In un momento in cui la lotta per i diritti della comunità LGBTIQ+ continua a rappresentare una sfida, particolarmente in Italia dove l’attuale governo Meloni ha lanciato attacchi diretti contro le famiglie arcobaleno, l’Onda Pride 2024 emerge come un movimento di vitale importanza per la comunità queer italiana e la società nel suo complesso. I Pride di questa era assumono un significato speciale, trasformandosi in potenti simboli politici di protesta e resistenza contro un clima di crescente omobilesbotrans*fobia.
In questo contesto, Gay.it ha deciso di dare voce alle diverse realtà locali che quest’anno scenderanno in piazza per celebrare non solo l’orgoglio, ma anche per trasformare questa celebrazione in un atto di protesta attiva.
Oggi parliamo con Sara del comitato organizzatore del Parma Pride 2024, che questo sabato 18 maggio scenderà in piazza e di cui abbiamo scritto recentemente in un articolo che annunciava la data.
Scopriamo, qui di seguito, come si preparano ad affrontare queste sfide e quali messaggi intendono portare avanti nella loro manifestazione.
Parma Pride 2024 – INTERVISTA
- Presentazione del comitato organizzatore: chi siete (associazioni, persone ecc. che si vogliano menzionare)
Il comitato organizzatore è composto da sette realtà, eccole: Tuttimondi asd-aps (capofila), L’Ottavo Colore, Uaar Parma, Unione degli Universitari di Parma, Sinistra Studentesca Universitaria di Parma, Unità di Strada dell’Ausl di Parma e Casa delle Donne di Parma.
- Ci sono altre realtà locali che sostengono e partecipano alla vostra iniziativa? Ce ne sono alcune di cui vorreste parlarci?
Accidenti, ce ne sono tante che ci sostengono partecipando al Pride con i loro stand informativi: più di venti, alcune che sono con noi da sempre. L’elenco è davvero lungo e tutti meriterebbero una menzione. Se volete l’elenco completo e aggiornato, lo trovate qui. L’unica realtà che mi sento di citare è ANCeSCAO Parma, il coordinamento degli Orti sociali anziani di Parma e provincia. Di quasi tutte le persone che partecipano al Pride, questi signori e queste signore potrebbero essere i nonni: ci sono sempre, ci portano le cose che coltivano e raccolgono loro, ci offrono la merenda e il centrifugato di verdura all’arrivo del corteo… sono spettacolari 😍
- Qual è il rapporto della comunità queer locale con il sindaco e la giunta?
La comunità in sé è formata da singole persone e ognuna ha la sua percezione individuale dell’amministrazione, non sempre informata fra l’altro. Il rapporto del Comune con le associazioni che si impegnano per i diritti LGBTQIA+ invece è ottimo e proficuo, ormai da più di dieci anni.
- Che impatto ha sulla vostra città/il vostro territorio un Pride?
Siamo alla terza edizione e cominciamo a vedere i primi risultati: negli ambienti cattolici più chiusi si iniziano ad interrogare, ci sono le prime aperture, con incontri di sensibilizzazione e formazione, i primi coming out…; non solo questo però! A livello di ricadute sul territorio, molto importanti sono la nascita del centro antidiscriminazioni LGBTQIA+ di Parma (voluto e capofilato dal Comune), al suo secondo anno di attività e la sottoscrizione di un Protocollo Interistituzionale antidiscriminazioni firmato dal Comune (ente promotore), da Università, provveditorato agli studi, Ausl, Az. Ospedaliera, Prefettura, Questura, Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri, CGIL, CISL e UIL, ordine degli avvocati e dalle associazioni che si occupano del tema.
- Comune e Regione hanno dato patrocinio al Pride? Quali istituzioni locali avete dichiaratamente dalla vostra parte? E quali no, e perché?
Il nostro Pride è patrocinato dal Comune di Parma, dalla Regione Emilia-Romagna, dall’università di Parma e dall’Anpi di Parma. Loro sono dichiaratamente con noi. E così anche la celeberrima Filarmonica Arturo Toscanini, l’azienda Laumas, da sempre nostro main sponsor, e l’importante cooperativa sociale Proges. Altre realtà su un territorio così piccolo come il nostro, magari simpatizzano, o magari il contrario, ma non si sbilanciano per non avere problemi di relazioni “diplomatiche” o in termini di ricadute sulle altre attività nelle quali si collabora.
- Ci sono delle iniziative correlate alla manifestazione del Pride che vi sembrano importanti (che fate o che avete fatto)?
Sicuramente i concerti d’apertura dei Pride, gratuiti, della Filarmonica Toscanini. E poi l’importante convegno sulla GPA che si è tenuto all’università la scorsa settimana alla presenza dell’assessora alle pari opportunità, con relatori di rilievo, docenti dell’università di Torino. Non dimentichiamo nemmeno il calendario di mini-eventi organizzati dalle associazioni presso i loro stand il giorno del pride, sempre eventi molto interessanti.
- Avete previsto delle attenzioni particolari in merito all’accessibilità?
Assolutamente sì. Al parco abbiamo potenziato l’illuminazione, previsto il palco riservato alle persone con disabilità, il bagno dedicato e naturalmente saranno presenti ambulanza, unità di strada e daremo in distribuzione gratuita i dispositivi di protezione delle orecchie. Per quanto riguarda il corteo, questo si svolge alle 18.15, lontano dalle ore più calde. Al corteo sarà presente il personale dell’unità di strada ed il medesimo corteo che è lungo appena 2 km e 450 metri è tutto su asfalto, senza dislivelli e percorso ad una velocità media di circa 1 metro al secondo.
- In questi anni di governo delle destre, come considerate vengano affrontate, sostenute o contrastate le istanze che il vostro Pride vuole portare avanti?
Sostenute direi di no 😅 Sono contrastate in tutti i settori, dalle battaglie per matrimonio egalitario alle carriere alias, dalla tutela dei figli ai diritti dei richiedenti asilo per motivi di discriminazione per identità od orientamento nel paese d’origine…
- Su quali rivendicazioni ritenete che ci sia ancora bisogno di manifestare, scendere in piazza e fare un Pride?
Praticamente per tutto. Le unioni civili sono un ripiego, va ancora fatta la battaglia per il matrimonio, quella sulla legge per le adozioni, per quella contro l’omolesbobitransfobia… Nel nostro manifesto diciamo “Nutriamo l’amore“: soprattutto perché crediamo che in questo periodo storico sia cruciale ripartire dalla rivoluzione più semplice di tutte: la cura, e nutrire è tra i più naturali ed immediati gesti di cura che si possano fare.
Leggi qui il manifesto politico del Parma Pride
Di seguito i punti richiesti dal Parma Pride alle istituzioni nazionali e a quelle locali:
Chiediamo allo Stato e alle istituzioni nazionali preposte:
- la riforma della legge 164/1982 in modo che garantisca il diritto fondamentale all’identità;
- Una revisione delle determine AIFA n. 104272/2020 e n. 104273/2020 affinché possa essere allargata la platea di coloro che possono accedere gratuitamente a farmaci considerati salvavita e per permetterne un accesso più razionale;
- Un impegno concreto affinché le autorità centrali si facciano promotrici di buone pratiche inclusive non solo negli ambienti sanitari, ma in tutti quegli ambiti sociali (lavoro, studio, altri spazi pubblici) ove la persona possa esprimere pienamente sè stessa, senza condizionamenti, acquisendo così una vera dignità sociale;
- Maggiori investimenti per permettere un più rapido, migliore e sicuro accesso alle operazioni chirurgiche collegate al percorso di transizione in attuazione del diritto fondamentale alla salute;
- Promozione di protocolli medici il più possibile improntanti alla depatologizzazione, in linea con la ridefinizione attuata dall’ICD-11 in tema di incongruenza di genere e maggiori investimenti e creazione di più Centri dedicati in modo da rendere numericamente maggiore e più omogena la presenza di questi Centri sul territorio nazionale affinché, ad esempio, si superino le disparità Nord/Sud/Isole presenti anche in quest’ambito;
- Una legge che definisca illegale ogni “terapia di riparazione”, poiché l’orientamento sessuale, affettivo e la propria identità non sono da “curare” ;
- Maggiori finanziamenti per progetti di sensibilizzazione ed informazione dei temi LGBTIQIA+, (in ogni scuola di ordine e grado, Ausl, istituzioni e enti pubblici);
- Finanziamento di campagne di sensibilizzazione a favore dell’abolizione dello stigma delle persone con HIV/AIDS.
- Promozione e finanziamento di maggiori spazi sanitari, anche all’interno dei Centi dedicati alla transizione di genere, di ambienti vari, inclusi approcci “alla pari”, che sostengano le persone transgender nell’affrontare la maggiore discriminazione sociale e il maggior carico di minority stress nei vari momenti della vita a cui sono sottoposte aldilà del mero percorso medico e legale di transizione di genere affinché non vengano lasciate sole.
- Elaborazione di progettualità e strategie per la gestione delle persone transgender che si stanno affacciando verso la Terza età. In particolare, la gestione del welfare di donne trans, spesso migranti ed ex sex worker, portatrici di emergenze sociosanitarie, quali problemi di salute dovute a terapie ormonali fai da te prolungate negli anni, oltre che il problema dell’abitazione e del sostentamento. Formazione delle figure e promozione di buone prassi, quali OSS e altre, anche presso le strutture dedicate alla Terza età che sappiano affrontare le peculiarità sociosanitarie di cui le precedenti generazioni di persone transgender sono portatrici.
Chiediamo al Comune di Parma di:
- Attivazione di Carriera alias per impiegati e utenti del Comune di Parma e di tutti gli enti che, in ultima istanza, rispondono al Comune di Parma (es. biblioteche, trasporti pubblici, aziende pubbliche cosiddette “municipalizzate”).
- Istituzione di un percorso condiviso che preveda come punto di arrivo l’istituzione di un unico Registro di Genere cittadino che renda operativa l’alias della persona su tutta la rete di servizi pubblici cittadini e, laddove possibile, con l’adesione e il coinvolgimento di aziende private con il fine di rendere il “badge alias” rilasciato dal Comune di Parma una vera e propria carta d’identità sostitutiva valida su tutto il territorio cittadino.
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