A pochi giorni da un controverso post su Facebook, in cui il colonnello piacentino in pensione Giovanni Fuochi – recentemente perquisito dalla DIGOS con il sequestro di numerosi oggetti di memorabilia fascista – si presentava in divisa da SS minacciando “sinistrorsi” e “LGBT”, il Piacenza Pride lancia quella che appare, in tutto e per tutto, una provocazione.
Ma in realtà non lo è.
Nel rivelare la data della prossima edizione (la terza), già fissata al 24 maggio 2025, il presidente di Arcigay Lambda, Davide Bastoni, invita le forze dell’ordine – Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Aeronautica Militare e Polizia Locale – a marciare l’anno prossimo al fianco della comunità LGBTQIA+.
“È contestuale a quello che è accaduto con il colonnello Fuochi, che peraltro aveva già più volte criticato la nostra manifestazione sui social – spiega Bastoni – Abbiamo scelto di sfruttare l’attenzione mediatica attuale per annunciare la data del prossimo Pride, fissata per il 24 maggio 2025.
L’invito a partecipare è rivolto a tutti i piacentini purché rispettino i principi fondamentali della manifestazione, ovvero l’antifascismo e la lotta per i diritti civili. Per il prossimo anno, come sempre, lo abbiamo esteso a tutte le istituzioni, in risposta a una retorica che spesso minimizza le dichiarazioni e gli atti di violenza contro la nostra comunità. Abbiamo deciso di citare le forze dell’ordine perché sarebbe un segnale fortissimo vederle marciare al nostro fianco.“
La presenza della polizia ai Pride è un tema infuocato nei dibattiti interni al movimento LGBTQIA+: tutti i cosiddetti Pride Antagonisti dicono no ai poliziotti in divisa o con stemmi che si riferiscano al corpo di polizia: nel 2022 il Rivolta Pride a Bologna si oppose fermamente alla partecipazione di rappresentanti delle forze dell’ordine alla manifestazione – non senza controversie.
Non si tratta però di un’eccezione; molte persone LGBTQIA+ e altre minoranze, specialmente trans* e razzializzate, nutrono una marcata diffidenza verso la divisa, scetticismo che deriva da una lunga storia di discriminazione, violenza e persecuzione sistematica, spesso perpetrate proprio da chi invece dovrebbe tutelare la sicurezza di tutt* l* cittadin*.
Lo abbiamo visto, ad esempio, nell’aggressione avvenuta a Foggia ai danni di Alessandro Pepe, che recandosi in centrale per sporgere denuncia è stato doppiamente vittima – prima della violenza vera e propria, e poi del victim blaming da parte di una poliziotta.
Una realtà che però Bastoni riconosce, e a cui spera di poter rispondere con il dialogo e la sensibilizzazione.
“Sappiamo che molte persone LGBTQIA+ hanno subito e continuano a subire i traumi della violenza istituzionale. A Piacenza abbiamo però sempre avuto un buon rapporto con le forze dell’ordine durante i cortei, e questa cosa vorremmo sfruttarla per allargare il coinvolgimento delle persone sulle nostre tematiche, non dividerle.
Ci sono persone LGBT anche nelle forze dell’ordine che non possono essere lasciate indietro, vedere colleghi marciare al Pride potrebbe far riflettere chi ha ancora atteggiamenti retrogradi.
Non neghiamo che sia un settore pregno di sensibilità vecchie, ma il Pride deve essere motivo di inclusione, deve coinvolgere anche le istituzioni e – perché no – le persone in divisa, come accade in altri paesi. Il messaggio generale deve essere di apertura, includendo sempre più persone nel nostro discorso.
Se riusciremo a portare dalla nostra parte anche le persone in divisa e sensibilizzarle sulla lotta alle discriminazioni – anche quelle interne –, il corretto linguaggio e atteggiamento fondamentale da utilizzare verso le persone LGBTQIA+ in situazioni delicate, il riconoscimento dell’aggravante dell’omobilesbotransfobia nei crimini d’odio, allora ne sarà valsa la pena”.
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