23enne ucciso a Roma in un festino: arrestati due ragazzi gay

Terribile omicidio nella capitale in un party a base di cocaina e vodka

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4 min. di lettura

Un ragazzo di 23 anni, Luca Varani, è stato ucciso a Roma, al Collatino, al termine di un festino a base di alcol e cocaina. Il giovane, che era fidanzato con una ragazza, sarebbe stato seviziato e massacrato a coltellate e a colpi di martello dai due amici che erano con lui: Manuel Foffo, 29enne proprietario della casa, e l’amico Marco Prato, 30 anni, che dopo il delitto ha tentato il suicidio. I due sono stati fermati. Varani è stato ritrovato nudo nella stanza da letto.

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Il proprietario della casa in cui è avvenuto l’omicidio, Manuel Foffo, si è presentato dai carabinieri in compagnia del padre. Il cadavere del 23enne, incensurato, sarebbe stato trovato diverse ore dopo la morte, forse avvenuta nella notte tra venerdì e sabato. Nell’appartamento sono stati ritrovati diversi oggetti contundenti: mazze, martelli, coltelli di vario genere. La vittima è stata uccisa con una coltellata al cuore dopo essere stata brutalmente seviziata. “Circostanze inquietanti” le ha definite il Colonnello dei Carabinieri Giuseppe Donnarumma, comandante del Reparto operativo di Roma.

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“Volevamo vedere l’effetto che fa”. È questa l’agghiacciante confessione – riportata dal Messaggero – fatta ai carabinieri di Roma da Manuel Foffo. Oltre a Foffo è accusato dell’omicidio anche il suo amico Marco Prato. “Eravamo gonfi di alcol e droga – avrebbe affermato Foffo ai militari dell’Arma -, in preda alle allucinazioni, quando io e Marco abbiamo seviziato e ucciso Luca nel pieno di un festino consumato a casa mia”. “Dopo avere assunto quasi dieci grammi di coca – svela – io e Marco abbiamo siglato un patto, decidendo di uccidere qualcuno. Abbiamo chiesto a Luca di raggiungerci a casa mia. Non so perché lo abbiamo fatto, eravamo in preda al delirio”. Straziato dai rimorsi, Marco Prato si era rifugiato in un albergo in piazza Bologna, per suicidarsi. I militari dell’Arma hanno fatto irruzione nella sua camera, strappandolo alla morte: il trentenne aveva già ingerito un tubetto di barbiturici. Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia piazza Dante e del nucleo investigativo di Roma.

Nel palazzo di dodici piani e sessanta interni nessuno ha sentito rumori, musica alta o grida. Ma nell’appartamento dove il 29enne viveva solo, l’alcol e la droga stavano già preparando il terreno alla tragedia. I due compagni di studi avrebbero ucciso l’ospite con un coltello da cucina e un martello, poi ritrovati dai carabinieri vicino al corpo, e non si sarebbero fermati neanche quando il ragazzo era già immobile in una pozza di sangue. Avrebbero infierito anzi, massacrandolo e forse seviziandolo. E poi, dopo essersi lavati, se ne sarebbero andati via come nulla fosse, chiudendosi il portone alle spalle. Luca Varani è rimasto in quell’appartamento un giorno intero, fino a quando Manuel Foffo, anche per riprendere possesso di casa sua, ha confessato tutto al padre. Ventiquattro ore dopo l’inizio del festino, il legale del ragazzo ha chiamato finalmente i carabinieri di Piazza Dante per raccontare quanto accaduto. Sul posto gli uomini agli ordini del Capitano Lorenzo Iacobone e i colleghi del Nucleo Investigativo di via In Selci arrivano insieme alla Scientifica tra gli sguardi increduli e spaventati degli altri inquilini che non hanno sentito e visto nulla. «Siamo rientrati alle 23 di sabato – raccontano gli inquilini al piano inferiore, dirimpettai della madre di Manuel Foffo – e i carabinieri ci hanno detto di chiuderci in casa e di non uscire. Ma nessuno ci ha spiegato cosa era accaduto». Quando gli investigatori aprono la porta, lontani da occhi indiscreti, i segni del festino in soggiorno anticipano la scena successiva, quella più raccapricciante. Il corpo del 23enne è in camera da letto, seminudo. Ha ferite ovunque, il sangue ormai rappreso non ha una direzione e sulla testa gli affondi di un martello che forse lo ha tramortito da subito. Manuel Foffo, che nel frattempo è dai carabinieri insieme al padre e all’avvocato, confessa tutto senza però spiegare le ragioni dell’omicidio. Dalla sua testimonianza i militari arrivano al complice, Marco Prato, incensurato, molto conosciuto negli ambienti gay. Il 30enne risulta però irreperibile: non è in casa, perché la notte dell’omicidio ha preso una camera in un albergo a piazza Bologna, poco lontano da casa sua, per isolarsi e riflettere su quanto accaduto. I carabinieri lo trovano solo grazie alla banca dati dell’hotel, in tempo per salvargli la vita. Il ragazzo è a letto, ormai privo di conoscenza: ha ingerito un’intera scatola di psicofarmaci insieme a una bottiglia di Vodka e solo la corsa al pronto soccorso del Sandro Pertini e una lavanda gastrica gli salvano la vita. In stato di fermo, nella sua stanza d’ospedale, verrà ascoltato appena sarà possibile.

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Angelo Maggioni 15.3.16 - 0:22

14MILA FIRME , FIRMA ANCHE TU CHIEDI GIUSTIZIA PER LUCA !! https://www.change.org/p/ergastolo-per-gli-assassini-di-luca-varani?source_location=petitions_share_skip

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Claudia Pardini 8.3.16 - 20:29

Siete veramente inqualificabili... Sarebbe stato possibile, secondo voi, leggere su un qualunque quotidiano il titolo "23enne ucciso a Roma in un festino: arrestati due ragazzi eterosessuali"? Fate schifo

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Angelo Maggioni 7.3.16 - 22:46

forse bisessuali , visto che uno si trombava la Vento.... comunque perchè rimarcare che erano gay?? sempre che lo fossero tutti e tre , come far intendere che i gay sono sporchi, pervertiti e assassini!! forse non era etero la Veronica Panariello che massacrò il figlio Loris gettandolo nel fosso ? forse non era etero zio Michele, Cosima e Sabrina quando massacrarono la povera Scazzi , gettandola nel pozzo??, forse non era etero la Franzoni?? o forse non era etero il militare Parolisi quando massacrò Melania Rea?? eppure nessun titolone con scritto ETERI UCCIDONO FIGLI , allora mi domando perchè un portale che dovrebbe tutelarci e cercare di proteggerci dagli attacchi gratuiti di chi non vede l'ora di titoli come il vostro?? mi spiace che gay.it abbia messo in mano ai lupi la nostra anima, vendendoci ( una volta per 40 denari oggi per qualche click in più ) ai nemici per dargli ancora una volta la possibilità di sputarci e denigrarci mettendoci nella scala sociale come pervertiti , assassini ecc no mio caro GAY.IT tu NON MI RAPPRESENTI E NON RAPPRESENTI IL POPOLO GAY , forse sarebbe bene che ti ravveda perchè l'onta di questo articolo è grave e palesemente forviante !!!!

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Salvatore Giacobbe 7.3.16 - 20:47

Un titolo del genere è degno del "Giornale".

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