Bologna, Roma, Venezia, Padova e tanti altri piccoli comuni presenteranno mozioni per l’istituzione del Registro di Genere, il mese scorso approvato a Milano grazie a Monica J. Romano, prima storica consigliera transgender della città e ideatrice del registro: «Felice che la mia proposta abbia riscosso grande interesse in tanti comuni d’Italia».
Mercoledì 22 giugno Romano presenterà la mozione approvata a Milano presso la Commissione Pari Opportunità del Comune di Bologna, con la partecipazione della Vicesindaca Emily Clancy e della Presidente della Commissione Porpora Marcasciano, storica attivista transgender.
«Sono molto contenta dell’interesse dimostrato dal Comune di Bologna, dalla vicesindaca Clancy e dalla presidente di commissione Marcasciano. Milano e Bologna sono città che storicamente hanno orientato la bussola dei diritti», ha dichiarato la consigliera dem. Ma anche con il Comune di Roma si sta lavorando in questo senso.
«Recentemente ho avuto modo di confrontarmi con Marilena Grassadonia – che guida l’ufficio LGBT+ istituito dal sindaco Gualtieri – e abbiamo convenuto di organizzare un incontro presso la Commissione Pari Opportunità di Roma Capitale, presieduta da Michela Cicculli», ha aggiunto Monica Romano. Anche da consiglieri comunali e assessori di Padova, Venezia e Lecce sono arrivate richieste di informazioni e di collaborazione, così come da comuni come Livorno, Bollate, Verbania, Chieri.
«Coordineremo i nostri lavori sfruttando i collegamenti da remoto. Ieri, ad esempio, abbiamo organizzato una call di allineamento durante la quale – con la collaborazione del professore di Diritto Pubblico Comparato all’Università Sapienza di Roma Angelo Schillaci – abbiamo fornito informazioni e chiarimenti ai consiglieri comunali e assessori collegati dalle varie città.»
Il Registro approvato lo scorso 17 maggio a Milano consentirà ai cittadini transgender milanesi di avere documenti di riconoscimento di competenza del Comune (abbonamento ATM, tessere delle biblioteche, badge e documenti di riconoscimento aziendali per i dipendenti del Comune di Milano e delle aziende partecipate) che riportino il nome da loro scelto e non più il nome anagrafico. La mozione approvata prevede inoltre misure per rendere effettivo il diritto di voto delle persone transgender che – a causa del problema dei seggi elettorali suddivisi in base al sesso – spesso disertano le urne per evitare situazioni di imbarazzo. D’ora in poi, per ottenere i documenti con il nome scelto, per i cittadini transgender sarà quindi sufficiente fare una dichiarazione davanti a un ufficiale di stato civile.
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