Ecco perché Hentai di Rosalía è un manifesto dell’erotismo

https://www.youtube.com/watch?v_6YCNd3ONUU “Hentai” è senza dubbio il capolavoro dell’ultimo album di Rosalía, “Motomami”. C’è chi la ritiene una canzone controversa. Altri la reputano scandalosa. Nel giorno del suo anniversario, voglio invece rendere omaggio a quella che è, a mio avviso, la ballata più rivoluzionaria dell’anno. Il titolo potrebbe far pensare immediatamente a un tipo di filmografia per adulti, precisamente a una tipologia di porno giapponese composto da cartoni animati sessualmente espliciti. Questo potrebbe spiegare il tema della canzone, che è difatti il coito. Tuttavia, quando si parla di Rosalía, se ci si ferma a una prima lettura del testo si perde ciò che è il metatesto, ossia il complesso piano allegorico. Dopotutto, cosa c’è di più allegorico e complesso dell’incontro sessuale? Tornando al titolo della canzone, in giapponese la parola “hentai” è formata da due ideogrammi: “strano” e “stato”. Questa parola, quindi, si traduce come “anormalità”. Sebbene possa essere relazionato a una perversione sessuale, nella cultura giapponese il termine “hentai” viene, in realtà, associato agli insetti, assumendo il significato di “metamorfosi”. Non è affatto un caso che il simbolo dell’album “Motomami” sia una farfalla, simbolo emblematico della trasformazione di Rosalía, come artista e come donna. Il sesso è un flusso creativo, è metamorfosi. È un incontro di due solitudini che, trovandosi, si fondono e insieme creano l’incontro stesso. È un linguaggio, un dialogo reciproco tra due corpi che si cercano, cambiano e si trasformano. È un viaggio esplorativo e altamente creativo. Iniziamo dunque questo viaggio seguendo le quattro sezioni armoniche della canzone, che rappresentano le tappe che si susseguono durante l’incontro erotico. Ecco perché Hentai di Rosalía è un manifesto dell'erotismo Capitolo uno: desiderio La ballata si apre con una prima parte melodica senza salti, costituita da intervalli piccoli e gradi congiunti. Rosalía ci sta cantando all’orecchio, creando grande vicinanza e profonda intimità. Si rivolge al suo fidanzato: Pa', pero mírate / No pienses más / Na' que pensar (Baby guardati, smetti di pensare, non c’è nulla da pensare). L’atto sessuale inizia, quindi, con un invito a lasciar andare la mente per cominciare a far parlare il corpo. Nel video vediamo Rosalía in un prato di campagna incolto e sconfinato, simbolo della libertà che sta per dare inizio al viaggio erotico con la macchina da presa, il suo compagno. Capitolo due: eccitazione Dopo la prima strofa, entra il secondo capitolo musicale caratterizzato da una melodia volutamente Disneyana. Gli accordi di quinta e di sesta creano una sospensione magica e romantica, che cita le più note e indimenticabili ballate principesche. La successione armonica degli intervalli ricorda, in particolare, “Someday My Prince Will Come” di Biancaneve. Eppure, il sesso è fatto di contrasti. Alla dolcezza innocente della musica si contrappone una frase forte e cruda: Te quiero ride / Como a mi bike (Ti voglio montare come la mia bicicletta). Rosalía esprime il desiderio attivo di prendere l’iniziativa e il controllo della situazione. La frase pronunciata dalla cantante è accompagnata dall’immagine della sua mano che afferra in pugno le redini del toro e comincia a cavalcarlo. La metafora dell’azione masturbatoria riflette già l’equilibrio contraddittorio del vincolo sessuale, dove si fluttua costantemente tra controllare e lasciarsi andare, possedere e abbandonarsi. La seconda stanza si conclude, però, con un’interessante gerarchia: Segundo es chingarte / Lo primero e' Dios (Al secondo posto c’è lo scoparti, al primo posto c’è Dio). Rosalía ci rende manifesta l’ancestrale battaglia tra sessualità e spiritualità. Per la catalana, l’anima vince sul corpo ma non lo occulta né lo demonizza, anzi lo esalta e lo celebra. La dimensione carnale diventa, infatti, lo stadio necessario per raggiungere il piano trascendentale. Capitolo tre: estasi Nella terza stanza la melodia si trasforma, diventando graduale e organica. La strofa si apre con un sofisticato arpeggio ascendente. In quel So, so, so, so, so, so good Rosalía ci narra l’orgasmo. E lo fa, nel video, mostrando il suo volto in primo piano. Siamo sotto le coperte, bianchissime, unicamente sporcate dalla luce. Sembra di essere in uno stato onirico e paradisiaco. Arrendendosi al piacere, il corpo attraversa una vera e propria estasi, nella quale riesce, nell’ultima nota più acuta, ad arrivare a una dimensione ultraterrena. In quell’ultimo SO è riassunta tutta la nostra vita. In quel secondo, all’apice del piacere, dimentichiamo la nostra mortalità e ci sentiamo infiniti. In quel minuscolo momento, ci svuotiamo della paura della morte per riempirci del piacere della vita. Un attimo dopo, riatterriamo nella nostra triste dimensione terrena, mortale e precaria. Ed è proprio quello il momento in cui dobbiamo tornare a hacer Hentai, a trasformarci ancora, a scopare di nuovo. Capitolo quattro: risoluzione La quarta e ultima stanza è caratterizzata da un susseguirsi di melismi discendenti che provengono dalla tradizione flamenca, alla quale Rosalía è profondamente devota. La successione di note rapide che mantengono la stessa sillaba produce una serie di sensazioni che rimandano alle tensioni muscolari che si alternano durante l’unione erotica. Enamorá' de tu pistola / Roja amapola / Crash, esa ola / Casi me controla (Innamorata della tua pistola rosso papavero, quell’onda quasi mi controlla). Qui Rosalía ci riporta a un’immagine naturalistica per spiegare ciò che accade quando ci consegniamo al partner. Nell’incontro sessuale, perdiamo sempre una parte di noi per donarla all’altro (e viceversa). È ciò che accade alle rocce che vengono lentamente erose dalle onde del mare, tanto aggressive come delicate. Il sesso, dopotutto, è un momento di scambio autentico, di condivisione. Scopriamo l’altro e ci scopriamo con l’altro. Ci perdiamo di fronte al suo sguardo e in lui ritroviamo noi stessi, tra le pieghe del suo corpo ansimante. Elemento di chiusura Ciò che suggella l’intera ballata, caratterizzata unicamente da voce e pianoforte, è un elemento che arriva in maniera inaspettata verso il finale della canzone: la mitragliatrice. Le percussioni del reggaeton vengono spogliate del loro tipico pattern ritmico e suonate in rapida successione, trasformandosi in colpi di fucile. Questo elemento dirompente e di sorpresa rappresenta da una parte l’eiaculazione, dall’altra le palpitazioni cardiache che avvengono prima dello sparo. Questi suoni aggressivi, secchi e duri chiudono il viaggio indimenticabile di “Hentai”. Nel video, nel bel mezzo di uno stadio da rodeo vuoto, la candida Rosalía si sporca di terra rosso sangue, mentre sullo sfondo si intravede un cavallo selvaggio. Il viaggio erotico finisce così nel modo più puro, crudo e animale. Il coito tramonta, incorniciato dalla sua dimensione indomita, selvaggia e anarchica. Dopo l’orgasmo è arrivata l’eiaculazione che ha trasformato i due amanti, rendendoli una cosa sola. La metamorfosi si è compiuta. Conclusione L’opera di Rosalía è molto più che un magnifico esempio di orgasmo uditivo. “Hentai” è un vero e proprio manifesto dell’erotismo. La canzone, difatti, non ha nulla di pornografico ma ha tutto di erotico. I due mondi sono diametralmente opposti. Entrambi hanno a che fare con la sessualità esplicita e la ricerca attiva del piacere. Tuttavia, se i processi di strumentalizzazione e di cosificazione fanno da padroni alla pornografia, l’erotismo si fonda sul riconoscimento dell’altro come soggetto e compagno, rispettato e dignificato nella sua unicità. La cantante catalana crea così una ballata che è allo stesso tempo “volgarmente” poetica e poeticamente “volgare”. “Hentai” riesce a rappresentare senza filtri la complessa ricchezza della sessualità umana, mettendo in scena la reale e splendida contraddittorietà del vincolo sessuale: essenziale e sofisticato, docile e aggressivo, sublime e primordiale. In una sola parola, metamorfosi.

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