Finalmente ci siamo. A quasi 4 anni dall’uscita di La Dea Fortuna, Ferzan Ozpetek è tornato con Nuovo Olimpo, suo 14esimo film, il primo a non arrivare sul grande schermo bensì direttamente su Netflix. Da domani in streaming in oltre 200 Paesi del mondo, con un’altra novità a traino. Non uscendo al cinema, Nuovo Olimpo non potrà essere candidato ai David di Donatello, Oscar del Cinema italiano. Una prima volta assoluta per il regista, che con i precedenti 13 film ha raccolto ben 80 candidature, vincendone 14. Con La finestra di Fronte il vero exploit, con 5 David vinti tra i quali quello come miglior film dell’anno, andato anche allo stesso Ferzan.
Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e da noi già recensito, Nuovo Olimpo è ambientato a Roma, raccontando una storia d’amore che attraversa tre decenni a partire dalla fine degli anni ‘70. Al centro della trama due giovani venticinquenni, interpretati dal lanciatissimo Damiano Gavino e dall’esordiente Andrea Di Luigi, che si incontrano per caso e si innamorano perdutamente, destinati poi a perdersi e a cercarsi per i trent’anni a seguire.
Damiano Gavino risponde sul proprio orientamento affettivo e dà una lezione ai furbetti dei click
Nel cast del film, scritto da Ozpetek assieme a Gianni Romoli, figurano anche una sublime Luisa Ranieri, Aurora Giovinazzo, Greta Scarano, l’ex rugbista Alvise Rigo, Giancarlo Commare e Jasmine Trinca. La colonna sonora del film abbraccia il brano “Povero Amore”, interpretato da Mina e inserito nel suo nuovo album, “Ti amo come un pazzo”, rinnovando il sodalizio fra il regista e la cantante dopo le recenti collaborazioni ne La dea fortuna e Le fate ignoranti – La serie.
Dopo avervi riportato le parole pronunciate in conferenza stampa, passiamo alle dichiarazioni ufficiali di Ferzan Ozpetek, che ha preso spunto per il film da “una storia vera che mi è successa negli anni ’70” e che da tanto tempo voleva usare.
“Avevo però regolarmente rimandato forse perché, pur raccontando sempre in altri film i sentimenti che nascono da dinamiche relazionali, non ho mai dato centralità a una vera e propria storia d’amore”, ha proseguito il regista. “Eccesso di pudore? Probabile dato che mi ha sempre più interessato il riflesso che i sentimenti hanno su una coralità di persone anziché il semplice gioco a due. E poi, per quanto qualsiasi cosa si racconti è sempre in qualche modo autobiografica, non ho mai voluto essere così diretto. Inoltre circoscrivere un racconto nei confini di una ‘love story’ mi sembrava un po’ limitante. Iniziando a lavorarci però questa volta mi sono subito accorto che piano piano la storia si allargava comunque, si staccava dal suo nodo iniziale così personale e dilagava verso altre dinamiche e altri temi che non riguardavano più soltanto me. Perché non raccontava solo un amore a due attraverso il tempo ma pure l’amore per il Cinema, come memoria del desiderio e della passione. I confini autobiografici si sono così scoloriti e la storia non è più stata soltanto mia, ma credo anche di tanti altri“.
Ozpetek ha poi raccontato come si sia svolta la produzione.
“Nel corso delle riprese sia io che Gianni Romoli, con cui ho scritto il film, iniziavamo a provare una strana nostalgia, che non era più ‘quella di un tempo’ (citando Simone Signoret). È allora che ci siamo accorti che stavamo facendo un film sulla Memoria come unica fedeltà possibile e che, nella messa in scena del Ricordo, diventa un linguaggio comune. La divisione in quattro atti che corrispondono a quattro epoche diverse mi ha fatto anche lavorare sulle ellissi come salti temporali. sui fuori campi narrativi, sull’emozione delle assenze molto più che nei miei film precedenti che erano più compatti sia a livello di tempo che di spazio. Quello che parte come un vero e proprio ‘Romance’ (la nascita di un amore dal classico colpo di fulmine) si stempera così, nel corso della narrazione, in un vero e proprio Melò, quando l’amore diventa impossibile perché contrastato dagli eventi della Storia. Non cerco mai però, quando faccio un film, di agganciarmi alle regole di un Genere ma solo a quelle delle emozioni che ogni personaggio, ogni scena e ogni ripresa mi suscitano. Pur con mille dubbi, alla fin fine mi fido soprattutto di me, come fossi il primo spettatore di me stesso. Quando poi scopro che anche altri, vedendo il film, hanno provato le mie stesse emozioni o addirittura sono andati oltre, verso cose che io nemmeno avevo immaginato, allora credo che – riuscito o no che sia il film – il mio desiderio narrativo alla fine io lo abbia soddisfatto“.
24 ore per capire se anche il pubblico sia stato soddisfatto da Nuovo Olimpo, 14esima fatica di Ferzan Ozpetek.
Filmografia Ferzan Ozpetek
Il bagno turco – Hamam – 1997
Harem Suaré – 1999
Le fate ignoranti – 2001 (1 nomination ai David)
La finestra di fronte – 2003 (12 nomination ai David, 5 vinti)
Cuore sacro – 2005 (12 nomination ai David, 2 vinti)
Saturno contro – 2006 (8 nomination ai David, 1 vinto)
Un giorno perfetto – 2008
Mine vaganti – 2010 (13 candidature ai David, 2 vinti)
Magnifica presenza – 2012 (8 nomination ai David)
Allacciate le cinture – 2014 (11 nomination ai David)
Rosso Istanbul – 2017
Napoli Velata – 2017 (11 candidature ai David, 2 vinti)
La Dea Fortuna – 2019 (4 nomination ai David, 2 vinti)
Nuovo Olimpo – 2023