La parata clou dell’Umbria Pride 2024 prenderà il via alle 15:00 di sabato 1 giugno. Il corteo partirà da Piazza Grimana, e procederà lungo un percorso ben definito che toccherà alcune delle vie principali di Perugia. Dopo aver lasciato la piazza, il corteo si snoderà attraverso Via Pinturicchio, proseguirà per Porta Pesa, e continuerà lungo Via XIV Settembre. Il percorso includerà poi Tre Archi e Via Marconi, seguendo Via Masi fino a Viale Indipendenza, per arrivare infine ai Giardini Carducci.
Approfondiamo le dinamiche e gli obiettivi di questa edizione con Stefano Bucaioni, membro del comitato organizzatore dell’Umbria Pride. L’intervista che segue offre una panoramica dettagliata dell’impegno e delle riflessioni che animano la manifestazione, un evento che storicamente vede la partecipazione di migliaia di partecipanti che si riversano nelle strade umbre.
Umbria Pride 2024 – INTERVISTA
Presentazione del comitato organizzatore: chi siete (associazioni, persone ecc. che si vogliano menzionare)
Dopo l’esperienza del Perugia Pride, che dal 2013 ha portato in piazza e per le strade del capoluogo migliaia di persone, tutte le associazioni LGBTQIA+ dell’Umbria si sono riunite in un coordinamento regionale per dare vita all’Umbria Pride, una grande manifestazione regionale per la promozione e la tutela dei diritti della comunità LGBTQIA+. Del coordinamento Umbria Pride fanno parte AGEDO Terni, Amelia Pride, Esedomani Terni, Famiglie Arcobaleno, Rete Lenford e Omphalos LGBTI.
Ci sono altre realtà locali che sostengono e partecipano alla vostra iniziativa? Ce ne sono alcune di cui vorreste parlarci?
Ogni anno l’Umbria Pride è sostenuto da tantissime realtà del territorio regionale, che condividono e supportano l’evento e la sua piattaforma di rivendicazioni. Oltre 50 realtà che spaziano dai sindacati alle associazioni studentesche, dalle organizzazioni femministe a quelle culturali o ambientali. Una rete intersezionale per noi molto preziosa con la quale le associazioni della comunità collaborano non solo durante il pride regionale, ma durante tutto l’anno.
Qual è il rapporto della comunità queer locale con il sindaco e la giunta?
Un pessimo rapporto. Sono passati ormai 10 anni dall’insediamento del sindaco Andrea Romizi (Forza Italia) e gli atti ostili contro le persone LGBTQIA+ e le nostre famiglie ormai non si contano più. Dalla battaglia per le trascrizioni dei figli delle famiglie arcobaleno ai patrocini negati al Pride, dal rifiuto a sostenere la nascita del primo Centro Antidiscriminazioni in Umbria a continue politiche familiari che mirano puntualmente ad escludere tutto ciò che non è famiglia tradizionale. Insomma una giunta comunale che si è appiattita sulle posizioni prima della Lega e poi di Fratelli d’Italia e ha cancellato la grande storia di apertura e inclusività propria della città di Perugia e dell’Umbria.
Che impatto ha sulla vostra città/il vostro territorio un Pride?
Il Pride per Perugia e per l’Umbria è stato un motore di visibilità e di cambiamento culturale. Il grande entusiasmo che ogni anno si concentra intorno al Pride e le migliaia di persone che scendono in piazza ci confermano che il movimento per costruire un futuro più giusto per tutte e tutti è inarrestabile. Per i diritti della nostra comunità non è più una questione di “se”, ma solo di “quando” e il nostro obiettivo rimane il raggiungimento della piena uguaglianza di diritti e della piena felicità delle persone LGBTQIA+. I pride sono stati e restano uno strumento importantissimo.
Comune e Regione hanno dato patrocinio al Pride? Quali istituzioni locali avete dichiaratamente dalla vostra parte? E quali no, e perché?
Dal 2023 Umbria Pride ha deciso di non chiedere alcun patrocinio alle istituzioni locali e regionali. E’ stata una scelta ponderata e frutto dello spregiudicato utilizzo politico che viene fatto del patrocinio dalle attuali amministrazioni di centro destra. Qui in Umbria abbiamo una lunga storia di patrocini negati o concessi e poi ritirati e quest’anno abbiamo deciso di sottrarci a questa logica. A noi non interessa il patrocinio di istituzioni che non capiscono il valore di governare per tutte e tutti e che per di più attuano tutto l’anno politiche omolesbobitransfobiche. Il patrocinio dell’Umbria Pride sono le cittadine e i cittadini che scendono in migliaia in piazza ogni anno.
Ci sono delle iniziative correlate alla manifestazione del Pride che vi sembrano importanti (che fate o che avete fatto)?
Ogni anno attorno al Pride si concentrano una serie di eventi e attività di preparazione dove vengono toccati tantissimi temi cari alla nostra comunità, ci si confronta, si ascolta e si elabora collettivamente. Di sicuro gli eventi che riempiono di orgoglio sono quelli che coinvolgono interi quartieri della città, con le loro associazioni locali e i loro esercizi commerciali. Da anni, il venerdì precedente al pride, ad esempio, organizziamo la Notte Arcobaleno, una speciale notte bianca in collaborazione con l’associazione di quartiere, dove negozi, ristoranti, associazioni si uniscono per celebrare il pride.
Avete previsto delle attenzioni particolari in merito all’accessibilità?
Ad ogni edizione proviamo ad aggiungere un tassello in termini di accessibilità e sostenibilità. Quest’anno durante il corteo dell’Umbria Pride ci saranno delle zone di decompressione, spazi sicuri, distribuzione di tappi per le orecchie e indicazione di percorsi accessibili, ma c’è ancora molto da fare a riguardo. Purtroppo non è semplice per i pride fuori dalle grandi città avere risorse economiche e umane per affrontare le tante sfide che ci aspettano sul campo dell’accessibilità e della sostenibilità, ma questo rappresenta un punto fisso sul quale annualmente ci interroghiamo e proviamo a fare dei passi avanti.
In questi anni di governo delle destre, come considerate vengano affrontate, sostenute o contrastate le istanze che il vostro Pride vuole portare avanti?
Il nostro attuale governo ha messo la marcia indietro rispetto alla comunità LGBTQIA+. Non solo le nostre istanze vengono ignorate e da anni non c’è alcun passo in avanti, ma ci arrivano segnali molto concreti di un preoccupante ritorno al passato. A cominciare dalla martellante battaglia che stanno subendo a 360° sulla loro pelle le persone trans* e le famiglie arcobaleno. Il governo Meloni si è allineato alle peggiori destre nazionaliste d’Europa e per loro la nostra comunità rappresenta solo qualcosa da combattere.
Su quali rivendicazioni ritenete che ci sia ancora bisogno di manifestare, scendere in piazza e fare un Pride?
In realtà la lista è lunghissima, non a caso, secondo l’ultima classifica di ILGA-Europe, l’Italia è al 36° posto su 49 paesi in termini di rispetto e promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+ e contrasto alle discriminazioni. L’Italia, dopo aver approvato le mezze unioni civili, si è completamente bloccata e ora con il governo Meloni rischia di tornare pericolosamente indietro. Insomma le piattaforme rivendicative dei nostri pride non si accorciano di certo, anzi si allungano perché nel frattempo che le nostre istituzioni sono immobili, il mondo e le nostre comunità vanno avanti ed emergono sempre nuove e importanti esigenze.
Qui sotto un estratto del documento politico 2024 di Umbria Pride:
- Lottiamo perché l’autodeterminazione sui nostri corpi sia non solo un diritto riconosciuto, ma un obiettivo di educazione sociale e civica, che metta al centro il percorso di ogni persona nell’affermazione del proprio genere e nello scegliere quali cambiamenti apportare per raggiungere la piena soddisfazione e felicità: senza limiti e preconcetti binari, e soprattutto sotto la tutela di un sistema sanitario che deve farsi carico dei bisogni di tutte le esperienze trans.
- Lottiamo perché le forme relazionali che vogliamo vivere non siano sottoposte al vaglio della morale eteronormata: vogliamo il pieno accesso al matrimonio per tuttǝ, ma vogliamo anche il riconoscimento, la tutela e la fine dello stigma per le relazioni considerate altre, quelle non monagame, e che l’esclusività relazionale come forma di possesso patriarcale sia decostruita e privata delle sue componenti violente.
- Lottiamo perché differenti forme relazionali siano riconosciute, e con queste anche le differenti possibilità di genitorialità e di riproduzione. La gestazione per altre persone, l’adozione e altre forme di coparenting: pieno accesso per le coppie omogenitoriali e affettive, ma anche per altre forme famigliari composte da più persone, sia per quelle che crescono già bambinǝ che per quelle che desiderano farlo.
- Lottiamo perché la libertà di scelta sul proprio corpo e sul proprio utero non sia in bocca a nessunǝ altrǝ se non alla persona che ha in carico la gravidanza: l’IVG deve essere garantita, e il sistema sanitario pubblico deve essere riorganizzato in modo che questa possa essere portata a termine in ogni struttura e comune, senza stigma e violenza psicologica. L’assistenza e il supporto nei consultori deve essere lasciata libera dalle ingerenze di gruppi che limitano la libertà di scelta, i consultori devono essere finanziati e raggiungere il numero necessario per potere compiere il lavoro di educazione, assistenza, cura e prevenzione di uno Stato che troppo spesso ha delegato le sue responsabilità a realtà autogestite, e che ora le attacca smantellandole.
- Lottiamo perché ogni orientamento sessuale e affettivo venga conosciuto, riconosciuto e rappresentato senza battute umilianti o dibattiti su cosa sia lecito e non lecito, possibile o non possibile provare. Vogliamo che la società si impegni a capire le possibilità altre che esistono fuori dall’eteronormatività, e che le esperienze di orientamenti differenti vengano ascoltate.
- Vogliamo che le pratiche sessuali condannate dalla norma escano dall’ombra e vengano rivendicate per la loro bellezza e potenza liberatoria, lasciando che l’unica discriminante su quando una pratica sia giusta oppure no sia il consenso. Consenso che troppe volte vediamo ancora messo in discussione da uomini eterocis privilegiati dalla cultura pratriarcale in cui sono nati, e che praticano la violenza come strumento di potere culturale.
- Lottiamo perché il lavoro sessuale venga riconosciuto e tutelato nella sua dimensione libera: e con tutela intendiamo anche una battaglia contro la tratta e lo schiavismo sessuale, che non ha nulla a che fare con la libertà di praticare un servizio di sex work.
- Lottiamo perché il classismo, l’abilismo e il razzismo che si riversa sui gruppi sociali già marginalizzati come le soggettività LGBTQIA+, le persone razzializzate e le persone disabili, siano fenomeni di cui le istituzioni inizino a contrastare a ogni livello, da quello scolastico, a quello lavorativo, con il diritto allo studio, alla casa e al lavoro nel pieno della dignità di ogni persona e con pari possibilità di accesso alla felicità.
- Lottiamo perché vogliamo che l’intersezionalità non sia una nuova parola commercializzata senza essere capita: vogliamo un’intersezionalità vera, che riconosca la matrice comune della violenza, della discriminazione del potere. Un potere patriarcale e machista, che scorre e prende la forma di invasioni, guerre, genocidi. Un potere che segrega e stabilisce una scala valoriale e di sfruttamento fra umani, ma anche fra umani e animali non-umani.
Leggi per intero qui il manifesto politico 2024 di Umbria Pride
LINK UTILI:
Pagine social: Instagram |Facebook
Visualizza questo post su Instagram
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.