Capitolo due: eccitazione
Dopo la prima strofa, entra il secondo capitolo musicale caratterizzato da una melodia volutamente Disneyana. Gli accordi di quinta e di sesta creano una sospensione magica e romantica, che cita le più note e indimenticabili ballate principesche. La successione armonica degli intervalli ricorda, in particolare, “Someday My Prince Will Come” di Biancaneve. Eppure, il sesso è fatto di contrasti. Alla dolcezza innocente della musica si contrappone una frase forte e cruda: Te quiero ride / Como a mi bike (Ti voglio montare come la mia bicicletta). Rosalía esprime il desiderio attivo di prendere l’iniziativa e il controllo della situazione. La frase pronunciata dalla cantante è accompagnata dall’immagine della sua mano che afferra in pugno le redini del toro e comincia a cavalcarlo. La metafora dell’azione masturbatoria riflette già l’equilibrio contraddittorio del vincolo sessuale, dove si fluttua costantemente tra controllare e lasciarsi andare, possedere e abbandonarsi.
La seconda stanza si conclude, però, con un’interessante gerarchia: Segundo es chingarte / Lo primero e’ Dios (Al secondo posto c’è lo scoparti, al primo posto c’è Dio). Rosalía ci rende manifesta l’ancestrale battaglia tra sessualità e spiritualità. Per la catalana, l’anima vince sul corpo ma non lo occulta né lo demonizza, anzi lo esalta e lo celebra. La dimensione carnale diventa, infatti, lo stadio necessario per raggiungere il piano trascendentale.