Per fortuna c’è ancora Paola Cortellesi

L'esordio alla regia dell'attrice romana è un trionfo al nostro botteghino. E anche qualcosa di più.

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c'è ancora domani
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Qualche settimana fa mia madre mi ha scritto “Ho visto il film di Paola Cortellesi, è bellissimo”.

Quando mia madre mi dice che un film è bellissimo, ho l’abitudine di crederci poco: quello che è bellissimo per lei, spesso per me è carino, quello che è bellissimo per me, spesso per lei è pesante. Stavolta, però, mia madre ci aveva preso davvero.

Non ricordo più l’ultima volta che ho visto un film dentro una sala piena zeppa di persone e ridere di pancia negli stessi punti, trattenere il fiato in bocca quando la tensione si taglia con il coltello, e farci venire gli occhi lucidi con un finale così generoso che è un trionfo per tutti: per la sua protagonista Delia (interpretata sempre da Cortellesi) e per noi che siamo rimasti insieme a lei.

In realtà, ora me lo ricordo: mi è successo solo con Barbie, l’altro film del 2023, che ha fatto sfaceli al botteghino, diventando brevemente fenomeno di culto, triggerando sia maschi arrabbiati che destra conservatrice.

Non sarà un caso che dal 26 Ottobre ad oggi, C’è Ancora Domani ha portato in sala 1.841.817 spettatori per un incasso di 12.935.935 mila euro, asfaltando The Marvels, Saw X, e Killer Of The Flower Moon di Martin Scorsese. È un film che sta piacendo tanto, e molti vi diranno pure che è sopravvalutato, sempliciotto e stucchevole. Perché se fai successo, non basta essere brava: devi essere pure la più brava. Che tu sia Paola Cortellesi o Greta Gerwig.

Come Barbie, questo è un film che racconta le donne di ieri, dal punto di vista di una donna di oggi. Lo fa senza pretezionsità o inutile retorica, ma con slanci di fantasia e momenti surreali perfettamente ancorati ad una realtà che oggi non c’è più, ma lascia strascichi così lunghi che arrivano fino ai giorni nostri.

Delia è una donna che secondo nonno Ottorino “se deve impara a sta’ zitta“. Che dal ‘buongiorno’ a quando fa cadere le pastarelle durante il pranzo della domenica, suo marito Ivano la gonfia come un canotto, mentre sua figlia Marcella le dice che non vale niente.

Come racconta Cortellesi, è la vita delle donne che nessuno ha celebrato: nonne e bisnonne, magari poco erudite, che si abituavano a pensare di non avere niente da dire mentre vivevano storie incredibili. Nelle sue parole: “Storie che si consumavano nel cortile, davanti a tutti, insieme a tutti. Di donne che hanno costituito il tessuto sociale di questo paese: crescendo figli, con mariti che andavano e venivano dal fronte. Però sono sempre state considerate delle nullità, e loro stesse si sono sempre considerate delle nullità“.

Il bianco e nero e lo sfondo neorealista in C’è ancora Domani sono solo un pretesto, per permettere a Paola Cortellesi di fare come le pare: così, nell’Italia del primissimo dopoguerra – in quei giorni che precedono il voto tra Repubblica e Monarchia e anticipano il suffragio universale – puoi sentire Lucio Dalla ma anche il rock di fine Novanta o l’hip hop del 2016.

Alla pornografia del dolore, Cortellesi preferisce la comicità slapstick alla Burter Keaton, dove uno schiaffo in faccia diventa una giravolta o un passo di danza. La violenza la sentiamo tutta, ma non c’è bisogno di farcela vedere di nuovo. La conosciamo fin troppo bene: stavolta possiamo anche prenderla in giro.

È un film che pensi di sapere dove ti sta portando, per poi fregarti e ripagarti con qualcosa di molto più grande delle tue aspettative: è un film che onora la storia così com’era, ma forse come non ce l’hanno mai raccontata.

È un film che mi ha fatto pensare alla mia bisnonna, che si affacciava alla finestra e diceva a mia madre e le altre bambine: “ndè via matelòt, el vecio l’è zidiòs” (in dialetto trentino: andate via bambine, che il vecchio è nervoso). Uscendo dalla sala mi domando cosa faceva nonna Berta quando nessuno la vedeva: se tra una preghiera e l’altra prendesse per il culo “quello zozzone maledetto”, parafrasando Emanuela Fanelli. Se avesse escogitato una fuga segreta, all’insaputa di tutti, e stesse già scrivendo un altro finale. Qualunque sia la risposta, spero assomigli a questo film.

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