Home / News / Parla il chirurgo perseguitato dal padre perché gay: “mi stalkerizzava, un giorno l’ho trovato con il fucile”

Parla il chirurgo perseguitato dal padre perché gay: “mi stalkerizzava, un giorno l’ho trovato con il fucile”

Il 75enne, condannato per stalking e lesioni aggravate, invece smentisce dopo il patteggiamento: “Mai mandato qualcuno per spezzargli le dita, ma non amo i gay”.

cremona svizzera ragazze trans
3 min. di lettura

Una doppia intervista. Sulle pagine del Corriere della Sera troviamo il chirurgo 43enne piemontese, minacciato dal padre omofobo con tanto di sicario inviato per spezzargli le dita, solo perché omosessuale. Sulla pagina della Stampa, invece, le parole del 75enne, che ha patteggiato due anni per quel crimine indecente. Ora da lui negato.

Ma andiamo con ordine. “Non è demente, ma cosciente e ha fatto cose mirate. Mi ha discriminato“, precisa il 43enne chirurgo nei confronti di quel papà che gli ha rovinato la vita. Nel 2017 l’uomo viene paparazzato al mare in Costa Azzurra insieme ad un ragazzo. Apriti cielo, perché il padre perde la testa. “L’incubo è iniziato con una lite per la casa al mare, in Costa Azzurra, che tra l’altro è mia, dove avevo invitato un famoso attore, di fama internazionale, che fu poi paparazzato sul mio terrazzo. La foto uscì su una rivista. La cosa incredibile era che mio papà lo conosceva, ed eravamo anche andati a vederlo, a teatro“. “Cambiò le serrature di casa, e iniziò la guerra. All’inizio era rimasto un po’ interdetto e infastidito, con le solite frasi, tipo “speravamo in un nipotino”, ma poi non aveva detto più nulla. Pensavo avesse elaborato il suo lutto, diciamo. Quando mia madre ha chiesto la separazione, una decisione che nasce anche per i comportanti di mio papà nei miei confronti, lui è esploso, diventando violento”. “Mi stalkerizzava. Un giorno ce lo siamo ritrovati in corridoio, con pistole e fucile: iniziammo con le denunce, tante che con i carabinieri di Orbassano quasi eravamo diventati parenti. Andava a parlare della mia relazione con i parenti. Mentre il suo migliore amico, al mare, gli faceva osservazioni perché io andavo là, in spiaggia, con il mio compagno”. “Una volta mi denunciò, fingendo che gli avessi dato un pugno. Nel 2017: due anni di processo, ma fui assolto perché il fatto non sussiste“.

Il resto è storia, con la recente condanna per stalking e lesioni aggravate.

Non credo molto nell’umanità delle persone, e alla fine non c’è da sorprendersi: anche se ha studiato, probabilmente a lui mancava una parte di cultura, l’essere di larghe vedute. Cercavo di mettermi nei panni di una persona di 70 anni, per la quale i gay sono quelli del Gay pride che vedi in tv: sia chiaro, nulla di male, ma è difficile abbinare quell’immagine a un figlio. Ci parliamo solo tramite avvocati, perché continua a farmi causa e dispetti. L’ultima volta che lo sentii, lo pregai di lasciarci in pace, perché mamma stava già molto male. E lui mi disse: ‘spero che moriate entrambi’.

Un orco, che smentisce categoricamente quanto detto dal figlio. L’uomo, intervistato da La Stampa, ha infatti negato di aver assoldato qualcuno (2500 euro il costo) per spezzare le dita del ragazzo.

Ho seguito i consigli del mio legale ma è tutto falso. Il mio avvocato mi ha detto che anche l’altra figlia sarebbe venuta a testimoniare contro di me, cosa potevo fare? Pagare qualcuno per spezzargli le mani? No, non è vero niente ma non amo i gay, ho solo mandato una persona per seguirlo ma poi è sparita. Non ero contento, avrei voluto dei nipoti, mi sembra abbastanza normale.

Solidarietà politica al chirurgo è ieri arrivata da più parti, coinvolgendo addirittura Giorgia Meloni, da mesi in prima linea per affossare la legge contro l’omotransfobia. Alessandro Zan ha ribadito l’urgenza di una legge proprio dinanzi a casi come questi, dove ad oggi non esistono aggravanti specifici.

Monica Cirinnà, invece, si è appellata proprio “a chi dice che la legge Zan non serve, e che ci sono già le leggi per punire questi atti. A chi dice che in questo momento ci sono ben altre cose a cui pensare. A chi ancora pensa che lo stato e la politica debbano disinteressarsi di un clima tossico, in cui le differenze sono trattate con odio, anzichè con rispetto e come fonte di arricchimento. A tutti costoro dico che non ci fermeremo, finchè non sarà scritto nero su bianco, in una legge, che in Italia non c’é spazio per l’omolesbobitransfobia, per questo odio cieco e irrazionale. Che è tempo di cambiare direzione, e aiutare la società italiana a diventare sempre più civile e inclusiva“.

© Riproduzione Riservata
Entra nel nostro canale Telegram Entra nel nostro canale Google

Resta aggiornato. Seguici su:

Facebook Follow Twitter Follow Instagram Follow

Lascia un commento

Per inviare un commento !