In Nuovo Olimpo ci sono scene di nudo integrale. Damiano Gavino disteso languidamente con genitali esposti. Lo stesso per Andrea Di Luigi. Una liberazione dei corpi maschili, per troppo tempo censurati in nome di una presunta superiorità nei film mainstream come sono i film di Ozpetek, mentre da decenni il nudo frontale femminile viene esposto in film destinati al pubblico generalista in prima serata su Rai1 (perché nel paradigma etero-cis-normato il corpo della donna è oggetto, mentre quello dell’uomo è corpo).
E proprio di questo senso di liberazione ha parlato Ferzan Ozpetek, che ha ringraziato Netflix che ha prodotto il film, per la totale libertà che ha avuto a tutti i livelli.
“Non sono abituato a lavorare così, senza limiti. Io ho bisogno di limiti, anche per essere creativo e mettermi in difficoltà. Al montaggio molti mi hanno detto “saranno cazzi tuoi quando lo vedranno”.
(Ferzan Ozpetek durante la conferenza stampa)
Erano necessari i nudi di Damiano Gavino e Andrea Di Luigi? Intanto va chiarito questo: sicuramente lo erano, se l’artista – Ozpetek – ha deciso così. Inoltre – diciamolo – anche politicamente, era auspicabile, considerando la storia narrata dal film, gli anni ’70 e considerando anche il fatto che dopo tanti film a sfondo queer, lascia francamente riflettere che sia di Andrea Di Luigi e Damiano Gavino i primi nudi frontali portati sul grande schermo (pardon, sullo schermo piccolo) da Ozpetek.
Sul nudo integrale proprio Damiano Gavino, in un’intervista in cui risponde anche a proposito del proprio orientamento affettivo, spiega che durante le riprese, c’era un coordinatore dell’intimità, un professionista fornito da Netflix con cui Gavino e Di Luigi e Aurora Giovinazzo potevano interagire, conversare, per sentirsi a proprio agio anche come mamma li aveva fatti davanti a Ferzan Ozpetek, tecnici del set eccetera.
Damiano ha detto che il film era complesso dal punto di vista emotivo soprattutto nella relazione che ogni attore/attrice doveva instaurare con il proprio corpo. La star di “Un professore” (a proposito: ricordate il bacio gay con Nicolas Maupas che destò polemiche per la censura Rai, leggete qui), che si appresta a tornare sugli schermi tv con la seconda stagione di Un professore 2, ha detto di non aver avuto alcun problema ad esporre il proprio corpo integralmente, genitali inclusi. Gavino ha spiegato nell’intervista a un magazine online Mondadori che vedere il proprio corpo esposto in modo così esplicito aveva certamente impatto sullo stato emotivo, ma – ha fatto capire – più che l’idea della sua nudità esposta al cinema, era il fatto di girare nudo per il set che l’ha un po’ imbarazzato (ma Gavino ci tiene a far sapere che tutto è stato gestito in modo estremamente professionale).
Infine Damiano parla della nudità intesa come parte del corpo che è “un’estensione del personaggio che sto interpretando”. Damiano ha detto che quando è sul set, smette di essere Damiano e si trasforma in Enea (nome del suo personaggio nel film): “Cerco di staccarmi il più possibile da me per abbracciare un’identità del tutto nuova a cui dar qualcosa di mio”.