Nell’ultimo giorno delle Olimpiadi di Parigi 2024, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha pubblicato un post durissimo sul proprio profilo personale Facebook, attaccando il non binarismo di genere. Nessuna nota del ministero, né interventi del governo, ma uno sfogo di metà agosto pubblicato via social, che tuttavia fomenta l’odio già ampiamente riversato contro le olimpiadi parigine.
In un manipolatorio ribaltamento della prospettiva, come già sull’aborto e sulla 194, la ministra si erge a paladina femminista. Secondo Roccella i Giochi Olimpici avrebbero rappresentato un nuovo passo avanti nell’attacco alle donne. Due gli episodi emblematici che hanno turbato la ministra.
Il primo episodio riguarda la squalifica dell’atleta afghana Manizha Talash, membro del Team dei Rifugiati, per aver mostrato un messaggio politico alla fine della sua prova di breaking. Talash, togliendosi la felpa nera, ha rivelato una maglietta con la scritta “Free Afghan women” (“Liberate le donne afghane“), un gesto di protesta che le è costato l’esclusione dai Giochi. I commentatori della NBC, che trasmettevano la gara in diretta, hanno lodato l’atleta per aver gareggiato in nome delle donne di tutto il mondo, ma la decisione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha sollevato critiche.
Il secondo episodio menzionato da Roccella riguarda le polemiche intorno alla campionessa olimpica di boxe femminile, l’algerina Imane Khelif. Al centro delle discussioni è stata la sua presunta iperandroginità, che ha portato alcuni a mettere in dubbio la sua idoneità a competere nella categoria femminile, in una campagna di odio fomentata dalla Russia di Putin e riverberata dalla internazionale di destra illiberale, da Musk a Trump passando per Salvini e Meloni. L’episodio ha sollevato dibattiti, grazie alle fake news propagandate dalla federazione russa IBA, controllata dal Cremlino, sulla distinzione tra uomini e donne nello sport, con il presidente del Comitato Internazionale Olimpico, Thomas Bach, che ha dichiarato che non esiste un metodo “scientificamente solido” per distinguere in modo assoluto i due sessi. Proprio due giorni fa Imane Khelif ha annunciato che agirà legalmente contro gli haters che hanno dato voce alla manipolazione da fake news diffusa alla propaganda russa.
Questo il testo pubblicato da Roccella via social:
“Si avviano a conclusione le Olimpiadi che hanno segnato un nuovo salto di qualità nell’attacco alle donne. Nel cuore dell’occidente, un’atleta afghana della squadra dei rifugiati è stata squalificata per aver mostrato la scritta “Liberate le donne afghane” al termine della sua prova. E, a proposito delle polemiche che hanno accompagnato le competizioni di boxe femminile, il presidente del Comitato Olimpico Thomas Bach ha affermato che non ci sarebbe un sistema “scientificamente solido” per distinguere uomini e donne. Due facce della stessa medaglia, che non è certo una medaglia olimpica ma è quella di un nuovo patriarcato che attacca le donne colpendole nell’identità, cioè non riconoscendo la realtà del corpo sessuato. E’ invece proprio sul corpo delle donne che in tante parti del mondo, come in Afghanistan, si esercita l’oppressione più feroce, è per il loro corpo che le donne vengono private dei diritti e delle libertà fondamentali. Mettere in discussione il binarismo sessuale rischia di essere un potente avallo a tutto ciò. Supponiamo che a questo punto, per coerenza, dalle prossime Olimpiadi il CIO scioglierà la squadra dei rifugiati, che dopo la squalifica dell’atleta afghana rischia di diventare un esercizio di ipocrisia, e soprattutto abolirà la distinzione tra gare maschili e gare femminili, unificando le competizioni in un unico genere “neutro”. Perché se si nega la possibilità di distinguere “scientificamente” i maschi dalle femmine, è evidente che le categorie maschili e femminili, e con esse le gare sportive per le donne, perdono totalmente di senso.”
La ministra Roccella ha definito questi due episodi come facce di una stessa medaglia, ma non una medaglia olimpica. Piuttosto, ha parlato di un “nuovo patriarcato” che attacca le donne, negando la realtà del corpo sessuato e mettendo in discussione il binarismo sessuale. Ha sottolineato come, in molte parti del mondo, le donne subiscono l’oppressione più feroce proprio a causa del loro corpo, venendo private di diritti e libertà fondamentali.
Roccella ha inoltre espresso preoccupazione per il futuro delle competizioni sportive, suggerendo provocatoriamente che, se si continua a negare la distinzione tra maschi e femmine, il CIO potrebbe arrivare ad abolire le categorie di genere e unificare tutte le gare in un unico genere “neutro”. In tal caso, secondo la ministra, le gare sportive per le donne perderebbero completamente di senso.
Le dichiarazioni di Roccella hanno aperto un dibattito acceso, riflettendo le tensioni esistenti tra l’inclusività e la protezione delle categorie sportive femminili.”
Roccella cavalca la nuova fronda del femminismo reazionario, che vorrebbe contrapporre le donne alle donne trans. “Ci sono le femmine e ci sono i maschi” aveva detto Roccella insieme a Meloni qualche mese fa.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
