A poco più di un mese dall’approvazione alla Camera della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, si attende ora il passaggio successivo al Senato, che prenderà forma a inizio 2021. Nell’attesa Alessandro Zan, deputato Pd nonché relatore della legge, è torbato a ribadirne l’urgenza rimarcando quanto accaduto ieri, con due crimini legati dall’omofobia. Da una parte il padre che era arrivato ad assoldare un sicario affinché spezzasse le dita del figlio chirurgo, perché gay. Dall’altro il caso dei militanti di Forza Nuova che a Cesena avevano inscenato un funerale durante la celebrazione di un’unione civile tra due uomini, condannati a 2000 euro di multa ciascuno.
Se nel primo caso non c’è stata nessun aggravante dell’omotransfobia, perché ancora in Italia non esiste, nel secondo l’imputazione per istigazione all’odio non è arrivata, perché una legge contro l’odio omotransfobico ancora non c’è.
“Questi sono due casi lampanti che dimostrano quanto la legge contro l’omotransfobia sia necessaria e urgente, e quanto ancora sia difficile trovare piena giustizia nelle aule dei tribunali senza una precisa legislazione contro le violenze e le discriminazioni omotransfobiche“, ha sottolineato Zan sui social.
“Ma è urgente non solo per punire atti criminali come questi, ma per prevenirli, perché purtroppo non sono casi isolati, ma la quotidianità per tante persone che ancora subiscono tutto questo semplicemente per chi sono e per chi amano. Ora il Senato approvi definitivamente la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo“.
Angelo Schillaci, professore associato di Diritto pubblico comparato dell’Università di Roma “Sapienza”, ha invece rimarcato sui social come ad oggi non ci sia una legge che riconosca la gravità del movente che ha spinto quel padre ad assoldare un sicario per spaccare le mani al figlio gay, aggravando di conseguenza la sua pena.
Non lo fa nemmeno l’aggravante dei motivi abietti e futili – che pure potrebbe essere applicata – perchè, molto semplicemente, non nomina quel movente. E se una cosa non la nomini, non esiste. O meglio, esiste ma non è riconosciuta, e dunque non si hanno gli strumenti per contrastarla. E questo fa molto comodo, evidentemente, a quella componente ipocrita della nostra cultura sulla quale prospera, tradizionalmente, la conservazione di equilibri di potere nelle relazioni familiari, tra generi, tra identità, tra generazioni. Nel silenzio, nell’ombra, nel non detto che troppo spesso diventa banalizzato e irriso. E il problema è tutto lì. Ancora una volta. Ecco perchè la legge Zan è importante. Perchè è una legge che, tra le altre cose, ha il coraggio di nominare.
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