Peter Tatchell vs. Re Carlo III: “Per lui le persone LGBT non esistono”

"Non risulta che abbia mai pronunciato le parole lesbica, gay, bisessuale o transgender”.

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Peter Tatchell vs. Re Carlo III: “Per lui le persone LGBT non esistono” - Re Carlo III - Gay.it
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Peter Tatchell vs. Re Carlo III: “Per lui le persone LGBT non esistono” - Re Carlo III e Camilla Regina - Gay.it

Negli ultimi decenni l’ex principe Carlo, oggi Re Carlo III, non ha mai preso posizione sui diritti LGBTQIA+. Non esistono agli atti dichiarazioni di alcun tipo, né a favore né contro, a differenza di suo figlio William futuro erede al trono, che si è più volte esposto.

Ma ora che è stato incoronato sovrano del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri quattordici reami del Commonwealth, il 74enne figlio di Elisabetta II e di Filippo di Edimburgo prenderà posizione?

Secondo Peter Tatchell, storico attivista LGBTQIA+ del Regno Unito, assolutamente no.

Incoronato sabato scorso presso l’Abbazia di Westminster al termine di una sontuosa cerimonia da 100 milioni di sterline di costo (a spese dei contribuenti britannici), Carlo è stato contestato da manifestanti antimonarchici che tra Glasgow, Cardiff e Londra hanno protestato pacificamente. Solo nella capitale inglese sono stati 64 gli arresti, contestati da Tatchell perché la polizia aveva garantino che le proteste pacifiche contro la monarchia sarebbero state consentite. Ma così non è stato.

Intervistato da PinkNews, Tatchell ha spiegato per quale motivo ritenga “improbabile” che Carlo III possa stare dalla parte della comunità LGBTQIA+ britannica.

“Ci sono pochissime possibilità che il nuovo re abbracci e sostenga la comunità LGBTQ+. Non è mai stato nostro amico o alleato. Al contrario, affianca leader religiosi che si oppongono ai nostri diritti umani. È un tradizionalista con opinioni marcatamente conservatrici sulla maggior parte delle questioni. Ai suoi occhi, l’uguaglianza LGBTQ+ è “troppo controversa” da gestire”.

Come sua madre la regina, re Carlo non ha mai riconosciuto pubblicamente l’esistenza delle persone LGBT+“, ha continuato Tatchell. “Per quanto lo riguarda, noi non esistiamo. Non risulta che abbia mai pronunciato le parole lesbica, gay, bisessuale o transgender”.

Tatchell ha sottolineato come tra le tantissime opere di beneficenza portate avanti dal re negli ultimi decenni manchi qualsiasi accenno di inclusione delle cause LGBTQ +.

È un sostenitore di molti enti di beneficenza e ne visita molti di persona, ma nessuno è LGBT+. Sebbene il re abbia difeso pubblicamente i diritti umani di cristiani e tibetani, non ha mai difeso i diritti umani delle persone LGBT. Con il suo silenzio, autorizza i nostri aguzzini. È a capo della Chiesa omofoba d’Inghilterra e si è impegnato a difenderla, nonostante la Chiesa si opponga all’uguaglianza matrimoniale e al clero LGBT+ cacciatore di streghe“, ha continuato Tatchell. “Charles è stato il futuro capo del Commonwealth per sette decenni, ma non si è mai espresso contro i 32 Paesi del Commonwealth che criminalizzano e perseguitano le persone LGBT. Si siede sulle sue mani e guarda dall’altra parte. Non ha mai espresso una parola di solidarietà per le vittime di discriminazioni e violenze omofobe in Gran Bretagna o nel Commonwealth“.

Paesi come Uganda, Kenya, India, Nigeria, Giamaica, Bahamas, Sierra Leone e Barbados, tra le tante ex colonie colonie, perseguitano ancora oggi le persone LGBTQIA+, con leggi terrificanti che contemplano carcere e pena di morte. Nonostante ciò, Re Carlo III è rimasto sempre in silenzio sui diritti LGBTQ+, sia in Gran Bretagna che in tutto il Commonwealth, di cui ora è a capo.

Secondo Tatchell, “per decenni Buckingham Palace ha discriminato il personale LGBT+. Fino alle mie proteste e del gruppo LGBT+ OutRage! che hanno cambiato la politica di inclusione negli anni ’90, il personale etero era autorizzato a portare i propri partner al ballo di Natale annuale, ma il personale gay no”.

Ancor prima di Re Carlo III, anche la Regina Elisabetta non è passata certamente alla storia per il suo supporto alla comunità LGBTQIA+. Si ricordono 6 momenti in 70 anni di regno, la stragrande maggioranza dei quali legati a leggi o progetti di legge del governo da lei firmati e/o semplicemente annunciati. Nel 2017, però, tra i 1197 nomi da lei premiati con i New Year Honours trovarono posto anche 8 personaggi LGBTQIA+ che avevano segnato il 2016 britannico.

Fonte foto: Social TheRoyalFamily

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