Dopo aver raccontato la storia di Malika, è ancora una volta Fanpage a far venire alla luce un’altra storia di omotransfobia in famiglia, con Gianpaolo, 26enne del Molise, cacciato di casa perché omosessuale.
I miei non si sono mai espressi, penso che lo sapevano ma facevano finta di non saperlo. Solo dopo 22 anni mio padre si è espresso, esattamente il 17 ottobre del 2017, chiedendomi se mi vergognassi di fare queste cose in giro con gli uomini. Io gli ho risposto semplicemente che non ne vedevo il problema, perché è una cosa normale. L’unica risposta di mio padre è stata: ‘Quella è la porta, puoi prendere le tue cose e andare via’.
Ed è così che per Giampaolo è iniziato l’incubo. D’altronde poco più che 20enne, senza un tetto sopra la testa, in mezzo a una strada, da solo, privo di un sostegno economico, dall’oggi al domani, come fai a sopravvivere? Storie ordinarie che si credono straordinarie, nell’Italia di oggi in cui c’è ancora chi definisce ‘inutile’ il DDL Zan.
“Ti ritrovi a 23 anni da solo in mezzo a una strada a non sapere cosa fare, dove andare e cosa succederà“, ha confessato il giovane, che ha così iniziato a dormire nelle stazioni, cercando case dopo poter passare la notte nelle app di incontri. “Ti danno ospitalità se in cambio dai qualcosa. Chiamasi marchette, non vorrei farlo ma sono costretto a farlo. L’ho fatta per anni“. Giampaolo, neanche a dirlo, è in difficoltà. Non ha una casa, un conto in banca pari allo zero, ha usato tutti i suoi risparmi per dormire in albergo.
“Io non ho una famiglia da 3 anni, non sento la mancanza di un padre e di una madre. Se devo chiedere una cosa: una stanza e un lavoro. Avere casa e poter costruire il mio futuro“, ha concluso Giampaolo, vittima di un’omotransfobia sempre più pressante e insostenibile, in un Paese del 2021 che si possa e voglia definire civile.
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Carissimo Lei, non sono nella situazione...Quale mi scusi? Sono nato cresciuto e pasciuto frocio, si frocio, lavoro a bestia e sono rispettato da tutti e ognidove. E ho premesso frequento marchette....Quindi vogliamo screditare chi? I gay o le marchette? O entrambi? allora va bene uno stato assistenzialista, ma io purtroppo o per fortuna devo lavorare e guadagnarmi la vita come del resto il nostro amico, anche se io ho dato un consiglio di vita, non di vita facile, che è ben diverso. Classe operaia anche per noi diversi come ci classificano ma non voglio pagare per chi ha intenzione di pretendere, e ripremetto sono uno che paga per il mio comodo non per quello degli altri. Leggere attentamente. Non è un medicinale ma una storia di vite vissute diversamente! Baci a tutti sempre.
gioric70 facile parlare quando non sei nella situazione, non conosci lo stato psicologico della persona. Io invece capisco Giampaolo e credo che sia molto difficile mandare giù bocconi amari mentre ti trovi in mezzo ad una strada solo per aver detto ai propri "genitori" che sei gay ...che ami una persona del tuo stesso sesso. Perchè sappiamo tutti che non è una scelta ma una condizione quella di amare una persona del tuo stesso sesso! Bisogna superare tanti ostacoli ma ci si aspetta che i genitori siano dalla tua parte ... Forza Giampaolo sono sicuro che troverai la forza per migliorare la tua situazione perchè non sei sbagliato tu ma la società che, ottusa, ti scredita e non ti aiuta! Un abbraccio grande
Premetto, frequento escort, marchetta è troppo per tutti, ma fai domanda in Amazon....se ti spacchi poi ti assumono, parola di Amazonian! Magari piangi di meno e sei social in modo diverso da buon lavoratore che produce per il paese. La vita comoda piace un pò a tutti ma non è per tutti. Col cuore!