Libero di Vittorio Feltri rischia la radiazione: deferito dall’Ordine dei Giornalisti

Un ventennio di insulti LGBT. Ripercorriamo la cronistoria.

libero
2 min. di lettura

Il Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti ha deferito il quotidiano di Vittorio Feltri, Libero. Il direttore ha tirato troppo la corda, e ora ne pagherà le conseguenze. La sentenza di radiazione non è ancora certa, in quanto chi di dovere dovrà ora analizzare le azioni del giornale per poi prendere una decisione definitiva. Certo è che Libero non è mai andato troppo per il sottile nei suoi titoli della prima pagina, noncurante delle polemiche. 

A portare alla defezione, l’ultimo titolo tragicomico del giornale del 4 marzo: “L’infezione crea l’Unità d’Italia. Virus alla conquista del Sud“. E nel sommario si legge “Ora si che siamo tutti fratelli, finita la caccia all’untore del Nord“. Secondo la legge, un giornale che non rispetta le regole deontologiche viene inizialmente avvertito di un grave errore (avvertimento). La seconda volta parte invece la censura. Al terzo caso, scatta invece la sospensione, sopra i due mesi ma inferiore all’anno. Tuttavia, con questo titolo Libero potrebbe andare direttamente alla radiazione.

Tutte le offese di Feltri e Libero alla comunità LGBT

Lo sappiamo bene, Vittorio Feltri e Libero non si sono risparmiati nemmeno con la comunità LGBT. Il titolo che ha scatenato la polemica e indignazione è stato “Calano fatturato e PIL ma aumentano i gay“. Nel sommario rincara la dose: “Gli unici a non sentire crisi sono gli omosessuali: crescono in continuazione“.

Ma la storia del quotidiano contro la comunità inizia molti anni fa

  • La prima volta che Gay.it ha parlato di Feltri è stato nel maggio 2001, quando Nichi Vendola denunciò Libero per aver parlato di una lobby che contrastava la lotta alla pedofilia, ipotizzando lo stesso parlamentare (all’epoca appartenente a Rifondazione Comunista) di farne parte.
  • Nello stesso anno, a settembre, fu lo stesso Gay.it a essere ripreso. Sempre il vecchio Vittorio Feltri aveva spiegato che la nostra testata sopravviveva solamente grazie al Grane Fratello.
  • Ma non si ferma, nel 2009 fa outing (senza alcuna prova) nei confronti di Dino Boffo, all’epoca direttore di Avvenire, a seguito di un caso giudiziario che lo riguardava. Non dimentichiamo poi le offese a Piero Marrazzo, ex governatore del Lazio, per essere stato trovato con delle persone trans. Nello stesso anno, una sentenza ha condannato il direttore a risarcire con 50.000 euro l’ex deputato dei Verdi Gianpaolo Silvestri, offeso per il suo orientamento sessuale.
  • Arriviamo infine ai giorni nostri. Nel 2018, Libero e Il Giornale avevano definito il Roma Pride come una “triste processione vuota“, aggiungendo poi “sempre sia lodati i ricch*oni“. Lo stesso anno, il direttore ha parlato di Milano come “un vivaio di finocchi, chi minaccerebbe i loro diritti?” durante la trasmissione L’Aria che Tira su La7. Per non parlare poi della frase “non sono omofobo ma molti amici con quella tendenza lì“, pronunciata nell’intervista di Alessio Poeta per Chi, in cui aveva anche negato la sua omofobia, dicendosi invece aperto a famiglie LGBT e adozioni.
  • Lo scorso anno, infine, non aveva perso l’occasione di elogiare il Congresso delle Famiglie di Verona dalle pagine di Libero Quotidiano: “Ogni testa di rapa è nato da rapporto uomo – donna“.

Che dire di più? Dopo questa ventennio di insulti LGBT, speriamo solamente che Vittorio Feltri e Libero vengano radiati per sempre dalla storia del giornalismo italiano. 

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Renzo Loi 5.3.20 - 12:54

che feltri non vi sia simpatico ,nonè una novita'. ma non ho visto un atricolo quando da ischia sono venuti fuori offese agli untori nordisti". quello non era razzismo ,vero?molte frasi di feltri le condivido, forse andavano dette con piu' bon ton. x es .che ci sia un turismo omossessuale è la verita'.che ci sia un pil indirizzato piu' verso il popolo gay è vero: profumi , creme , abiti ., borselli , tennis,.ecc..milano è famosa x essere la capitale del divertimento gay, anche a livello internazionale.sul congresso della famiglia , ha espresso il suo parere , che non è il vostro. liberta' di pensiero.su marrazzo.: meglio non parlare. un silenzio pietoso sul suo comportamento , non sul fatto che andasse a trans.poi non capisco chi si offende xchè gli danno del gay. . se vi identificate nell'essere gay xchè offendersi?

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bacibaci 5.3.20 - 12:40

Speriamo bene e speriamo che non sia un caso isolato. Di giornalisti servili e bugiardi l'Italia è piena.

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