Dopo Monica Cirinnà, senatrice Pd, anche Alessandra Maiorino, senatrice 5 Stelle, ha chiesto a gran voce al governo Draghi di approvare la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, in attesa a Palazzo Madama dopo l’approvazione alla Camera di fine novembre 2020.
Maiorino ha applaudito il Parlamento europeo per il voto favorevole sulla risoluzione con la quale l’Unione Europea è stata dichiarata zona di libertà per le persone LGBTIQ. “Tale risoluzione è fondata, tra l’altro sull’osservazione che “il diritto alla parità di trattamento e alla non discriminazione è un diritto fondamentale sancito dai trattati UE e dalla Carta e dovrebbe essere pienamente rispettato; che tutti gli Stati membri hanno assunto obblighi e doveri, nel quadro del diritto internazionale e dei trattati dell’Unione, quanto al rispetto, alla garanzia, alla tutela e all’applicazione dei diritti fondamentali; che la lotta contro le disuguaglianze nell’UE è una responsabilità condivisa che richiede un impegno congiunto e azioni a tutti i livelli di governo”.
“Anche gli Stati Uniti hanno compiuto un importante passo verso il riconoscimento dei diritti delle LGBTI al livello federale, votando alla Camera dei Rappresentanti l’Equality Act, che estende il contrasto alla discriminazione sancito dal Civil Rights Act del 1964 anche a quella fondata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere“, ha giustamente ricordato la senatrice 5 Stelle, prima di ribadire all’attuale Governo la necessità di un cambio di passo sui diritti.
In questo quadro, è necessario che l’Italia faccia la sua parte e scelga da che parte stare. Il governo Draghi si è presentato come “europeista e atlantista”, in questo senso siamo certi che non voglia esserlo a fasi alterne, selezionando un menu europeista a piacimento, ma sui diritti sia coerente con la strada intrapresa in Europea e con quella dell’alleato oltreoceano. La legge di contrasto all’omolesbobitranfobia non può subire stop o battute d’arresto per via del cambio della maggioranza. Perché qui si tratta di decidere se l’Italia sta con l’Unione Europea o con Orban e Duda. La legge contro l’omotransfobia approdata in Senato a novembre scorso va approvata e va approvata in tempi celeri.
Ad oggi Mario Draghi, premier da oltre un mese, non ha ancora mai pubblicamente affrontato l’argomento, nè concesso una conferenza stampa ai giornalisti.
La Maiorino invece di invocare Draghi perchè non dice al suo capogruppo al senato, Licheri, il quale si era fatto vedere al gay pride 2018 a Cagliari di calendarizzare al più presto il ddl Zan?