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Milano proclamata Zona di Libertà LGBTQ+ e prima città d’Italia con un Registro di Genere per le persone trans*

Giornata molto significativa quella vissuta a Palazzo Marino, con due importanti ordini del giorno approvati.

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Alla vigilia della Giornata Internazionale contro l’Omotransfobia, Palazzo Marino ha approvato i primi due documenti di questa consigliatura dedicato alla comunità LGBTQ+ milanese. Milano è stata infatti ufficialmente proclamata Zona di Libertà per le persone LGBTQ+, in risposta alle Free LGBT Zones polacche e ungheresi. E non è finita qui, perché Milano è diventata anche la prima città italiana ad avere un Registro di Genere dedicato ai cittadini transgender, non conformi e non binari.

Una mozione, quest’ultima, presentata da Monica Romano – prima donna transgender eletta a Milano – per l’istituzione di un Registro per il riconoscimento del genere di elezione per le persone transgender e non binarie. Il Registro consentirà ai cittadini transgender milanesi di avere documenti di riconoscimento di competenza del Comune (abbonamento ATM, tessere delle biblioteche, badge e documenti di riconoscimento aziendali per i dipendenti del Comune di Milano e delle aziende partecipate) che riportino il nome da loro scelto e non più il nome anagrafico. La mozione approvata prevede inoltre misure per rendere effettivo il diritto di voto delle persone transgender che – a causa del problema dei seggi elettorali suddivisi in base al sesso – spesso disertano le urne per evitare situazioni di imbarazzo. D’ora in poi, per ottenere i documenti con il nome scelto, per i cittadini transgender sarà quindi sufficiente fare una dichiarazione davanti a un ufficiale di stato civile.

In attesa di una nuova legge nazionale che riconosca il diritto all’identità di genere e all’autodeterminazione delle persone transgender – la legge attualmente in vigore è ormai di 40 anni fa e del tutto inadeguata – l’approvazione di questo registro è un traguardo molto importante. Oggi le persone transgender devono affrontare percorsi che possono durare anche anni, frustranti quanto costose perizie psichiatriche e mediche, passaggi da avvocati e tribunali che allungano i tempi e costano migliaia di euro – prima di vedere riconosciuto un diritto che dovrebbe essere dovuto e soltanto validato dalle istituzioni. Tutto questo avviene in contrasto con gli orientamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che – ormai quattro anni fa – ha stabilito che essere transgender non è una malattia psichiatrica. Come il Registro delle Unioni Civili approvato a Milano nel 2012 anticipò il riconoscimento delle coppie omosessuali, oggi il Registro di Genere sarà avanguardia per il riconoscimento della cittadinanza delle persone transgender“, ha commentato Monica Romano.

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Il primo ODG ieri approvato fa invece parte della campagna #ILoveWhereILive del PES Committee of the Regions, cui hanno aderito altre città come Parigi, Lisbona e Vienna, e prende spunto dalla risoluzione del Parlamento Europeo di due anni fa sullo stesso tema. A presentare l’ordine del giorno i consiglieri Michele Albiani, Angelo Turco e Carmine Pacente.

Ringrazio di cuore i colleghi firmatari Angelo Turco e Carmine Pacente, quest’ultimo insieme all’assessora Arianna Censi membri proprio del gruppo Committee of the Regions“, ha scritto sui social Albiani, eletto con il Partito Democratico. “La prima azione sarà l’esposizione della bandiera arcobaleno a Palazzo Marino, nel mentre lavoreremo alle azioni pratiche per migliorare la vita della comunità arcobaleno della nostra città. In testa ho, ad esempio, il Centro LGBTQ+ chiesto dal movimento milanese durante la campagna elettorale“.

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