrivo quando ho qualcosa da dire, ho un’idea, qualcosa che mi piace. Ho questa grande fortuna, che faccio più cose. Tv, radio, teatro, libri. Quando non ho idee da una parte mi concentro su altro. Ora sto lavorando in Radio con Lalaura, a Radio Capital, facciamo questo programma quotidiano “I miracolati” che mi dà grande soddisfazione. Poi debutto con un nuovo spettacolo teatrale il 18 luglio al Versiliana Festival scritto da Andrea Muzzi, che è molto diverso dai miei soliti spettacoli perché siamo in due. Poi vedremo, ci sono altre cose ma è ancora presto per parlarne”.

Tornando all’attuale governo, per chiudere, come credi possa e/o debba rispondere la comunità LGBTQIA+ nazionale, visto e considerato che gli attacchi nei nostri confronti sono ormai quotidiani e alla luce del sole, neanche più nascosti.

“Bisogna reagire, ma non solo per la comunità ma per tutte le minoranze. Perché si inizia sempre così, attaccando una minoranza per poi attaccarle tutte. E c’è chi continua a dire “ma no non sono così, i tempi sono cambiati non ci sono più i fascisti”. Ci sono eccome i fascisti! Detto questo il problema che ha sempre avuto la comunità, e che ha anche la sinistra italiana, è la frammentazione, che ognuno pensa per sè, al proprio orticello. Non è che siamo meglio degli altri, siamo come gli altri. Bisognerebbe che si riuscisse a creare LA comunità, un’unica voce di un’unica comunità. Non so se riusciremo a farlo ma sarebbe molto utile”.

D’altronde da sempre provano a dividerci dall’interno.

“E ci riescono benissimo”.

Sfruttando anche temi delicati, vedi la gestazione per altri.

“Questo perché molti non sanno, bisognerebbe prima conoscere e poi esporsi. Non fidarsi di un talk show di Rete4”.

E qui allarghiamo il campo alle colpe della stampa e dei media nazionali, che alimentano disinformazione diventando spesso megafoni di propaganda.

“Nessuno che riesca a fare domande serie a questi personaggi. E quando rispondono con falsità non riescono a dirgli che hanno detto una cazz*ta. Cosa che nel Regno Unito sarebbe impensabile”. “Giorgia Meloni è stata in Etiopia, le hanno chiesto se si fosse scusata a nome dell’Italia del passato coloniale, dell’occupazione fascista, e lei ha risposto “no perché forse qui non c’è Repubblica”. Eh no, perché lì c’è una dittatura. Se l’è dimenticato sia lei che i giornalisti presenti. Lì non c’è un giornale come Repubblica perché c’è una dittatura”.

 

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