Per ora è solamente la regione del Mie ad aver approvato la norma, ma potrebbe presto essere estesa a tutto il Giappone. A rendere noto il tutto è stato il governatore Eikei Suzuki, che ha spiegato come questo punto sia all’interno di una più grande legge sul divieto di discriminazione.
Secondo quanto riportato, questa legge renderà l’outing illegale, così come sarà vietato costringere una persona a rivelare il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere. Sarà compito del diretto interessato, quindi, decidere se rivelare o meno la sua identità sessuale e l’orientamento. Questa decisione si è resa necessaria in un Paese come il Giappone, dove l’omosessualità è legale, ma non ci sono ancora tutele e il matrimonio egualitario come altre forme di unione non sono ancora state approvate.
La regione del Mie è la seconda a approvare una norma del genere. Sebbene con qualche differenza, la prima legge che vieta l’outing è nata nella città di Kunitachi, nel 2018. Nei prossimi giorni, un team di esperti valuterà anche la pena adatta per chi viola la nuova legge.
Ricordiamo che l’outing consiste nel rivelare l’omosessualità di una persona senza il suo consenso. A differenza del coming out, l’outing non è un modo volontario per uscire dall’armadio ed è un atto pericoloso.
I passi in avanti del Giappone negli ultimi anni
A piccoli passi, negli ultimi cinque anni il Giappone si è concentrato sui diritti civili, cercando di diventare più inclusivo.
Alcuni governi locali hanno iniziato a riconoscere i matrimoni omosessuali, anche se a livello legale le coppie godono di benefici limitati. Anche le aziende e le scuole del paese hanno iniziato hanno avviato delle campagne e dei corsi per apparire più inclusivi agli occhi delle minoranze.
L’approvazione della legge anti discriminazione è stata una buona notizia per la comunità LGBT, anche per le parole del governatore Suzuki, che ha spiegato:
Il coming out “può destabilizzare le relazioni familiari e lavorative e portare le persone all’isolamento interrompendo le loro amicizie e i contatti con altre persone. Dobbiamo fare di più per creare una società che si prende cura l’una dell’altra“.
Sono piccoli passi, come già detto, ma che nel tempo possono portare la comunità LGBT a sentirsi parte della società, con tutele sempre crescenti. Ma oltre alla legge, ad evolversi e e a ripudiare le discriminazioni dovrebbe essere in primis la società stessa.
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