Sanremo 2025, a chi affidare il dopo Amadeus? Tutti i nomi in ballo, tra ipotesi concrete e utopistiche

Proviamo a considerare tutte le opzioni sul tavolo, tra pro e contro, rumor e smentite. Senza scartare del tutto l'ipotesi estrema di un Amadeus VI.

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Sanremo 2025
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Finito Sanremo 2024, con 60 milioni di raccolta pubblicitaria per la Rai e ascolti record che hanno raggiunto una media del 65,44% di share su 5 serate con picchi del 90% al momento della proclamazione di Angelina Mango, è inevitabilmente già tempo di Sanremo 2025. Amadeus, direttore artistico nonché conduttore delle ultime 5 incredibili edizioni, ha ampiamente fatto sapere che non tornerà per un 6° Festival consecutivo, che lo farebbe entrare nella Storia della manifestazione superando Pippo Baudo e Mike Bongiorno, primatisti con 13 e 11 conduzioni ma senza mai andare oltre le 5 di fila. Il 61enne “Ama” ha passato le ultime due settimane a ripetersi, ribadendo ad ogni conferenza stampa il bisogno di staccare dal Festival, di ricaricare le pile, di pensare a nuove sfide, per poi magari tornare tra qualche anno.

L’abbandono di Amadeus ha inevitabilmente fatto immediatamente partire il toto-nomi nei confronti di Sanremo 2025, alla disperata ricerca non solo di un conduttore ma anche di un direttore artistico. Negli ultimi 25 anni solo in 4 casi le due figure non hanno combaciato. Questo è avvenuto con Fabio Fazio nel 2000, con Mario Maffucci direttore artistico, e con i 3 Festival condotti da donne, ovvero Raffaella Carrà nel 2001, con Mario Maffucci di nuovo direttore artistico; Simona Ventura nel 2004, con Tony Renis direttore artistico; e Antonella Clerici nel 2010, con Gianmarco Mazzi direttore artistico. Poi furono sia conduttori che direttori artistici Pippo Baudo, Paolo Bonolis, Giorgio Panariello, Gianni Morandi, il Fabio Fazio bis e tris, Carlo Conti, Claudio Baglioni ed infine Amadeus, che venne annunciato da mamma Rai nell’agosto del 2019, ovvero a soli 6 mesi dal via di Sanremo 2020.

Questo vuol dire che ci vorrà molto probabilmente non poco tempo per andare a dama, anche perché le elezioni europee si terranno a inizio giugno e difficilmente gli attuali dirigenti Rai, con più che probabili smottamenti post-elettorali, avranno modo di poter scegliere autonomamente colui e/o colei che dovrà portare a casa il primo Sanremo “d.A”, ovvero dopo Amadeus, con i fucili puntati al primo calo Auditel che quasi certamente diverrà realtà, visti i numeri da record della 74esima edizione.

Ma quali sono i nomi realmente spendibili per Sanremo 2025?

Due le strade da poter percorrere. Una di ‘mantenimento’, senza particolari scossoni, con un traghettatore che porti a destinazione la barca in attesa di un sesto eventuale Amadeus, e un’altra di rottura, quasi rivoluzionaria, con un nome che possa sparigliare le carte e dare il via ad una nuova era.

Nel primo caso c’è chi ipotizza un ritorno di Carlo Conti, uomo Rai, aziendalista, volto amico e pulito del servizio pubblico, conduttore di 3 Festival di grande successo, “democristiano” in grado di accontentare l’intero emiciclo politico, 62enne che quando mamma Rai chiama risponde sempre presente. Ma a detta del settimanale Chi Conti, incredibile ma vero, avrebbe declinato l’invito ad un suo ritorno.

Si vocifera che all’attuale Governo Meloni piacerebbe un terzo Claudio Baglioni, già conduttore e direttore artistico nel 2018 e nel 2019, quando Soldi di Mahmood diede una sterzata netta rispetto ai precedenti 68 anni di Festival. Baglioni potrebbe anche limitarsi alla sola direzione artistica, lasciando magari la conduzione ad una donna Rai. E qui si torna sia a Simona Ventura, che nel 2004 condusse il Festival più complicato degli ultimi 40 anni, boicottato dalle major e deludente negli ascolti, che ad Antonella Clerici, 4a e ultima conduttrice della storia del Festival, con Valerio Scanu in trionfo nel 2010 grazie al solo televoto tra le epocali proteste degli orchestrali. Anche Milly Carlucci, 70 anni a ottobre e co-conduttrice insieme ad Alba Parietti e Brigitte Nielsen nel 1992, potrebbe coronare una carriera infinita con un Festival tutto suo. C’è poi il solito capitolo Paolo Bonolis, che andrà in scadenza di contratto con Mediaset e che potrebbe tornare in Rai. Bonolis condusse Sanremo nel 2005, con l’orrida introduzione delle categorie uomini, donne, gruppi e classic, per poi bissare nel 2009 e accettare in gara Povia (da lui “inventato” nel 2005) con il brano “Luca era Gay”, arrivato secondo dietro Marco Carta. Bonolis da anni strizza l’occhio ad un ipotetico ritorno al Festival, ma solo a determinate condizioni. Il conduttore vorrebbe salutare il limitante ma iconico teatro Ariston (che ospita Sanremo dal 1977) per accomodarsi altrove, vedi palazzetto iper tecnologico da cui dare vita ad una sorta di Eurovision italiano. Per i puristi del Festival, che abbracciano la tradizione, una bestemmia. Sempre a detta di Chi, anche Bonolis avrebbe scartato la proposta di un suo ritorno.

La seconda strada, quella della rottura netta con il recente passato, ipotizzerebbe Paola Cortellesi, che dopo il trionfo di C’è ancora Domani avrebbe decisamente altro a cui pensare che non sia Sanremo, per quanto l’attrice/regista potrebbe ritrovare Laura Pausini, da molti definita più che intrigata dall’ipotesi Ariston se non fosse che la diretta interessata abbia smentito i rumor nelle ultime ore con un inequivocabile “impossibile, ho troppi impegni“. Che siano solo smentite di facciata? A maggio 44enne, Alessandro Cattelan è dato come papabile conduttore del Festival da ancor prima che Amadeus venisse incoronato nel 2019. Storico conduttore di X Factor nato a pane e MTV, Cattelan avrebbe il curriculum giusto per poter ambire al carrozzone festivaliero, se non fosse che per il pubblico della tv generalista sia ancora troppo poco conosciuto. L’esperienza in prime time su Rai1 con “Da grande” è stata un fallimento, mentre Stasera c’è Cattelan su Rai 2 funziona ma per il momento solo in 2a serata. Stesso discorso per Stefano De Martino, 34enne che è agli albori della sua carriera da conduttore, tra Stasera tutto è possibile e Bar Stella a scimmiottare Renzo Arbore, mentre la brava Andrea Delogu, 41 anni e da 10 anni volto Rai, sarebbe probabilmente un azzardo triplo carpiato per qualsiasi direttore d’azienda. 51enne da poco tornata in Rai, Alessia Marcuzzi ha preso parte all’ultimo Festival insieme alla banda Fiorello di Viva Rai2, e ad un Sanremo tutto suo cederebbe probabilmente di corsa, dopo aver a lungo condotto il Festivalbar, e al fianco proprio di Amadeus nel 1996 e 1997. Secondo il settimanale Chi, la Rai starebbe pensando ad un trittico composto proprio da Marcuzzi, Cattelan e Clerici. Ma è difficile immaginare un Sanremo a 3 teste.

C’è poi un lato ‘cantanti’, sulla scia di Baglioni e Morandi, che potrebbe avere senso.

Oltre alla già citata Laura Pausini impossibile non menzionare Tiziano Ferro, voluto da Amadeus come ospite fisso nel Festival del 2020. Il cantautore di Latina sarebbe probabilmente più che ben disposto ad abbracciare una nuova sfida professionale, mentre difficilmente Giorgia, splendida co-conduttrice di Sanremo 2024, accetterebbe tale peso. Lei che è sempre stata restia alla presenza televisiva, un Festival da conduttrice/direttrice artistica lo vivrebbe con probabile esagerata responsabilità. 70 anni ad aprile, Fiorella Mannoia sarebbe quasi certamente un impeccabile padrona di casa, così come il 57enne Jovanotti, che farebbe così suo lo scettro dell’amico Amadeus.

Chi farebbe felice il governo sovranista e populista di Meloni e Salvini sarebbe Nek, non a caso da qualche anno reinventatosi conduttore proprio sulla Rai, così come Morgan, potenziale direttore artistico che ha passato gli ultimi 4 anni a riempire di critiche Amadeus. L’ipotesi Pino Insegno, grande amico di Giorgia Meloni, appare invece pura fantascienza, dopo i disastrosi ascolti firmati Mercante in Fiera e la perdita de l’Eredità a vantaggio di Marco Liorni. Ed è proprio quest’ultimo un nome da tenere in seria considerazione.

Oggi 58enne, l’ex inviato del Grande Fratello targato Daria Bignardi ha fatto una lunga gavetta Rai, tra Vita in Diretta e Italia Sì, Reazione a Catena e per l’appunto l’Eredità, quiz show del preserale che fa ascolti record e che in passato lanciò verso l’Ariston altri due conduttori come Carlo Conti e Amadeus. Che Liorni possa essere il terzo? Per rimanere ad un’altra ipotesi tutta interna all’azienda, da non sottavalutare Alberto Matano, ex mezzobusto del Tg1 che da 5 anni domina la propria fascia Auditel con La vita in diretta, ma con l’attuale maggioranza di governo appare complicato immaginare un conduttore gay dichiarato e unito civilmente alla conduzione del Festival.

Per quanto riguarda l’ipotesi “conduttori Mediaset”, da tempo si parla di un eventuale Gerry Scotti e di un possibile Festival interamente firmato Maria De Filippi, ma condurre l’intera kermesse significherebbe dover lavorare mesi solo e soltanto su Sanremo, e tanto Maria quanto Gerry non potrebbero proprio permetterselo, perché molto banalmente in altri programmi occupati.

Ultimissima opzione, ma tutt’altro che trascurabile, riguarderebbe un ripensamento dello stesso Amadeus. “Se in futuro la Rai mi vorrà chiamare e ci sarà un progetto, ne parleremo. Ma non ci sarà un Amadeus ter di fila”, disse nel marzo del 2021 dopo aver portato a termine il complicato Festival senza pubblico.  Poi ci fu il ripensamento e l’annuncio del suo 3° Festival a metà agosto, con la Rai che ufficializzò l’Ama 4 e Ama 5 nel marzo del 2022. E se tra giugno e agosto, come predetto ironicamente (?) da Fiorello, Amadeus ritornasse sui propri passi cedendo ad un altro triennio?

 

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