Classe 1970, nata a Palermo ma a Roma da oltre 20 anni, lesbica, attivista lgbtqia+ e per i diritti civili, ingegnera, madre di tre ragazzi, Marilena Grassadonia è componente della Segreteria Nazionale di Sinistra Italiana ed è Responsabile “Diritti e Libertà, politiche contro le discriminazioni” del partito, nonché Coordinatrice Ufficio Diritti LGBT+ di Roma Capitale.
Ex presidente di Famiglie Arcobaleno, Grassadonia è candidata alle imminenti elezioni europee nella circoscrizione Italia centrale (Lazio, Toscana, Umbria, Marche) per Alleanza Verdi Sinistra.
Dopo aver intervistato Monica Romano (Pd), Carolina Morace (M5S), Barbara Masini (Azione) e Alessandro Zan (Pd), abbiamo fatto qualche domanda anche a Grassadonia.
Attualmente lei è Coordinatrice Ufficio Diritti LGBT+ di Roma Capitale, delegata dal sindaco Roberto Gualtieri. Dovesse essere eletta all’Europarlamento, l’Ufficio rimarrebbe comunque in piedi?
“L’ufficio è un ufficio amministrativo incardinato all’interno del dipartimento pari opportunità. Io ho un ruolo più politico perché sto all’interno del gabinetto del sindaco, quindi coordino le questioni LGBT trasversalmente su tutti i settori dell’amministrazione. Ma è comunque un’iniziativa portata avanti convintamente dal sindaco e da questa amministrazione che non può essere legata al nome di una persona, ma è legata alla politica anti discriminazione e promozione dei diritti che stiamo facendo sulla città. Quindi assolutamente sì, l’ufficio continuerebbe ad esistere”.
Con quale spirito si candida all’Europarlamento, quali crede siano le tre battaglie fondamentali che bisognerebbe affrontare e possibilmente vincere nei prossimi 5 anni?
“Io credo che in questo momento storico in Europa ci sia sempre più la necessità di avere parlamentari e voci che dicano chiaramente che gli Stati che fanno parte dell’Unione Europea devono essere degli Stati in cui si agisce per la pace contro tutte le guerre. È banale e facile dire che siamo tutti per la pace, ma bisogna avere delle posizioni molto chiare e concrete, e noi come Alleanza Verdi e Sinistra e in particolare come Sinistra Italiana che è il mio partito di riferimento abbiamo preso delle posizioni molto chiare, votando in questi mesi sempre contro gli armamenti. Siamo sempre stati in prima linea per essere protagonisti attivi di pace, quindi la diplomazia va agita. Questo è il primo punto, ma non perché ci possa mai essere una scala di priorità ma sicuramente il tema delle guerre in questo momento storico è essenziale ed è la prima cosa su cui bisogna lavorare, anche perché dalle guerre e dai conflitti continuano a proliferare le disuguaglianze. Disuguaglianze sociali che intercettano sia il mondo del lavoro, della scuola, della salute, sia il tema dei diritti. Sono da sempre molto focalizzata sul tema dei diritti civili anche all’interno di questo progetto politico, perché sia molto chiaro che le battaglie fondamentali, ovvero per la giustizia ambientale, per la giustizia sociale e per i diritti civili, devono camminare di pari passo. Lavorerò affinché l’Europa sia un luogo in cui non ci possa essere spazio per chi calpesta la dignità delle persone e non ci possa essere spazio per un paese come l’Ungheria che porta una nostra cittadina in catene all’interno di un’aula di tribunale senza nessun capo di imputazione chiaro e senza darle la possibilità di difendersi attraverso un giusto processo. Non ci può essere spazio per chi considera le persone LGBTQIA+ un gradino inferiore. Deve essere poi un’Europa dei popoli, un’Europa concentrata sui bisogni reali delle persone, un’Europa che guarda un po’ meno al mercato. Un’Europa più dei popoli, un’Europa in cui la democrazia e l’antifascismo devono essere assolutamente delle basi su cui costruire tutto quanto il resto. Credo che i confini tra Stati dovrebbero essere confini disegnati con una matita molto leggera sulla nostra cartina dell’Europa, senza diventare confini che invece spesso si trasformano in muri invalicabili per le persone migranti che arrivano sui nostri territori, così come per i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno quando passano tra un paese all’altro perdendo pezzi di vita, pezzi di diritti, pezzi di serenità. Io lavorerò per un’Europa che sia tutto questo. Ovviamente non si può affrontare una sfida così enorme da sola, continuerò a farlo così come ho sempre fatto avendo una comunità di riferimento che è sia una comunità politica che una comunità di persone che ormai attraverso da tanti anni. Porterò con me tutte le battaglie transfemministe e del movimento LGBTQIA+ che in questi anni ho condiviso. Infine non può che essere un’Europa che rispetta profondamente il diritto all’autodeterminazione della donna, la possibilità di agire realmente un’interruzione volontaria di gravidanza è qualcosa che deve essere inserita nella Carta Europea dei diritti basilari, ma deve poter essere agita. Perché altrimenti diventa complicato parlare di uguaglianza e di dare dignità a tutte e tutti”.
In Italia non c’è mai stato un partito ambientalista davvero forte e popolare? Perché?
“L’ambientalismo dovrebbe essere trasversale a tutti i partiti politici perché si ha un approccio che esige un rispetto dell’ambiente. Oggi in questo momento storico abbiamo il tema della transizione ecologica che riguarda il futuro del nostro pianeta, non sappiamo se le nostre figlie e i nostri figli riusciranno a vivere in un pianeta che sia vivibile nei prossimi 30/40 anni. L’Italia è un paese strano. È un paese in cui a volte certe battaglie non riescono a essere portate avanti in maniera totale perché c’è sempre qualcosa di più importante, qualcosa che possa in qualche modo rimanere indietro. Credo che lo sviluppo economico con tutte le politiche neoliberiste abbia fatto la sua parte, contribuendo al fatto che non ci sia un grande partito ambientalista. Noi come Sinistra Italiana, e prima in SEL come Sinistra Ecologia e Libertà, abbiamo sempre avuto uno sguardo attento su questo mondo e adesso con questa alleanza con Europa Verde proviamo a continuare a fare la nostra parte in maniera molto chiara e netta“.
Ci elenca in estrema sintesi i punti principali delle richieste che porterete a Strasburgo in termini di salvaguardia del pianeta e qualità della vita?
“Sul tema della salvaguardia del pianeta ci sono da concretizzare delle delle azioni molto chiare che vadano a fare in modo che ci sia una vera transizione ecologica. Il fatto di volere avere un pianeta che che viva, che sopravviva, ovvero un pianeta pulito, non può essere messo in in maniera antagonista rispetto a quello che arricchisce i vari Paesi. Quello che è stato fatto adesso in Europa riguarda tutto questo, vedi le politiche neoliberiste, le politiche che mettono al centro il mercato, hanno tutte calpestato quelle che sono invece le politiche che bisognerebbe portare avanti, basti pensare alle energie rinnovabili. Certe battaglie non si possano assolutamente scindere tra di loro. Poi c’è la tassazione degli extraprofitti, ci sono delle grandi multinazionali che in questi anni continuano ad arricchirsi e non investono quel profitto sulla transizione ecologica ma su altro. Bisognerebbe tassare quegli extraprofitti per fare in modo che chi gestisce le politiche e il denaro pubblico indirizzi quelle risorse verso delle direzioni che parlano di salvaguardia ambientale e di transizione ecologica reale“.
Sondaggi alla mano, l’Europarlamento potrebbe seriamente svoltare a destra. Quali rischi concreti corriamo?
“Più che rischi, credo che già abbiamo delle testimonianze molto chiare su quello che potrebbe accadere. Vediamo quel che è avvenuto in Polonia poco tempo fa, dove le donne non hanno più il diritto ad esercitare un’interruzione volontaria di gravidanza. Quello che sta accadendo in Ungheria, luogo in cui vengono calpestati i diritti e la dignità umana delle persone. Quello che sta accadendo in Italia, dove un governo di destra e reazionario continua a dire da una parte che non vuole calpestare i diritti delle donne per poi chiudere i consultori e le risorse verso il sociale o il contrasto alla violenza di genere non vengono trovate. Quello che può accadere è dietro l’angolo e lo vediamo. Noi come Movimento LGBT tutto questo l’avevamo già denunciato. Ricordo il 2019, il Congresso delle famiglie di Verona era l’esempio classico di quello che sarebbe potuto accadere e che è già accaduto. Abbiamo oggi la vicedirettrice del TG1 che va in tv a sostenere che che l’aborto non è un diritto ma un delitto. Siamo davanti a delle situazioni che fino a qualche anno fa pensavamo impensabili. Invece tutto questo è tra noi, abbiamo un governo che guarda più all’interno dei propri confini, nazionalista, legato a dei valori e a delle ideologie che vanno totalmente da un’altra parte rispetto alla realtà sociale. Questa destra fa propaganda sulle persone LGBTQIA+, fa propaganda sulle persone migranti, fa propaganda su tutto quello che non coincide con il loro modello ideologico di famiglia o di società. Non ce lo stiamo inventando noi, sono loro a dirlo. Inseguono un’ideologia e provano a condizionare anche le nuove generazioni attraverso delle politiche che vogliono le scuole non più luoghi di resistenza laica e antifascista, luoghi in cui i nostri ragazzi e le nostre ragazze possono sviluppare il loro pensiero critico bensì dei luoghi in cui in qualche modo governare il pensiero e le menti dei delle giovani generazioni“.
Alleanza Verdi e Sinistra ha candidato Ilaria Salis. Può raccontarci il reale spirito di questa candidatura?
“È una candidatura costituzionale. Noi abbiamo messo a disposizione di Ilaria una possibilità, non le abbiamo chiesto di candidarsi con noi. Abbiamo chiesto a Ilaria e ai suoi familiari se Ilaria fosse interessata ad una eventuale candidatura, perché noi saremmo stati a sua disposizione. Ilaria ci ha pensato, sappiamo che ci sono state anche altre proposte da parte di altri partiti e alla fine ha scelto di candidarsi con noi. Siamo ovviamente molto orgogliosi di questo. Ilaria viene candidata perché vogliamo posizionare su Ilaria Salis il profilo del nostro progetto politico. Una candidatura costituzionale che difende la dignità dell’Europa, difende la dignità di una cittadina italiana, difende la dignità di una donna che è costretta a subire una detenzione folle perché non è neanche stata messa nelle condizioni di poter avere un giusto processo e di potersi difendere da un capo di imputazione che ancora non è neanche chiaro. La candidatura di Ilaria è una candidatura che ha come obiettivo quello di dare ad una cittadina italiana la possibilità di affrontare un giusto processo ed è una candidatura di denuncia rispetto al fatto che non è possibile che in Europa ci sia spazio per paesi che si pongono e che trattano cittadini europei in quel modo“.
Ora che le hanno concesso gli arresti domiciliari cambierà qualcosa?
“Siamo felicissimi delle notizie che arrivano dall’Ungheria, che potranno ridare un briciolo di serenità ad Ilaria. Sul fronte politico non cambia nulla. Gli arresti domiciliari credono siano anche il frutto non tanto della candidatura alle europee bensì della mobilitazione che c’è stata attorno a questo caso da parte di tutta la società civile. Questo dimostra che quando i diritti vengono vietati in modo così eclatante, la società civile non sta a guardare. Il prossimo obiettivo è quello di eleggere Ilaria al parlamento europeo, per fare in modo che il tema dei diritti umani, della dignità, anche all’interno delle carcerci, sia al centro del dibattito politico. Per un’Europa di diritti senza confini”.
Il Governo Meloni è al lavoro per approvare definitivamente la legge Varchi, che definirebbe “reato universale” la Gestazione per Altri. Se così fosse come crede reagirebbe l’Europarlamento?
“L’Europarlamento, rispetto alla gestazione per altri, ha recentemente votato una risoluzione che va contro lo sfruttamento della maternità surrogata. È molto importante sottolineare questo passaggio. Questa è la postura più corretta, perché nessuno di noi nega che ci possano essere delle zone d’ombra, delle zone grigie nei percorsi di maternità surrogata. Per questo motivo noi vorremmo rendere legale e regolamentata la GPA nel nostro paese e in tutti quei paesi in cui questo sia possibile. Noi crediamo che il proibizionismo, il non detto, i percorsi fatti di nascosto, creino delle difficoltà sia per chi attraversa questi percorsi e sia per le donne che fanno parte di quelle storie. Io non so come reagirà l’Unione Europea, so soltanto che il Parlamento Europeo ha votato a maggioranza una risoluzione per inserire l’interruzione volontaria di gravidanza all’interno della Carta Fondamentale dei diritti dell’Europa, so anche che il Parlamento Europeo ha votato a maggioranza per il Certificato di Filiazione Europeo per i figli e le figlie di tutte le famiglie che vivono nel nostro continente, e so anche che queste due votazioni non vedranno mai la luce perché nella commissione ci vuole l’unanimità del voto dei paesi e l’avanzata dei paesi reazionari e conservatori aumenta sempre di più. Su questi temi abbiamo già adesso un’Europa sbilanciata, in questo momento storico, soprattutto su questi temi che riguardano la vita delle persone, avere in Europa un presidio di parlamentari che parlano una lingua molto chiara rispetto la difesa dei diritti umani, la promozione dei diritti civili e che quindi vadano a confluire nel gruppo parlamentare della sinistra, lo ritengo molto molto importante. Ed è questo lo spirito con cui mi sono messa a disposizione in questa giornata elettorale”.
Negli ultimi mesi il sindaco Gualtieri ha continuato a registrare i figli di coppie di mamme, oltre ad aver dato il via all’iter per il riconoscimento della Carriera Alias al personale dipendente di Roma Capitale. Senza Grassadonia, la Capitale d’Italia continuerebbe comunque a lavorare a favore dei diritti?
“Io sto lavorando per fare in modo che tutto questo continui ad esistere nonostante la mia presenza, il lavoro che si sta facendo all’interno della città è un lavoro complessivo che vuole rendere Roma una vera capitale dei diritti, trasformare Roma in un ruolo in cui tutti e tutte possano sentirsi parte di questa città. Se noi pensassimo che il lavoro politico che si sta portando avanti è legato ad una persona sbaglieremmo. La mia presenza è stata sicuramente da stimolo, con il sindaco ci siamo parlati, ci siamo capiti e ci siamo confrontati prima di mettere in atto tutta una serie di azioni che lui condivide al cento per cento. Di conseguenza non credo e sono assolutamente convinta che non è la mia presenza o la mia non presenza che possa far cambiare direzione a questa amministrazione nei confronti del tema dei diritti civili. La mia storia personale è da sempre una storia collettiva, di comunità e di movimento. Una storia che magari aiuta a velocizzare qualche passaggio, ma anche la macchina comunale, l’amministrazione tutta si è ormai convinta come la questione LGBTQIA+ sia una questione assolutamente trasversale. Io lavoro giornalmente con l’Assessorato alla scuola, con l’Assessorato allo sport, con l’Assessorato alle politiche sociali, con l’Assessorato alle pari opportunità, con l’Assessorato al lavoro e formazione. Stiamo provando a far capire a tutti e a tutti che le persone LGBT non vivono sotto una campana di vetro, che sono cittadini e cittadine che lavorano, che studiano, che sono genitori o non lo sono, che frequentano gli ospedali e che frequentano tutti i luoghi sociali della nostra città. Sono assolutamente convinta che su questa direzione si andrà avanti almeno fino alla fine di questa consiliatura, sperando di poter proseguire anche oltre“.
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