Il dialogo che le fedi religiose e i loro rappresentanti hanno con le persone LGBTQ+ è notevolmente cambiato negli ultimi anni: ci sono stati importanti, significativi segnali di apertura, ma il dibattito rimane sempre attuale. Infatti, le tre grandi religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islamismo) con le proprie dottrine insegnano ancora che l’atteggiamento da assumere nei confronti delle persone non eterosessuali e/o non cisgender è di disapprovazione. I discorsi religiosi celebrano un dio d’amore e di misericordia, ma invocano, spesso e volentieri, odio e condanna per chi ha orientamenti sessuali e identità di genere diversi da quelli da secoli imposti.
Tuttavia, gli atteggiamenti nei confronti delle persone LGBTQ+ cambiano molto a seconda delle differenti confessioni religiose: si va dalla completa accettazione, come per esempio quella della Chiesa Metodista, che ha di recente approvato il matrimonio egualitario, alla condanna totale.
In questa guida vedremo quali sono le posizioni ufficiali delle più importanti confessioni religiose e organizzazioni di impronta religiosa.
In questo articolo
Cristianesimo
Le confessioni cristiane hanno una notevole varietà di opinioni sulla tematica. La maggior parte di queste accolgono le persone LGBTQ+, ma insegnano nei catechismi che gli atti non eterosessuali sono peccaminosi. Ce ne sono altre che non considerano i rapporti monogamici tra persone dello stesso sesso come cattivi o malvagi. Tra queste, ad esempio, la Comunità di Cristo (RLDS), la Chiesa unita del Canada, la Chiesa unita di Cristo.
Ma entriamo nello specifico del rapporto tra le più note confessioni cristiane e l’omosessualità.
Chiesa cattolica romana e omosessualità
La Chiesa Cattolica Romana accetta la “condizione omosessuale o la tendenza” presente nei credenti, ma ne respinge gli “atti”, invitando a praticare la castità. La Chiesa cattolica, inoltre, non considera gli “atti omosessuali” come espressione del sacramento coniugale ed insegna, piuttosto, che esso è possibile solo nell’ambito di un impegno a lungo termine in un matrimonio tra un uomo e una donna.
Di recente, tuttavia, la Chiesa Cattolica Romana ha preso ufficialmente posizione contro le terapie riparative. La Santa Sede ha inoltrato una nota invitando i vescovi a non raccomandare le terapie che si prefiggono di guarire le persone LGBTQ+.
Il giornale cattolico Vida Nueva ha scritto anche che il Vaticano, tramite l’informativa, avrebbe invitato le vittime delle teorie riparative proposte dall’associazione spagnola “Verdad y Libertad” a denunciare quanto subito, poiché dal punto di vista canonico la Chiesa non può intervenire.
Chiesa ortodossa e omosessualità
Nell’ortodossia, fortemente improntata sul concetto di ascetismo e tradizione, la posizione ufficiale nei confronti dell’omosessualità è quella di condanna. La Chiesa ortodossa ritiene, infatti, che la sessualità in generale sia parte del mondo materiale e che “i maschi che giacciono con maschi” compiano un grave peccato.
Come leggiamo dal portale su fede ed omosessualità di Gionata.org, nella storia delle chiese ortodosse, in particolare quelle orientali, l’omosessuale era invitato a diventare monaco, ad allontanarsi dal mondo e a santificarsi “evitando le trappole del demonio rappresentate dal suo genere di affettività”.
Tuttavia, ci sono stati e continuano ad esistere un gran numero di gruppi a favore delle persone LGBTQ+ all’interno della Chiesa ortodossa. Uno di questi è Axios, che si prefigge lo scopo di difendere i diritti delle minoranze sessuali all’interno della Chiesa: da questo gruppo sono poi nati diversi gruppi affiliati negli USA, in Canada, e in Australia.
Protestantesimo e omosessualità
Alcune denominazioni del protestantesimo, come le chiese pentecostali, evangelicali, e diverse Chiese libere, ritengono l’omosessualità un peccato e chiedono aə propriə credenti gay e lesbiche di rinunciare al loro orientamento sessuale.
Altre chiese, invece, soprattutto quelle luterane e quelle riformate hanno un orientamento molto più aperto, con recenti prese di posizioni ufficiali, a riguardo ad esempio della benedizione di coppie omosessuali e dell’ammissione al ministero pastorale di persone LGBTQ+.
In merito alll’Italia, le principali denominazioni protestanti (quella pentecostale e quella evangelicale) hanno un atteggiamento di chiusura pressoché totale nei confronti dell’omosessualità. Sono, addirittura, praticate preghiere di guarigione ed esorcismi contro gli orientamenti non eterosessuali, e le terapie di conversione vengono parecchio incoraggiate.
Ci sono altre denominazioni italiane protestanti costituite da una comunità di credenti più modesta, come le chiese valdese e metodista, che, invece, sono più disponibili al dialogo.
La Chiesa valdese è quella che più di altre, in Italia, si batte contro l’omobilesbotransfobia e supporta con fervore la comunità LGBTQ+.
Chiesa anglicana e omosessualità
La Chiesa anglicana, al contrario di quella cattolica, è una chiesa fortemente sinodale: c’è una tendenza alla convivenza di opinioni molto diverse e non esiste un’autorità centrale che propone una linea assoluta da seguire. Questo ha fatto sì che l’omosessualità non trovasse lo stesso rifiuto che si ritrova nel resto del cristianesimo.
Ad esempio, la Chiesa anglicana d’Inghilterra ha ufficializzato la benedizione del matrimonio egualitario e, attualmente, consacra vescovi apertamente gay o lesbiche, seppur siano presenti dei dibattiti interni a riguardo.
Testimoni di Geova e omosessualità
Il movimento religioso, cristiano, restaurazionista, teocratico dei Testimoni di Geova si basa sul principio che la Bibbia sia l’unica fonte da considerare, anche in tema di morale sessuale. Dalle loro interpretazioni delle Scritture, i rapporti omosessuali sono ritenuti immorali, da condannare. Per validare la propria posizione si riferiscono spesso ai passi biblici che si trovano in Levitico (20,13), in Romani (1,24-27) e in Giuda (7[6]), dove è scritto che l’omosessualità, sia maschile che femminile, è considerata una pratica disapprovata da Dio, moralmente sbagliata e contro natura, anche per il suo aspetto di pratica sessuale al di fuori del matrimonio. Chi si allontana da questi ed altri principi biblici è soggetto alla disassociazione.
Una posizione, quindi, tra le più severe, quella dei Testimoni di Geova, nonostante si siano di recente dichiarati contro l’omofobia, che di fatto così non è, perché fomentano ancora oggi odio e discriminazione. Gli omosessuali, a detta loro, possono assistere alle adunanze e seguire gli “studi biblici”, tuttavia le loro pratiche risultano incompatibili con l’appartenenza al movimento.
Sul nostro portale abbiamo riportato la storia di Alessandro, 30 anni, che a Fanpage ha raccontato la sua fuga dai Testimoni di Geova. Clicca qui per leggerla: In fuga dai testimoni di Geova perché gay: “ora mi sento libero”
Mormoni e omosessualità
La Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (meglio nota come Chiesa Mormone) ritiene anch’essa che il comportamento omosessuale debba essere condannato e crede anche nelle terapie riparative, in particolare quelle che, attraverso forti pratiche di fede e pentimento, riescono a far scacciare nelle persone LGBTQ+ i pensieri peccaminosi legati alle loro attrazioni sessuali e alla loro identità di genere differente da quella biologica.
I mormoni si oppongono, quindi, fortemente al matrimonio egualitario, ritenendolo una “grave trasgressione”, in quanto quello eterosessuale è secondo loro la più alta forma di relazione esistente.
Tuttavia, di recente, la Chiesa mormone ha affermato che, nonostante l’opposizione dottrinale al matrimonio egualitario, le coppie di mormoni LGBT+ che decidono di sposarsi non saranno più espulse e potranno battezzare ə loro figlə.
Ebraismo
La posizione dell’ebraismo sull’omosessualità affonda le sue radici nel Libro del Levitico, che fa parte della Torah, il riferimento testuale di questa religione monoteistica, tra le 3 più grandi di sempre. Si parla, addirittura di pena di morte, nonostante oggi non esista alcun tribunale rabbinico che infligga tale condanna.
Come all’interno del Cristianesimo, ci sono, tuttavia, dei movimenti moderni ebraici che si discostano dalle opinioni dell’ebraismo ortodosso, quello che ancora considera l’omosessualità come contraria alla legge religiosa.
Ad esempio, l’ebraismo ricostruzionista e l’ebraismo riformato approvano le relazioni omosessuali ed anche il matrimonio egualitario. Anche l’ebraismo conservatore, che fino a 15 anni fa aveva opinioni molto simili a quello ortodosso, accoglie gli ebrei omosessuali nelle sinagoghe e lotta a fianco della comunità LGBTQ+ ebraica contro forme di discriminazione nella vita pubblica e sociale. L’ebraismo conservatore mantiene, comunque, il divieto alla pratica del sesso anale.
Nel 2016 abbiamo intervistato il rabbino Haim Fabrizio Cipriani che ci ha aiutato a capire qual è la visione ortodossa e progressista a riguardo dell’omosessualità.
Leggi ora l’articolo: Si può essere ebrei e gay? Intervista al rabbino Haim Fabrizio Cipriani
Islamismo
È indubbio che nel mondo islamico la maggioranza dei musulmani pensi che essere gay sia una malattia e che le persone omosessuali non siano normali. Questo deriva da una lettura del Corano, secondo molti studiosi moderni ed attivistə LGBT+ musulmani, errata. Si pensa, infatti, che l’Islam non accetti e proibisca espressamente i rapporti tra persone dello stesso.
Anche se, storicamente, la pena inflitta alle persone omosessuali è stata meno severa delle sue controparti abramitiche (il Giudaismo e il Cristianesimo), oggi la situazione è molto difficile per la comunità LGBT+ musulmana. I rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di morte in sette stati a maggioranza islamica, come l’ Arabia Saudita, l‘Iran (che, dalla rivoluzione islamica, ha mandato a morte più di 4.000 persone accusate di rapporti omosessuali), la Nigeria, la Mauritania, il Pakistan, la Somalia e lo Yemen.
Approfondimento: Islam e omosessualità: alle radici di un’omofobia recente
Induismo
Il rapporto tra induismo e omosessualità è piuttosto complesso. Quello che sappiamo è che, di sicuro, il piacere sessuale non viene giudicato in maniera negativa e viene ritenuto, anzi, un dono di Dio. Non esiste, come nel Cristianesimo, il peccato della carne. Tuttavia, generalmente, il piacere carnale è accettato solo se è eterosessuale e all’interno del matrimonio.
Ci sono però varie prese di posizione da parte dei gruppi indù, che non sono storicamente unificati. Si va dalla totale disapprovazione dell’omosessualità alla sua piena approvazione. Gli omosessuali, ad esempio, possono essere considerati dagli ortodossi dell’induismo addirittura “benedetti dagli dei,” in quanto il loro eros è puro, a differenza degli eterosessuali che, facendo figli, lo rendono impuro. Inoltre, dopo anni di lotte da parte di attivistə, sono statə ufficialmente riconosciutə dalla Corte Suprema indiana ə Hirja, persone che si identificano come transgender, ma si possono identificare anche col genere maschile o femminile.
Il Kāma Sūtra (Sutra del dio Kama) contiene brani che descrivono eunuchi o maschi del “terzo genere” impegnati nel sesso orale sugli uomini, senza alcun tipo di tabù. Infine, il pantheon indiano è pieno di divinità gender fluid. Nei miti e nelle leggende dell’India ci si imbatte spesso in divinità che mutano il loro aspetto transitando da un genere all’altro e che comunque intrattengono rapporti creativi e liberi con l’identità di genere.
Buddismo
Anche nella religione buddista il rapporto con l’omosessualità e le persone LGBTQ+ può variare in base alla tradizione e agli insegnamenti a cui ci si affida. Gli studiosi sono concordi nel ritenere che non esiste alcuna stigmatizzazione dell’omosessualità, in quanto non presente nei discorsi di Gautama Buddha.
Ad ogni modo Il buddhismo viene spesso caratterizzato per essere diffidente nei confronti di qualsiasi godimento sessuale e della sessualità in generale.
Un buddista dovrebbe, comunque, seguire i 5 fondamentali precetti: non uccidere, non rubare, non mentire, non avere una condotta sessuale irresponsabile e non assumere sostanze intossicanti.
La conclusione è piuttosto semplice. Se si sceglie una vita di compassione seguendo i cinque precetti buddisti, non è importante chi si ama, ma che si viva nel rispetto di noi stessi e degli altri.
Scientology e omosessualità
La Chiesa di Scientology, l’organizzazione che ha sede principale negli Stati Uniti e che raccoglie e diffonde dal 1954 l’insieme delle credenze e pratiche ideate da L. Ron Hubbard (basate sul suo libro Dianetics), considera l’omosessualità come una “devianza sessuale” per le seguenti dinamiche:
- Non favorisce la sopravvivenza dell’individuo
- Non realizza qualcosa per il futuro
- Non consente di sopravvivere come gruppo perché le unioni omosessuali non generano figli
- Non favorisce il progresso delle cause che determinano il benessere dell’umanità
- Non ha alcun valore pratico per la tutela dell’ambiente
- Non esprime l’impulso a sopravvivere
- Non comprende la capacità di creare e di causare sopravvivenza
- Non risulta utile per comprendere l’assoluto
Nel testo del 1950 “Dianetics: The Modern Science of Mental Health”, Hubbard classificò l’omosessualità come una vera e propria malattia, perversione sessuale. Le persone LGBTQ+ secondo la Chiesa di Scientoloigy andrebbero, quindi, sottoposte a terapia. Una terapia creata dal fondatore stesso, la Quentin Hubbard Terapy (il figlio di Hubbard fu costretto a partecipare e decise di suicidarsi in seguito alla terapia).
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sono tutte o quasi religioni ancorate al " Vecchio" non comprendono l ' esistenza delle persone se non nel vederle procreare e indottrinandoli al matrimonio etero e fortemente condannando l ' omosessualità. Si evince che non ci sono realmente grandi differenze su questo oggetto nelle religioni monoteiste. È un bel guaio, per loro non conta la felicità dell' individuo in quanto tale.