Le parole, certe volte, fanno più male di un pugno in pieno volto. Lo sa bene Florijan, dopo essere tornato a casa con i capelli tinti di biondo. Ma soprattutto, dopo aver fatto coming out con il padre, la madre e il fratello. L’ultimo caso di omofobia in famiglia proviene dalla provincia di Ancona. Una storia che ha come protagonisti Florijan, ragazzo di 22 anni, e il padre omofobo, il quale lo ha cacciato di casa per via della sua omosessualità.
Le ultime parole che Florijan si è sentito dire, sono state “Io non ho più un figlio, tu per me sei morto, prendi le tue cose e vattene via“. È da gennaio che il ragazzo non vede la sua famiglia, dopo essersene andato di casa. Ad Ancona Today ha raccontato:
L’ultima volta che mio fratello mi ha cercato è stato per chiedermi di togliere dai social tutte le foto in cui comparivano i familiari. Come sto? Meglio rispetto a prima, anche se non sto bene economicamente lo sono a livello fisico e mentale, perché ora mi sento davvero “io”.
Una vita difficile, prima di fare coming out, quando a molte volte ha pensato al suicidio: “Sì ci pensavo e lo facevo, poi per fortuna all’ultimo mi fermavo“.
L’omofobia in famiglia e a scuola
A 13 anni Florijan ha vissuto il primo episodio omofobo tra le mura domestiche. Anche in questo primo caso, solo poche parole, pronunciate dalla madre, mentre stava chattando con un amico: “Se tu sei così, allora non ti vogliamo più bene“. Il comin gout ha solamente peggiorato le cose con i genitori, che cercava di vedere il meno possibile.
Se n’era già andato di casa, ma solo per pochi giorni. Erano gli stessi genitori a chiamarlo per cercare di ricucire i rapporti.
Puntualmente mi contattavano, dicevano di aver capito, di volermi essere di supporto e io tornavo indietro. Poi però ricominciava tutto. Se uscivo, anche per andare a lavoro, mi seguivano per vedere cosa facevo. Non avevo libertà, neppure di vestirmi come volevo. Lo smalto? Assurdo per i miei genitori, si arrabbiavano anche per una maglia con sopra l’arcobaleno. Mi sono sempre sentito insicuro di quello che vivevo, mi sentivo in colpa e mi chiedevo se ero giusto così o se invece dovevo cambiare.
A scuola, la situazione non era migliore. Vittima di bullismo omofobico, ha avuto degli amici veri che lo sostenevano solo quando si è trasferito per studio ad Ancona.
E Florijan insegna una grande lezione a tutti:
Le parole hanno un peso e occorre una legge che tuteli la diversità, visto che è proprio la “diversità” ad essere “normalità”. A chi è gay, ma anche all’etero, dico di cercare l’amore in sé stessi e negli altri anche se l’amore, paradossalmente, è una delle cose che genera più conflitti. Io sono ciò che sono grazie a tutto quello che ho passato. Nel bene e nel male.
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