Sono i primi anni ’90 quando Vladimir Luxuria, fresca di laurea alla Sapienza di Roma in Lingue e Letterature straniere con 110 e lode e una tesi sullo scrittore Joseph Conrad, inizia a farsi conoscere, a diventare un nome, un riconoscibile volto, una voce da ascoltare, alla quale dare credito, forza, attenzioni.
30 anni fa diventata direttrice artistica della mitologica serata Muccassassina, Vladimir sbarca in tv grazie a Maurizio Costanzo, che la vuole al Parioli per farle raccontare la sua storia, per farle fare pace con sua madre, svezzandola sul piano catodico. Da allora, e sono passati quasi 30 anni, Luxuria è diventata un punto fermo della tv nazionale. Attivista, scrittrice, attrice, cantante, opinionista, drammaturga, conduttrice, direttrice. Negli anni ‘2000 Vladimir è diventata la bandiera della comunità transgender italiana, volto, corpo e anima di una fetta di popolazione fino a quel momento lasciata ai margini, silenziata, discriminata, spesso diffamata, volutamente taciuta. Nella Giornata Internazionale della Visibilità Transgender, che si celebra ogni 31 marzo da quasi 15 anni, non potevamo non soffermarci sul peso che ha avuto Vladimir Luxuria sulla visibilità transgender nel nostro Paese.
Nel 2006 Vladimir infrange un muro mai abbattuto in tutta Europa, fino a quel momento, quando viene candidata come indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista. E viene eletta alla Camera dei deputati, nella circoscrizione Lazio 1, diventando così la prima persona transgender ad essere eletta al parlamento di uno Stato europeo. È il governo Prodi II e l’Italia, incredibile ma vero, abbatte un tabù, prima di tutti gli altri.
Durante il suo mandato Vladimir è la prima firmataria di due proposte di legge: la n. 1387 recante Disposizioni in materia di cinematografia e soprattutto la n. 2733 recante Norme in materia di diritti e libertà delle persone transgenere. Quest’ultima proposta di legge prevedeva l’introduzione di alcuni principi cardine relativi alla persona transgenere, che diveniva tipizzata, ovvero individuata attraverso due principali caratteristiche: la totale, prevalente o parziale identificazione verso il genere sessuale opposto a quello attribuito alla nascita; e il disagio profondo nel continuare a vivere nel proprio sesso cariotipico e genere anagrafico, e desiderio persistente o già messo in atto, anche parzialmente, di vivere come ruolo sociale e di genere con identità di genere opposta a quella di nascita. Se approvata, la legge, avrebbe previsto l’istituzione della Commissione di riconoscimento di genere con compiti di coordinamento nazionale e l’istituzione di Commissioni regionali per il riconoscimento di genere con il compito di rilasciare il certificato di pieno riconoscimento di genere (CPRG) e le autorizzazioni a tutte le operazioni chirurgiche di adeguamento di genere. La rettificazione di attribuzione del genere sarebbe stata di competenza del giudice di pace.
Ma quel governo, per volontà di Clemente Mastella, cadde dopo appena 722 giorni di legislatura. A quel punto Vladimir Luxuria infrange un altro muro, accettando di partecipare all’Isola dei Famosi, all’epoca reality tra i più visti d’Italia, con picchi di 8 milioni di telespettatori a puntata. È il 2008 e Vladimir trionfa battendo Belen Rodriguez, in una finale vista da 7.214.000 telespettatori, con il 31,49% di share. Numeri che oggi farebbero gridare al miracolo Auditel. Luxuria vince grazie al televoto, agli italiani che in diretta decisero di spendere dei soldi per far vincere lei, donna trans. A quel punto Vladimir abbandona la strada della politica per abbracciare il mondo della televisione.
Torna più volte all’Isola come opinionista e anche come inviata, conduce Colorado, Fuori di gusto, gira gli stadi d’Italia per Quelli che il calcio e ritrova gli abiti dell’opinionista per il Grande Fratello e Linea Notte, si trasforma in giurata a Miss Italia e in conduttrice per L’isola di Adamo ed Eva, diventa punto fisso di Domenica Live, Pomeriggio Cinque, Mattino Cinque e Live – Non è la d’Urso, concorrente di Tale e quale show, Back to School, Il cantante mascherato e inviata de Le Iene, ma anche attrice cinematografica e teatrale e scrittrice, prima giurata e successivamente direttrice del Lovers di Torino. Vladimir non si sottrae mai ad un dibattito televisivo, anche se al cospetto di omotransfobici patentati, perché è attraverso la parola, forbita e mai banale, su cui basa il confronto. Storia della tv la sfuriata a Porta a Porta con Alessandra Mussolini, che la insultò con quel “Meglio fascista che fr*cio” poi ritrattato, con solo 15 anni di ritardo, così come si contano non pochi accesissimi dibattiti con i tanti, troppi Mario Adinolfi di turno che solitamente infestano i talk Mediaset.
In anni in cui le persone transgender in tv semplicemente non esistevano, se non solo e soltanto sul piano sessuale, Vladimir ha aperto un varco e indicato la via, mostrando all’italiano medio un altro tipo di rappresentazione trans, semplicemente diversa da quella precedente, non migliore, non peggiore, ma diversa. Luxuria si è raccontata, messa a nudo, ha ricordato in più occasioni gli anni passati in strada, le violenze subite, la riconciliazione in famiglia, la transfobia vissuta sulla propria pelle, dando forma e lineamenti all’odio e alla discriminazione nei confronti di una comunità ancora oggi sotto attacco, come, se non più, dei primi anni ’90.
Nel farlo ha preso anche posizioni discusse e discutibili, provando a tendere la mano a quella destra nazionale che trasuda odio nei confronti della comunità LGBTQIA+, cercando punti d’incontro con personaggi come Silvio Berlusconi e Ignazio La Rusa, un dialogo il più delle volte sgretolatosi al cospetto di tornaconti elettorali e ideologici. Nel farlo si è anche avvicinata al cattolicesimo, con la consapevolezza di dover scalare l’Everest vaticanense, che ancora oggi semina ad ampio raggio discriminazione nei confronti di un’intera comunità.
Per celebrare la Giornata internazionale della visibilità Transgender le abbiamo chiesto un pensiero, per provare a spiegare perché sia ancora oggi tanto importante dare spazio alle persone trans. Nel farlo, Vladimir si è paragonata ad una bottiglia di vino.
“C’è la parte esteriore, il vetro, poi c’è il dentro, la sostanza. Se noi non decidiamo di stappare questa bottiglia per far uscire fuori ciò che c’è dentro rischiamo di diventare aceto. E noi non dobbiamo diventare acidi e acide come le persone irrealizzate, come le persone represse. Tiriamo fuori quello che abbiamo dentro, perché siamo belli, belle, siamo ben fattə così. Auguro a tutti la cosa più bella. Diventare quello che siamo. E se abbiamo un sogno, il sogno nasce proprio per essere realizzato“.
58 anni il prossimo 24 giugno, Vladimir Luxuria è letteralmente stata “la” visibilità transgender nel nostro Paese. Se oggi non è più la sola, fortunatamente, lo dobbiamo anche, se non soprattutto, a lei.
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