Vladimir Putin
In questo 2021 Vladimir Putin ha formalmente promulgato una serie di emendamenti costituzionali omotransfobici, con cui ha ufficialmente vietato il matrimonio egualitario, le adozioni per le persone transgender e definito in Costituzione la “fede in Dio” valore fondamentale della Russia. Dallo scorso aprile sulla Costitzione russa si leggerà che il matrimonio è solo e soltanto “l’unione tra un uomo e una donna”.
Alla vigilia di Natale Putin ha affermato che la non conformità di genere e i diritti dei trans sarebbero equiparabili ai “nuovi ceppi” del Covid-19. “Se qualcuno pensa che donne e uomini siano la stessa cosa, faccia pure”, ha precisato Putin. “Ma c’è il buon senso. Mi attengo all’approccio tradizionale secondo cui una donna è una donna, un uomo è un uomo, una mamma è una mamma e un papà è un papà“.
La vita della comunità LGBTQ + è in continuo peggioramento, in Russia. Putin ha messo a tacere l’opposizione, amplificato ancor di più la censura e lo spauracchio della “propaganda gay”, da quasi 10 anni vietata per legge. Gli insegnanti delle scuole di San Pietroburgo sono stati incaricati di setacciare i profili social dei loro studenti, segnalando alle autorità competenti eventuali simboli o sostegno LGBTQ + alle autorità. Una caccia alle streghe sempre più sfacciata, ormai pericolosamente ‘accettata’. Come se fosse una cosa normale.