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DDL Zan, Magistratura Democratica prende posizione: “Legge contro l’Omotransfobia è necessaria”

“Introdurre un reato specifico significa riconoscere che esiste una discriminazione in quanto tale, che è il modo migliore per combatterla”, ha precisato la giudice Giulia Locati.

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A 24 ore dall’adozione in Commissione Giustizia del testo base del DDL Zan, anche Magistratura Democratica, attraverso le parole del giudice penale di Torino Giulia Locati, ha preso posizione. Dalle pagine de Il Manifesto, Locati è stata netta dinanzi alle domande di Jacopo Rosatelli.

Il Parlamento è ovviamente libero di fare le proprie scelte, che come magistrati rispettiamo in ogni caso. Sulla base della nostra esperienza tecnica, come Md riteniamo sia necessario che certi comportamenti vengano qualificati come reato, anche al fine di renderli socialmente inaccettabili. Ogni norma che prevede che un comportamento sia un reato è, per certi versi, pedagogica: vale anche per il furto o l’omicidio.  Noi di Md siamo da sempre favorevoli a un diritto penale minimo, ma non è questo il punto: c’è un’esigenza di uguaglianza rispetto al fatto che alcune situazioni di discriminazione sono riconosciute e altre no negli articolo 604 bis e 604 ter del codice penale. Alla base della proposta non c’è una cultura della punizione, ma dell’inclusività.

Ma non basterebbero le aggravanti per futili motivi previste nell’articolo 61 del codice penale, come scritto settimane or sono dal costituzionalista Michele Ainis? “È vero che già oggi il giudice può applicare a un’aggressione contro una persona LGBT le aggravanti per futili motivi, ma attenzione: può, non deve. Qui sta la differenza rilevante. Se venissero introdotte le novità, invece, il giudice sarebbe obbligato a tenere conto dell’intenzione discriminatoria che ha ispirato la violenza verso una persona in quanto omosessuale, ad esempio. Ma c’è dell’altro: introdurre un reato specifico significa riconoscere che esiste una discriminazione in quanto tale, che è il modo migliore per combatterla. Bisogna dire esplicitamente che esiste”.

Per chi invece ritiene la legge ‘libirticida’, la giudice Giulia Locati ha troncato sul nascere qualsiasi illazione a riguardo: “Il ddl non è affatto liberticida, al contrario: sostenere, ad esempio, che un bambino deve avere un padre e una madre non potrà mai essere considerato un discorso d’odio anche grazie a questo ddl, che tipicizza in modo molto preciso ciò che un giudice deve interpretare come tale”.

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