È a dir poco incredibile quanto pronunciato da Giovanni D’Ercole, vescovo emerito di Ascoli Piceno nuovamente tornato ad attaccare la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, oggi attesa da una possibile calendarizzazione in commissione giustizia al Senato.
D’Ercole ha chiesto ai fedeli di “pregare” affinché “al nostro Paese sia risparmiata questa legge sulla quale la conferenza episcopale italiana si è già pronunciata in modo molto chiaro il 10 giugno dello scorso anno“. A detta di D’Ercole, la legge sarebbe “stata migliorata ma ha bisogno di ancora una riflessione perché nulla di molto significativo mi pare sia cambiato nella formulazione del testo modificato alla Camera e ora proposto al Senato“.
Permane intatto, secondo moltissimi cittadini italiani tra i quali anche me, il rischio della deriva liberticida e dell’indottrinamento dei giovani mediante le teorie del “Gender” che papa Francesco ha definito “sbaglio della mente umana”.
Quali e quanti siano questi “moltissimi cittadini” non è chiaro, mentre è chiarissimo, perché scritto su carta, che non esista alcun reato di opinione all’interno del DDL, così come è lampante come non esista alcuna “teoria Gender”. Come una Giorgia Meloni qualsiasi, il vescovo emerito di Ascoli Piceno ha poi virato verso il benaltrismo duro e puro.
Pur rispettando le opinioni di tutti ci si chiede se in questo tempo di Covid sia proprio urgente spaccare l’armonia del popolo italiano già tanto sofferente con un argomento così divisivo. Come cittadini lavoriamo perché non prevalga la visione della vita che veicola questa legge. Come cristiani preghiamo perché il Signore illumini la mente e il cuore dei politici chiamati a decidere su questa legge che una parte considerevole degli italiani considera per lo meno non necessaria e taluni pericolosa. Siamo nella Settimana Santa, la settimana più importante dell’anno per i cristiani, e penso che non pochi deputati e senatori d’ispirazione cristiana lavoreranno perché un argomento così delicato sia rimandato a tempi di più attenta e pacato confronto. Noi carissimi non facciamo polemiche ma preghiamo, liberi di manifestare la nostra opinione e pronti al confronto con tutti.
Parole che sono state puntualmente abbracciate dal senatore leghista Simone Pillon, che ha già annunciato battaglia, sin dalla Commissione Giustizia del Senato di questo pomeriggio.
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Questo " emerito" avrà finito di sfruttare gli emigranti assistiti dalla Caritas ?