L’opposizione è pronta alle barricate e la stampa cattoestremista già grida alla ‘legge liberticida’ e allo ‘scandalo’ economico in tempi di Covid-19, ma nel frattempo la maggioranza di Governo ha subito blindato i 4 milioni di euro che serviranno al DDL Zan, dal 27 luglio in discussione alla Camera dei Deputati, per assistere chi è vittima dell’omotransfobia.
Merito dell’emendamento al DL rilancio a prima firma Gilda Sportiello, 33enne deputata del Movimento 5 Stelle. “Abbiamo messo in sicurezza la legge di tutela della comunità LGBT contro le discriminazioni. In commissione Bilancio alla Camera è stato infatti approvato un emendamento sul quale ho lavorato insieme alla deputata Sportiello, con il quale garantiamo i fondi per l’istituzione di case rifugio e sportelli di ascolto per le vittime di atti omotransfobici“, ha affermato la senatrice del MoVimento 5 Stelle Alessandra Maiorino, vice presidente vicaria del gruppo M5S a Palazzo Madama.
Dimostriamo con fatti concreti l’impegno del MoVimento 5 Stelle verso una comunità, quella LGBT, che in Italia rappresenta circa il 13% della cittadinanza e che a partire già da quest’anno potrà usufruire di servizi e assistenza su misura, offerti da operatori professionisti, rendendo così l’Italia un Paese più inclusivo e giusto verso tutte e tutti i suoi e le sue cittadine. Per arrivare all’approvazione di questo emendamento, che riconosce la particolare vulnerabilità della categoria specie nel momento più acuto della crisi sanitaria dovuta al Covid, c’è voluto un grande lavoro di squadra con tutta la maggioranza, per il quale ringrazio infinitamente la collega Sportiello. Siamo davvero felici di aver vinto questa battaglia non scontata. Far comprendere al resto della maggioranza che la comunità LGBT era stata colpita in maniera del tutto peculiare, e in molti casi, più dura rispetto alla cittadinanza etero, non è stata cosa semplice. Non abbiamo mai mollato la presa, e grazie anche alla dedizione alla Camera della deputata Sportiello e a un paziente lavoro di confronto, alla fine abbiamo i fondi necessari per avviare sin da subito le politiche attive previste nella legge in discussione in commissione Giustizia. Ricordiamo che anche all’interno di quella legge, le politiche attive e di sostegno alle vittime di reati omotransfobici vengono dal nostro testo, da quello che depositai in Senato già nel marzo 2019, quando c’era ancora il governo giallo-verde, e un tale progetto sembrava irrealizzabile. Ora andiamo avanti anche con tutto il resto: giornata nazionale dell’omolesbobistransfobia, monitoraggio Istat, campagne di sensibilizzazione. Spiace aver dovuto rinunciare al reato di propaganda, che avrebbe finalmente messo un freno all’odio sparso da organizzazioni come Forza Nuova, Casa Pound o ProVita, ma la maggioranza ha scelto una via più “soft” per evitare polemiche. Anche se in realtà sterili polemiche, come vediamo, ci sono ugualmente.
Alessandro Zan, relatore del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia, ha espresso “soddisfazione” per l’approvazione del suddetto emendamento, “sottoscritto da me e dai colleghi di tutta la maggioranza, che finanzia con 4 milioni di euro per il 2020 un fondo di assistenza alle vittime di discriminazione e violenza per motivi legati all’identità di genere e all’orientamento sessuale“.
Molte persone della comunità lgbt+ subiscono quotidianamente discriminazioni, violenze e perfino allontanamenti dalle mura domestiche, circostanze che si sono peraltro acuite durante la fase della pandemia Covid, accanto alle difficoltà che tutti conosciamo. È pertanto doveroso che lo Stato contribuisca a offrire assistenza e rifugio a chi vive e subisce queste situazioni di marginalità e a creare percorsi di inclusione, protezione e reinserimento sociale e professionale. Questo è un tassello fondamentale, che conferma l’attenzione di maggioranza e governo al tema dei diritti, per arrivare a un quadro normativo efficace contro l’omotransfobia e la misoginia.
IlTempo ha subito gridato alla ‘follia’, titolando “4 milioni del coronavirus per la discussa “legge gender” che il Parlamento fatica ad approvare. Che c’entri la discriminazione gender con l’emergenza Covid è veramente difficile da capire”. Peccato che questa NON sia una ‘legge gender’, così come appare ridicolo parlare di un parlamento che faticherebbe ad approvare il DDL, visto e considerato che mancano ancora 24 giorni al suo arrivo alla Camera dei Deputati, con successivo passaggio al Senato.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.