Nel panorama culturale e sociale odierno, l’acronimo LGBTQIA+ ha conquistato una presenza significativa e continua ad essere ampiamente citato nei media e nelle discussioni pubbliche. Ma dietro questa complessa sigla, cosa si cela realmente? Nonostante la sua diffusione, sono ancora molte le persone che si chiedono quale sia il vero significato di ogni lettera e come sia evoluto l’acronimo nel corso del tempo.

LGBTQIA+ non è solo un insieme di lettere, ma rappresenta una vasta comunità con storie, sfide e trionfi che meritano di essere conosciuti e compresi. Nelle pagine che seguono, ci immergeremo non solo nel dettaglio dell’acronimo completo, ma anche nelle origini storiche e nelle molteplici sfaccettature che lo compongono. Approfondiremo temi legati all’orgoglio LGBTQIA+, alle continue lotte contro le discriminazioni e alla strenua ricerca del riconoscimento dei diritti civili di coloro che si identificano in una o più di queste lettere.

La comprensione del significato di LGBTQIA+ va oltre la mera definizione delle singole lettere. Si tratta di un viaggio attraverso culture, identità e esperienze che sono essenziali per apprezzare la ricchezza e la diversità della comunità rappresentata. Con l’ausilio di risorse dettagliate e approfondimenti specifici, ci auguriamo che questa guida offra una visione completa e illuminante su un argomento tanto attuale e rilevante.

LGBTQIA+: significato dell’acronimo e delle sue varianti

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LGBTQIA+ rappresenta un acronimo che, nella sua essenza, stringe insieme diverse identità sessuali e di genere tramite le iniziali delle parole che le definiscono. Esploriamo insieme il significato di ciascuna lettera:

  • Lesbica (una definizione riguardante le donne lesbiche: scopri di più)
  • Gay (l’origine e la storia della parola gay. Approfondisci qui)
  • Bisessuale (una panoramica su cosa significa identificarsi come bisessuale. Leggi di più)
  • Transgender e transessuale (due termini con significati distinti. Le differenze qui)
  • Queer (un termine ricco di storia e significati: conosci la sua origine e il suo utilizzo)
  • Intersessuale (facciamo luce sulla realtà dell’intersessualità. Scopri di più)
  • Asessuale (‘esperienza dell’asessualità spiegata in prima persona. Leggi l’intervista qui)
  • Il simbolo + abbraccia una moltitudine di altre identità di genere e orientamenti sessuali non specificamente elencati nell’acronimo.

Oltre a questa versione dell’acronimo, esistono altre varianti: dalla forma breve LGBTQ+ a quelle più estese come LGBTQIAPK+ o LGBTQQIA+. Alcune di queste varianti incorporano ulteriori lettere: per esempio, P e K rappresentano rispettivamente pansessualità e sessualità kink. La seconda Q, presente in alcune estensioni, indica “questioning“, ovvero quel percorso personale di introspezione ed esplorazione dell’orientamento sessuale e/o dell’identità di genere. Le persone “gender questioning” sono in fase di comprensione della propria identità di genere, spesso riflettendo sulla possibilità di identificarsi come “transgender” o “non binary”. Qui trovi ulteriori dettagli su cosa significa “non binary” e le differenze con termini come “genderfluid” e “trans*”.

Storia dell’acronimo LGBTQIA+

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Prima degli anni ’60 e della rivoluzione sessuale che ha contrassegnato quel decennio, le espressioni utilizzate per riferirsi a persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender erano frequentemente cariche di pregiudizio e denigrazione. E sebbene il termine “omosessuale” fosse stato introdotto per la prima volta nel 1869 dallo scrittore Karl-Maria Kerbeny, anche questo era visto in una luce negativa. A quel tempo, infatti, la medicina considerava l’omosessualità come una patologia.

Tra il 1960 e il 1970, all’interno dei primi gruppi e movimenti di omosessuali e lesbiche, ci fu una rinnovata consapevolezza dell’importanza del linguaggio. Gli uomini cominciarono ad identificarsi con il termine “gay”, mentre le donne scelsero di riconoscersi come “lesbiche”, un vocabolo che, pur avendo origini dispregiative, venne reclamato e trasformato in un emblema di forza e orgoglio. Poco dopo, nella decade degli anni ’80, anche la comunità bisessuale alzò la voce, chiedendo riconoscimento e visibilità.

Durante lo stesso periodo, la sigla GLB divenne popolare, per poi essere sostituita da LGB, rappresentando così in maniera solidale le lotte condivise delle persone lesbiche, gay e bisessuali.

L’aggiunta della lettera T, riferita alla comunità transgender/transessuale, richiese più tempo e riflessione. Benché il termine “transgender” fosse già in uso fin dagli anni ’60, fu solo negli anni ’90 che venne effettivamente incorporato nell’acronimo, grazie all’opera di attiviste come Virginia Prince

Il 1996 vide l’aggiunta della lettera Q, acronimo di “queer”. Questo termine, con radici nel Novecento come espressione dispregiativa, venne successivamente recuperato e trasformato in simbolo di rivoluzione, sia dalla comunità LGBTQIA+ che dal mondo accademico, come dimostrato dalla nascita della “Teoria Queer“. Tuttavia, oggi, “queer” è più spesso utilizzato da chi non si identifica nelle categorie tradizionali legate all’orientamento sessuale o all’identità di genere.

Con l’avvento del nuovo millennio, l’acronimo si è arricchito di ulteriori lettere, come I per “intersessuale”, A per “asessuale”, e P per “pansessuale”.

Nonostante questa continua evoluzione, l’uso dell’acronimo LGBTQIA+ e l’introduzione di nuove lettere rimangono un argomento di dibattito e controversia, sia per chi erroneamente percepisce un’ideologia minacciosa dietro questi termini, sia per alcuni membri della stessa comunità che, non condividendo pienamente l’uso dell’acronimo, temono che possa distorcere o diluire il messaggio originario della comunità.

Controversie sull’utilizzo dell’acronimo LGBTQIA+

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Sticker Terf (femminista radicale trans-escludente)

L’uso di acronimi come LGBTQIA+, come abbiamo visto, non è senza sfide e critiche, e queste provengono sia da fonti esterne che interne alla stessa comunità che cerca rappresentazione attraverso questi simboli.

L’autore Lorenzo Bernini, nel suo saggio intitolato “LGBTQIA+” (incluso nell’”Enciclopedia Italiana”, X Appendice, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2020), osserva come la cultura eteronormativa spesso percepisce queste sigle come portatrici di una “minacciosa ideologia” che mira a erodere o cancellare le identità maschili e femminili tradizionali. In questo contesto, LGBTQIA+ diventa il simbolo di una presunta “ideologia o teoria del gender”. Tuttavia, le critiche non provengono solo da fonti esterne: la stessa comunità LGBTQIA+ è attraversata da una miriade di opinioni e sensibilità che a volte sono in contrasto.

Ad esempio, a partire dagli anni ’80, non tutte le attiviste lesbiche si sono sentite rappresentate o allineate con i movimenti omosessuali più ampi. In particolare, alcune non hanno accolto con entusiasmo l’inclusione di tematiche trans. Sono ben conosciute, ad esempio, le posizioni delle cosiddette femministe trans-escludenti (TERF), tra le quali una significativa percentuale si identifica come lesbica.

La comunità intersessuale, d’altro canto, spesso esprime il desiderio di non essere automaticamente accorpata ad altre minoranze sessuali.

Inoltre, tra le persone gay esistono voci critiche che sollevano perplessità sull’inclusione di categorie come gli asessuali e i demisessuali in movimenti storicamente focalizzati sulla libertà sessuale.

Alcuni argomentano che l’uso dell’acronimo LGBTQIA+ rischia di rafforzare lo stereotipo che chiunque non sia eterosessuale o cisgender sia “altro” o “diverso”.

Ciò che inizia come uno sforzo di rappresentare e includere una vasta gamma di esperienze e identità finisce spesso per esporre le profonde e complesse dinamiche interne, le “tensioni dialettiche”, che hanno caratterizzato i movimenti delle minoranze sessuali fin dai loro esordi.

Giornata mondiale dell’orgoglio LGBTQIA+ ed altre importanti ricorrenze

 

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Il percorso storico della comunità LGBTQIA+ ha visto numerosi ostacoli, fraintendimenti e resistenze. Tuttavia, grazie alla determinazione e all’unità di molteplici soggettività, i diritti civili e umani di questa comunità hanno visto progressi significativi nel corso degli anni. Ad esemplificare tali sforzi, possiamo guardare all’Italia, che nel 2016 ha varato una legge che permette alle coppie dello stesso sesso di celebrare unioni civili (approfondisci qui con uno speciale sulle Unioni Civili). In una tendenza mondiale in continua crescita, l’Irlanda del Nord, il Cile, la Svizzera e il Costa Rica hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel 2020 e 2021. Inoltre, nel 2021, il Bhutan ha fatto un passo storico decriminalizzando l’omosessualità.

La Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBTQIA+, celebrata il 28 giugno, è un potente simbolo del cammino di questa comunità verso la parità di diritti e l’accettazione. La scelta di questa data non è casuale: commemora i “Moti di Stonewall”, avvenuti la notte del 28 giugno 1969. Questo momento, che ebbe luogo al pub Stonewall Inn a New York, uno dei punti di riferimento per la comunità LGBTQI locale, è considerato da molti come il punto di partenza della lotta moderna per i diritti LGBTQIA+ (per saperne di più su cosa accadde quella notte, consulta il nostro approfondimento su “I moti di Stonewall”).

Ogni anno, in coincidenza con questa data, in molte città del mondo si svolgono le parate del Pride, manifestazioni che rappresentano non solo una celebrazione dell’orgoglio e dell’identità, ma anche un momento di riflessione e impegno per continuare a lavorare verso una maggiore rappresentazione, visibilità della comunità LGBTQIA+.

Oltre alla Giornata dell’Orgoglio, esistono altre date di grande rilevanza per la comunità LGBTQIA+:

  • 17 maggio: Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia, la Lesbofobia e la Transfobia. Commemora il giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nel 1990.
  • 20 novembre: Giornata della Memoria Trans (TDOR, Transgender Day of Remembrance). Questa data ricorda tutte le persone transgender uccise a causa di crimini d’odio.
  • 31 marzo: Giornata Internazionale della Visibilità Transgender (TDOV). Una giornata dedicata alla celebrazione della comunità transgender e alla sensibilizzazione sui problemi che affronta.
  • 26 ottobre: Giornata della Visibilità Intersex. Mirata a sensibilizzare sull’inter sessualità e i diritti delle persone intersex.
  • 11 ottobre: Giornata del Coming Out. Questa giornata celebra l’atto del “coming out”, ovvero il momento in cui le persone LGBTQIA+ decidono di rivelare il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere ai familiari, agli amici o al pubblico. È una giornata per riconoscere il coraggio di queste persone, e per sensibilizzare sull’importanza di creare ambienti sicuri e di sostegno.

Sono molte altre le date importanti per la comunità queer: dai un occhio a questa lista

La Bandiera Arcobaleno e il movimento LGBTQIA+

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Foto di Markus Spiske su Pexels

La bandiera arcobaleno, con le sue vivaci strisce di colori, è il simbolo preminente e universalmente riconosciuto della comunità LGBTQIA+. Non è solo un emblema dell’orgoglio di chi ha orientamenti sessuali e identità di genere rispetto a quelli imposti dalla società, ma è anche un potente strumento di visibilità e riconoscimento per le persone LGBTQIA+ in tutto il mondo.

Le origini della bandiera risalgono al 1978, quando è stata ideata dall’artista Gilbert Baker a San Francisco. La versione originale della bandiera aveva otto colori, ognuno con un significato simbolico specifico: il rosa rappresentava la sessualità, il rosso la vita, l’arancione la salute, il giallo la luce del sole, il verde la natura, il turchese la magia e l’arte, il blu la serenità e il viola lo spirito.

Tuttavia, nel tempo, la bandiera ha subito alcune modifiche. Dopo l’assassinio del consigliere comunale gay Harvey Milk nel 1978, la striscia rosa fu omessa a causa delle difficoltà nel reperire stoffa di quel colore. Poi, nel 1979, la striscia turchese fu eliminata per motivi pratici, portando la bandiera alla sua attuale composizione di sei strisce.

Nonostante le variazioni, il messaggio fondamentale della bandiera è rimasto inalterato. Essa rappresenta l’unità, l’accettazione e la celebrazione della comunità LGBTQIA+.

Con gli anni, la bandiera arcobaleno è stata adottata e riconosciuta in tutto il mondo. È un simbolo di resistenza e di lotta per l’uguaglianza, ed è stata al centro di molte celebrazioni e proteste. Durante gli eventi del Pride, le strade si riempiono di bandiere arcobaleno sventolanti, mostrando solidarietà e supporto alla comunità.

Inoltre, sono state create variazioni della bandiera per rappresentare specifiche sotto-comunità all’interno del movimento LGBTQIA+. Ad esempio, esistono bandiere per la comunità bisessuale, transgender, leather e molte altre.

La bandiera arcobaleno è molto più di un semplice pezzo di stoffa colorata. È un simbolo di speranza, resistenza e uguaglianza per milioni di persone in tutto il mondo. E per chi desidera approfondire, sul nostro sito abbiamo una guida completa su tutte le bandiere del Pride.

Risorse

Glossario: il gergo gay

Significato di Disforia di Genere

Significato di Identità di Genere

Significato di Non Binary

Fonti

Multimedia
Approfondisci