Oggi in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati si è votato il testo base delle legge contro l’omotransfobia. Il 27 luglio approderà ufficialmente alla Camera. L’iter della legge è iniziato 9 mesi fa, esattamente il 24 ottobre 2019. Quel giorno il testo è arrivato in Commissione, e in questi mesi i vari testi sono stati unificati. Sono iniziate le audizioni. Si attendono i i primi emendamenti. Ed è iniziato anche l’ostruzionismo da parte della Lega, che già dai primi giorni aveva cercato di affossare la legge.
Nonostante tutto, però, il ddl Zan è finalmente arrivato a un momento importante del proprio iter. Il testo ha visto la luce, ora dovrà attendere ancora qualche settimana per essere approvato almeno da un ramo del Parlamento. Solo qualche giorno fa la senatrice 5s Alessandra Majorino si è detta fiduciosa per un’approvazione al Senato entro Natale.
Gli attacchi al ddl Zan
Legge da deriva liberticida. A rischio la libertà di opinione. Legge bavaglio. Testo inutile.
Queste alcuni delle critiche mosse al ddl Zan, da parte degli antagonisti della legge. Ovvero la parte più conservatrice d’Italia, in primis Pro Vita & Famiglia, che lo scorso fine settimana ha richiamato nelle piazze le Sentinelle in Piedi, in segno di protesta. C’è poi l’attacco di Mario Adinolfi, fino ad arrivare a Platinette, e senza dimenticare la proposta (non tanto) ironica di Matteo Salvini per una legge contro l’eterofobia. Ma per cosa? Per le centinaia di aggressioni che gli eterosessuali sopportano ogni anno per aver dato un bacio al/alla proprio/a compagno/a?
Ma l’iter va avanti
Con il voto di oggi in Commissione, si segna un nuovo punto a favore per quella che sarà la legge contro l’omotransfobia e la misoginia.
Una vittoria per Alessandro Zan, relatore della legge. Ed è lui stesso a ribadire l’importanza del suo ddl da Pescara, teatro due settimane fa di un’aggressione omofoba nei confronti di due ragazzi gay, che si tenevano per mano.
È un principio costituzionale sacrosanto, che tutti noi dobbiamo difendere, che è il principio cardine della democrazia liberale, che è la libertà di opinione. Dietro una libertà (di opinione) che utilizzano in modo vigliacco un “principio costituzionale”, vogliono continuare a utilizzare i discorsi d’odio, vogliono continuare a tenere nell’oblio una parte delle cittadine e dei cittadini, vogliono continuare far si che delle persone per ciò che sono subiscano violenza. ecco perché questa è una spirale che dobbiamo fermare, una legge contro l’omotransfobia e la misoginia è attesa nel nostro Paese, perché è l’unico grande paese europeo che non si è dotato di una legge contro i crimini d’odio.
Un abbraccio “virtuale” anche da parte di Monica Cirinnà, madre delle unioni civili, che ha riportato il suo messaggio nel suo profilo Instagram:
L’iniziativa di oggi a Pescara è un importante segnale di prossimità e attenzione del Partito democratico verso la città, verso la comunità LGBT+ pescarese e verso il ragazzo colpito nei giorni scorsi da un grave e intollerabile episodio di violenza. Il Partito c’è, rappresentato a tutti i livelli: il PD Abruzzo, con il Dipartimento Politiche di genere e diritti, il PD nazionale con il Dipartimento Diritti, il Pd della Provincia e della città di Pescara, e i Giovani democratici. Vogliamo ribadire con forza, con la nostra presenza, che non c’è spazio per l’odio e per la violenza omolesbobitransfobica. E che il nostro impegno per arrivare in tempi rapidi all’approvazione della legge è intenso, determinato, privo di esitazioni.
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