Già da qualche settimana Ilga Europe ha chiesto alle persone candidate alle imminenti Elezioni Europee di aderire a un programma di supporto ai diritti LGBTIAQ+ per la prossima legislatura del Parlamento di Strasburgo. Qui la nostra lista aggiornata degli italiani che hanno aderito, divisi per circoscrizione.
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Da poche ore, e soltanto oggi 4 Giugno, anche Elly Schlein segretaria del PD l’ha firmata. Manca anche la firma di Emma Bonino di Stati Uniti d’Europa. Sono più di 1.000, quando scriviamo, i candidati in tutti gli stati membri dell’Unione che hanno aderito (visibili in tempo reale sul sito Ilga qui). La maggior parte sono italiani: un segnale incoraggiante, che tuttavia potrebbe dare adito al sospetto di opportunismo elettorale.
Il partito italiano con maggior adesioni ad ora risulta il Movimento Cinque Stelle. Seguono il Partito Democratico e l’Alleanza Verdi Sinistra. Qui l’aggiornamento in tempo reale.
Giunge in queste ore una nuova iniziativa di Ilga Europe, una lettera apertamente rivolta ai leader di partito italiani, nella quale si chiede esplicitamente la loro adesione e si ribadiscono i punti nevralgici del programma. Ecco i passaggi della lettera:
Chiediamo a tutti i partiti politici in Italia:
- di fare una dichiarazione chiara a sostegno della campagna Come Out di ILGA-Europe, che oltre 1000 candidati in tutta l’UE hanno già sostenuto, compresi numerosi candidati italiani;
- di promuovere l’adozione di una seconda ambiziosa Strategia per l’uguaglianza LGBTIQ dell’UE, e di contribuire attivamente alla sua efficace attuazione integrando i diritti LGBTI nelle politiche interne ed esterne dell’UE;
- di proporre e sostenere politiche e leggi dell’UE che forniscano una protezione esplicita basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere, l’espressione di genere e le caratteristiche sessuali, e che forniscano risposte concrete alle esigenze delle persone LGBTI in tutta la loro diversità;
- di porre un freno alla polarizzazione nella società che sta alimentando l’odio e aumentando la violenza reale contro le persone;
- di attivare o rafforzare un dialogo continuo con le organizzazioni della società civile LGBTI nel prossimo futuro per discutere cosa un partito può fare, a livello locale, regionale e nazionale, per respingere gli attacchi ai diritti fondamentali delle persone LGBTI e per continuare a contrastare la polarizzazione e l’aumento dell’odio e della violenza.
Ilga ricorda nella sua lettera la grave situazione italiana sia per il deterioramento delle condizioni delle persone LGBTI, sia per lo smantellamento in atto dello Stato di Diritto. Si legge nella lettera di Ilga:
- L’indagine FRA LGBTI 2024 mostra che, in Italia, il 61% dei rispondenti ha dichiarato che la violenza contro le persone LGBTI è aumentata dal 2019.
- La Mappa Arcobaleno 2024 di ILGA-Europe, pubblicata in occasione dell’IDAHOT (Giornata Mondiale contro l’Omo Lesbo Bi e Trans fobie ndr), mostra che l’Italia si posiziona al 23º posto su 27 Stati membri dell’UE (perdendo altri due posti) per quanto riguarda le leggi e le politiche a tutela dei diritti delle persone LGBTI.
- L’Italia non dispone ancora di leggi sui crimini d’odio o sui discorsi d’odio che riconoscano orientamento sessuale, identità di genere o caratteristiche sessuali, che proteggerebbero le persone LGBTI dalla violenza.
- L’Italia è attualmente uno dei Paesi dell’UE che affronta la sfida del rapido deterioramento dello Stato di Diritto e degli standard democratici, così come gli attacchi diretti ai diritti fondamentali dei gruppi vulnerabili, comprese le persone LGBTI.
Quindi Ilga ricorda come l’Italia non abbia firmato la dichiarazione proposta dalla presidenza belga nella quale i paesi membri si impegnano a difendere i diritti delle persone LGBTI all’interno del territorio dell’Unione Europea. Scrive Ilga:
In occasione dell’IDAHOT del 17 maggio 2024, il governo italiano ha rifiutato di firmare la “Declaration on the continued advancement of the human rights of LGBTIQ persons in Europe” coordinata dalla Presidenza belga dell’UE, in cui i Paesi firmatari si impegnavano a sostenere il riconoscimento dei diritti per tutte le persone LGBTI. Il governo italiano non ha firmato nemmeno la Dichiarazione ministeriale congiunta in occasione dell’IDAHOT, che è stata firmata da 32 Stati membri del Consiglio d’Europa.
In un momento in cui l’elettorato dell’UE si riunisce per votare in vista delle elezioni europee di giugno, è più importante che mai che le figure politiche che sostengono la democrazia, lo stato di diritto e i diritti fondamentali prendano una posizione pubblica chiara a favore dei diritti umani per tutte le persone, comprese le persone LGBTI.
Si parla poi della ignobile persecuzione ai danni dei figli delle coppie omogenitoriali, per giungere alla più grave delle questioni. Quella dell’Ospedale Careggi e dell’ideologico tavolo governativo istituito dal Governo Meloni contro l’uso di triptorelina come bloccante farmacologico per le giovani persone gender variant. Un farmaco finora utilizzato senza problemi per bloccare la pubertà precoce e togliere dall’imbarazzo decine di migliaia di genitori, ma che diventa oggetto di stigma e arma di propaganda ideologica se utilizzato per sospendere lo sviluppo della pubertà in giovani persone che necessitano di più tempo per la propria affermazione di genere. Una deriva da stato etico, per non dire fascista: famiglie italiane che si sono incatenate per salvare la vita ai propri figli. Scrive Ilga:
I passi intrapresi dal governo italiano per minare i diritti fondamentali delle persone LGBTI in Italia – dalla cancellazione delle madri lesbiche in alcune regioni, al blocco del supporto per i bambini trans nelle scuole e nell’accesso all’assistenza sanitaria e le proposte di cambiamento delle leggi sull’asilo – violano chiaramente gli standard internazionali sui diritti umani, come violano anche le leggi dell’UE (le direttive sull’asilo pertinenti, così come le clausole di non discriminazione della Carta dei diritti fondamentali e dei Trattati dell’UE), la giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e le raccomandazioni del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.
Questi attacchi ricordano anche gli sviluppi in altri Paesi che hanno visto nelle persone LGBTI un facile bersaglio per suscitare paure infondate al fine di mobilitare gli elettori – ora chiaramente identificati come responsabili di un aumento estremo dell’odio in tutta Europa e di un aumento delle cifre di violenza, anche in Italia.
È cruciale che tutti i partiti italiani affrontino l’aumento dell’odio e della violenza, non solo per proteggere di alcuni gruppi particolarmente colpiti, ma anche per garantire la coesione e il rispetto dei diritti umani in tutta la società italiana.
Insieme ad Ilga, ecco le associazioni LGBTIAQ+ italiane che hanno firmato la lettera:
ARCIGAY – Associazione LGBTI+ Italiana, Famiglie Arcobaleno, Associazione genitori omosessuali, C.C.O. Mario Mieli, GAYNET , Formazione e Comunicazione sui temi LGBTI EDGE LGBTI+ Leaders for change, Rete Lenford, Avvocatura per i diritti LGBTI+, AGEDO Associazione genitori, parenti, amiche e amici di persone LGBT+, AGAPANTO aps. Anzian* LGBTQ+, Rete Genitori Rainbow , ALFI Associazione Lesbica Femminista Italiana, ARCO – Associazione Ricreativa Circoli Omosessuali, Associazione LGBT+ Quore, MIT – Movimento Identità Trans, Centro Salute Trans e Gender Variant – CEST, Omphalos LGBTI, Genderlens, Libellula Italia APS, Certi Diritti, Gender X, NUDI, Dì Gay Project, Tgenus.
Di seguito la lettera di Ilga:
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